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In Breve

| 29 marzo 2015, 19:26

Per l'Università delle Tre Età di Sanremo, ecco il racconto e le foto della lezione di lunedì 23 marzo 2015

Ospite la Prof.ssa Cesira Ansaldo, ex docente di Filosofia al Liceo Cassini, che ha aiutato un pubblico attento a mettere in chiaro un mito antichissimo, quello di Persefone

Per l'Università delle Tre Età di Sanremo, ecco il racconto e le foto della lezione di lunedì 23 marzo 2015

Lunedì 23 Marzo 2015, nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, per l’Università delle Tre Età di Sanremo, la Prof.ssa Cesira Ansaldo, ex docente di Filosofia al Liceo Cassini, ha aiutato un pubblico attento a mettere in chiaro un mito antichissimo, quello di Persefone.

Presentata dalla Presidente Forneris, per quanto per il pubblico di Unitre Sanremo, non abbia bisogno di presentazioni, la Prof.ssa Ansaldo con voce pacata ha evidenziato che certi miti non sono invenzioni letterarie ma fanno parte dell’umanità fin dai primordi.

Persefone è figura precisa della mitologia greca, ma come divinità femminile attinge a simboli antichissimi ed universali raffigurati in modo primitivo in rozze statuette in cui la fecondità e la maternità vengono propiziate con esagerazioni anatomiche ed alcune di esse visibili anche nel nostro Ponente al Museo Archeologico dei Balzi Rossi.

D’altra parte la Prof.ssa Ansaldo aveva già segnalato nella precedente lezione, il saggio di Walter Benjamin sull’opera di Bachofen “Il Matriarcato”, nel quale il matriarcato era l’organizzazione sociale primitiva, legata alla natura. Questa organizzazione durerà milioni di anni e verrà gradualmente soppiantata dal patriarcato con l’affermarsi delle religioni, della proprietà terriera e del progresso tecnologico, e da queste cose spesso le donne verranno escluse.

Tuttavia la femminilità per la continuazione della specie era ed è talmente importante che la donna viene divinizzata e trasformata in simbolo, tutte le religioni hanno figure femminili importanti e l’Olimpo greco, accanto a Zeus, ospita divinità femminili importantissime, fra cui Persefone (che i romani chiameranno Proserpina).

Persefone, era figlia di Demetra dea del grano e dell’agricoltura ed il rapporto madre figlia era fortissimo quasi una solidarietà femminile in nome della vita.

Infatti Persefone era stata vittima di uno spettacolare rapimento celebrato anche in molte opere d’arte.

Mentre raccoglieva fiori in riva al Lago di Pergusa vicino ad Enna, veniva rapita da Plutone Re dell’Ade , presentatosi con una biga trainata da quattro cavalli neri.

Il grido di Persefone venne sentito dalla madre Demetra che disperata invoca l’aiuto del potente fratello Zeus.

Persefone era stata trascinata a forza nell’Ade, il regno degli inferi, però commise l’imprudenza di mangiare un chicco di melograno (un frutto la cui forma richiama l’utero femminile) e questo l’avrebbe condannata a rimanervi per sempre.

Qui si coglie qualche similitudine biblica, ma Zeus poichè il frutto non era stato mangiato interamente, potè disporre che almeno sei mesi all’anno Persefone potesse tornare con la madre sulla terra.

Da qui l’alternarsi delle stagioni ed il ritorno alla vita della natura dopo i duri mesi invernali.

Anche questo alternarsi di simbologie di morte e di vita è presente in statue di divinità femminili mesopotamiche in cui appaiono gufi e leoni che sono animali che appunto ne sono simbolo.

Questo binomio vita/morte legato alla donna appare anche in un balletto di Stravinsky di cui è stato proiettato un breve filmato che si ispira ad un tempo leggendario in cui nelle campagne russe per propiziare il raccolto una giovane doveva danzare senza interruzione fino a cadere morta.

Ed anche un filmato del finale del celebre capolavoro neorealista Riso Amaro, in cui la protagonista Silvana Magano si suicida perché tradita dall’uomo che amava e le mondine, sue compagne di lavoro, passano ognuna a versare un po’ del proprio riso sul suo corpo senza vita.

Ed oggi per la psicanalisi la figura di Demetra rappresenta l’archetipo materno e lo stretto rapporto con la figlia Persefone simboleggia la solidarietà femminile contro il maschio violentatore.

E’ possibile consultare facilmente il programma delle prossime lezioni e dei corsi tematici nel sito www.unitresanremo.it

Roberto Barbaruolo

C.S.

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