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| 29 marzo 2015, 09:03

Ida Lawerence: la storia di una revolucionaria cubana ad Imperia

In attesa della fine dell'Embargo a Imperia, quasi vicino a Dolcedo, una zona che ricorda ben poco i colori e la vita cubana, vive una Santanghera. Ida Lawerence, imperiese di adozione, ha nel sangue la rivoluzione, che ha portato con sè da Santiago di Cuba, la culla di tutte le lotte, umane e civili, dell’isola

Ida Lawerence: la storia di una revolucionaria  cubana ad Imperia

La nostra rubrica In & Out questa settimana è approdata a Cuba, dove ha intervistato un vera rivoluzionaria dell’isola.

Hasta siempre, è una canzone composta e cantata dal cubano Carlos Puebla nel 1965. 

In questo brano, tratto da una originale lettera di Che Guevara, l’autore cita molti passaggi della vita del comandante.

Hasta la Victoria siempre, è una frase che il Che usava spesso nel suo linguaggio e che i cubani di ieri e di oggi hanno fatto entrare nel vocabolario nazionale e internazionale.

A Imperia, quasi vicino a Dolcedo, una zona che ricorda ben poco i colori e la vita cubana, vive una Santanghera. Ida Lawerence, imperiese di adozione, ha nel sangue la rivoluzione, che ha portato con sè da Santiago di Cuba, la culla di tutte le lotte, umane e civili, dell’isola.

Ecco la storia di una “revolucionaria cubana a Imperia”.

 

La gente di Cuba riesce ad avere sempre il sorriso, nonostante le difficoltà. Anche qui rieci a sorridere?

Si per che noi cubani siamo nati col sorriso, nonostante la nostalgia della famiglia lasciata a Cuba. Abbiamo il cuore pieno di ricordi della nostra infanzia, degli amici, dei vicini di casa, delle feste e di tutto quanto. E questo ci aiuta a sorridere.

Cosa ti manca più di Cuba?

Di Cuba mi mancano tante cose, come la semplicità del nostro popolo, l’umanità che fa parte della gente, il calore umano che nasce spontaneo nel momento del bisogno. En fin cuba es una grande familia. Io credo che Cuba sia una grande famiglia di cui Fidel Castro è il padre.

Cuba è anche famosa per la sua dittatura, che molti cubani però apprezzano. Secondo te l'Italia funzionerebbe meglio con una politica "alla cubana"?

Mi limito a rispondere che noi cubani abbiamo un’altra cultura e un altro modo di pensare rispetto a come debba essere guidato un popolo. Non penso possa essere fatto un paragone.

C'è qualcosa della nostra provincia che porti con te a Cuba quando ci ritorni?

Si, quando torno a Cuba porto con me l’olio ligure, che è il più buono che conosca.

Quali sono le tre cose che diresti a un cubano che vuole venire a vivere qui?

Nell’ordine, penso che gli direi queste cose: pensaci bene, guarda la meraviglia del tuo Paese e poi una volta che sei lontano da Cuba darai un valore diverso alla nostra rivoluzione  e vorrai tornare indietro. Non è vero che fuori da Cuba si sta bene: non c’è cubano a cui non manchi il suo Paese.

Non sempre chi approda sui nostri lidi lo fa col sorriso, soprattutto se nel cuore ha la propria terra e la propria famiglia, lasciata lontana migliaia di leghe nautiche.

C’è chi potrebbe criticare le prese di posizione di Ida nel leggere le sue risposte, ma basta pensare che ognuno di noi abbia, se non personalmente, almeno per interposta persona, vissuto storie di emigrazione di qualche parente, nel passato come oggi.

Decidere di abbandonare il proprio Paese è come lasciare una parte di se e anche se lo si fa per garantire ai propri figli un futuro migliore, nessuno può essere costretto a sposare la sua nuova città senza per questo continuare a pensare al suo primo vero amore.

 

 

Stefania Orengo

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