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Attualità | 26 febbraio 2015, 07:51

Il centro del mondo è in provincia di Imperia e si chiama Apricale, l'internazionalità è di casa

Ad Apricale sono presenti più di 20 diverse nazioni: dai tedeschi ai danesi, dagli inglesi agli olandesi, passando per romeni, moldavi, sudamericani e giapponesi.

Il centro del mondo è in provincia di Imperia e si chiama Apricale, l'internazionalità è di casa

Trovarsi in uno di quei bar tipici del Central Park di New York, gestito da due ragazzi albanesi che hanno avuto un gusto molto francese nell’arredo, al tavolo con una signora british, una coppia di danesi e una guida turistica poliglotta, parlando in inglese di come va l’Italia, ha in se qualcosa di biblico che ricorda Babele. Potrebbe sembrare il centro del mondo e forse lo è, ma siamo “solo” nel centro di Apricale.

Ad Apricale sono presenti più di 20 diverse nazioni: dai tedeschi ai danesi, dagli inglesi agli olandesi, passando per romeni, moldavi, sudamericani e giapponesi. “Apricale è piena del folkore di ogni popolo, ma gli stranieri che hanno deciso di prendervi la residenza sono pochi. I tedeschi, ad esempio, hanno un’ottimo sistema sociale nel loro Paese e se diventassero cittadini italiani lo perderebbero. Penso che non converrebbe a nessuno”. Queste sono le parole di Karl, danese, arrivato ad Apricale quasi 15 anni fa ed imprenditore, assieme alla moglie Yvone, del brand “Cinque Valli”.

La maggior parte degli stranieri arriva ad Apricale allettata dall’ottima pubblicità che viene fatta sui quotidiani esteri. “In Inghilterra, sui principali giornali, Apricale è molto pubblicizzata come destinazione di vacanza e come genere di lifestyle. E’ un luogo speciale ed è normale che chi venga qui in vacanza, anche solo per due settimane, se ne innamori e decida di restarvi.” Anna Fill, editor del noto blog “The Riviera woman” sottolinea quanto i turisti inglesi che arrivano ad Apricale apprezzino un paese così lontano dai propri stereotipi, di clima e di qualità della vita.

“Gli stranieri si innamorano del nostro italian way of life, ma la realtà è molto diversa. Un ligure non vive come un siciliano, così come le abitudini di un veneto sono diverse da quelle di un toscano. La regionalità molto forte che abbiamo in Italia non è un caso isolato. Chiunque dicesse ad uno scozzese di essere inglese avrebbe seri problemi in fin dei conti”, ci ricorda Monica Buscaglia, guida turistica in contatto permanente con stranieri.

Eppure, la nostra provincia, così come tutta l’Italia sta attraversando una forte crisi anche dal punto di vista turistico. “ L’Italia ha delle risorse inestimabili e un popolo pieno di creatività. Il difetto di questo Paese è non avere abbastanza fiducia in se stessi, aspettare che accada qualcosa, che migliori la situazione mentre bisognerebbe studiare piani su misura per rilanciare la zona e sopratutto i suoi prodotti, apprezzati e ricercati in tutto il mondo”, dice Yvonne, moglie di Karl.

Gli stranieri che decidono di venire a vivere nel nostro entroterra sanno di mettere radici in un Paese opposto al loro. Sanno che in Italia, a differenza dei Paesi scandinavi, le tasse universitarie si pagano e che non è previsto uno stipendio da parte dello stato per i 5 anni di ateneo, come nella loro patria.    Sanno che in Italia l’educazione è diversa rispetto a quella inglese della poltica dei “piccoli adulti” secondo la quale se a 23 anni si vive ancora con i genitori si è considerati un caso. Sanno che mentre nei Paesi nordici le tasse si pagano in modo trasparente e che ad ogni tassazione corrisponde un servizio, in Italia la questione è leggermente più confusa. Sanno che qualcuno in Italia vorrebbe uscire dall’euro, ma che non è il vestito che fa il monaco, come non è la valuta che cambia l’economia di un popolo, se non cambia anche la sua mentalità. Sanno che quando si parla di crisi economica, l’italia è citata al quarto posto dopo Grecia, Portogallo e Spagna.

Nonstante questo, Apricale e i suoi dintorni continuano ad attirare non solo turisti, ma nuova popolazione da tutto il mondo che, oltre a portare il proprio contributo culturale ed economico arrichisce anche quello degli abitanti locali.

Stefania Orengo

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