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In Breve

| 27 marzo 2015, 17:00

Je suis Oliveri. O Borghetti? Prendi due vescovi, ne ascolti uno

Da Albenga a Ventimiglia, spontaneo chiedersi a quale prelato, sacerdote o giornalista conviene affidarsi per rimanere sulla dritta via.

Je suis Oliveri. O Borghetti? Prendi due vescovi, ne ascolti uno

Da Albenga a Ventimiglia, i fedeli cattolici sono un po’ disorientati. Tra vescovi sovrapposti, comportamenti poco ortodossi e licenziamenti facili, spontaneo chiedersi a quale prelato, sacerdote o giornalista conviene affidarsi per rimanere sulla dritta via. Vediamo perché.

1.     Un vescovo solo al comando, anzi due. La confusione aumenta. Ricapitoliamo gli avvenimenti nella diocesi più chiacchierata della Liguria, e forse d’Italia, quella di Albenga-Imperia. Dopo aver vagliato le segnalazioni di preti e fedeli, tanto da inviare lo scorso autunno il nunzio apostolico Adriano Bernardini per svolgere accurate indagini, Papa Francesco aveva deciso di “commissariare” la diocesi. Troppe le negligenze di monsignor Mario Oliveri, da un quarto di secolo al governo incontrastato della curia. Bussate e vi sarà aperto, amava ripetere, peccato che siano entrati dei personaggi inopportuni. Soprattutto quei sacerdoti espulsi da altre comunità. Chi posava nudo su Facebook, palpeggiatori di belle ragazze, gay dichiarati, un vuotatore di cassette dell’elemosina, parroci condannati o indagati per pedofilia. Così ecco la Bolla papale del 10 gennaio, che ha nominato Guglielmo Borghetti vescovo coadiutore.

2.     Je suis chi? «Si apre per noi oggi una stagione ecclesiale nuova, e per certi aspetti “inedita”, di comunione e unità», si legge sul sito web della diocesi ingauna. Inedita tra virgolette può significare molte cose: sarà una coabitazione pacifica, o una convivenza da separati in curia (con Borghetti a tenere le redini della vita pastorale), un tutoraggio dello stesso Borghetti per riportare Oliveri alla morigeratezza e povertà che contraddistinguono le azioni di Papa Francesco? Intanto ai fedeli l’imbarazzo della scelta, tra una messa del vescovo uno e una messa del vescovo due (quella delle Palme sarà concelebrata, per un inizio “in concordia e letizia”). Al presule uno giungono messaggi di solidarietà: Je suis Oliveri, scrivono taluni su Facebook e telefonini. La crisi d’identità dell’episcopato è ufficialmente aperta.

3.     Le “penne” da reintegrare. Infine un consiglio alla diocesi di Ventimiglia-Sanremo, proprietaria del sito d’informazione locale Riviera 24: la prossima volta che vorrete cacciare qualcuno, fatelo con più garbo e intelligenza, magari aggiungendo un pizzico di umanità. Silurare in quel modo due giornalisti (il direttore Fabrizio Tenerelli e il redattore Mario Guglielmi), è stata una pessima idea. Esigenze di risparmio e ristrutturazione dell’organico? Sacrosanto. Però così di punto in bianco, imponendo un aut aut tra un contratto di collaborazione - con clausola capestro di non concorrenza - e il licenziamento, è più da tiranni dell’editoria che da prelati avveduti e caritatevoli. Difatti, i due giornalisti hanno avuto buon gioco in tribunale. Riviera 24 dovrà riassumerli o risarcirli, essendo stati licenziati «per ragioni manifestamente insussistenti e con un atto dal carattere ritorsivo».

Luca Re

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