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Sanremo Ospedaletti | 28 gennaio 2015, 08:48

IMU agricola: ecco cosa cambia per la provincia di Imperia, l'analisi della Confederazione Italia agricoltori

Con il decreto legge 24 gennaio 2015 n. 4, che rimanda alla classificazione Istat dei Comuni Montani e non Montani, il Governo ha provato ad affrontare il problema Imu risolvendolo per buona parte dei Comuni della Provincia ma assoggettando all’imposta i terreni di ben 8 Comuni che erano esentati dal pagamento e facendo diventare parzialmente esenti il Comune di Sanremo e quello di Taggia.

IMU agricola: ecco cosa cambia per la provincia di Imperia, l'analisi della Confederazione Italia agricoltori

Il Decreto Ministeriale dello scorso 28 Novembre aveva introdotto criteri che assoggettavano al pagamento dell’Imu i terreni di quasi tutta la Provincia. Con il decreto legge 24 gennaio 2015 n. 4, che rimanda alla classificazione Istat dei Comuni Montani e non Montani, il Governo  ha provato  ad affrontare il problema Imu risolvendolo per  buona parte dei Comuni della Provincia ma assoggettando all’imposta i terreni di  ben 8 Comuni che erano esentati dal pagamento e facendo diventare parzialmente esenti il Comune di Sanremo e quello di Taggia.

Nei Comuni di Imperia, San Biagio della Cima, Soldano, Vallebona e Diano Castello dovranno pagare tutti i proprietari di terreni mentre per Dolcedo, Terzorio e Diano San Pietro è previsto il pagamento solo per i proprietari che non siano coltivatori diretti che non affittino a coltivatori diretti.

Sull'accaduto Stefano Roggerone, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori afferma: “Siamo soddisfatti che sia stata fatta maggiore chiarezza, resta il fatto però che aziende agricole, che operano nella nostra Provincia in condizioni territoriali complesse , continuano a essere caricate di un onere fiscale che non si possono permettere. Riteniamo fortemente iniquo – prosegue Roggerone - gravare di ulteriori balzelli aziende già in difficoltà che hanno tra l'altro il grande merito di operare per la difesa del paesaggio ed essere spesso anche l'unico bastione contro il dissesto idrogeologico del territorio. Per questo il Governo avrebbe dovuto compiere uno sforzo più coraggioso, esentando totalmente dagli oneri fiscali le aree ex svantaggiate".

In ogni caso la Confederazione sta lavorando a livello nazionale per modificare, nella fase di conversione, il Decreto Legge e collaborerà con i Comuni che sono stati assoggettati al tributo, per intraprendere le procedure che li porti ad essere inseriti nella classificazione di Comuni Montani o parzialmente montani.

"Esempi di calcolo per i nuovi Comuni assoggettati: L'aliquota da utilizzare. Per quanto attiene all'aliquota, la legge di stabilità per il 2015 (comma 262) precisa che l'aliquota è quella di base, salvo che il Comune non abbia deliberato un'aliquota specifica per i terreni agricoli. - spiegano dalla C.I.A. - Ciò vuol dire che nei Comuni che erano in passato totalmente esenti occorrerà usare l'aliquota di base del 7,6 per mille. Proprietà di 20.000 metri di uliveto si paga: 180 Euro (non coltivatore diretto)/ 18 Euro (coltivatore diretto). Proprietà di roseto 10.000 metri si paga: 3.400 Euro (non coltivatore diretto) / 1.800 Euro (coltivatore diretto). Proprietà di orto irriguo fiori 10.000 metri si paga: 2100 euro (non coltivatore diretto) / 1000 Euro (coltivatore diretto)".

C.S.

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