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Al Direttore | 28 novembre 2014, 19:10

Sanremo e la Riviera Ligure nell'archivio Unicef a New York. La riflessione di un nostro lettore.

Anche Sanremo e la Riviera sono passati dallo status di Paese ricevente a quello di Paese che trasmette qualcosa agli altri. E il cammino non si è interrotto, nonostante la crisi che non conosce ancora la parola fine.

Sanremo e la Riviera Ligure nell'archivio Unicef a New York. La riflessione di un nostro lettore.

"Senza memoria non si potrebbe capire la strada che abbiamo percorso", il nostro lettore Pierluigi Casalino riflette sulla storia dell'Italia, di Sanremo e della nostra Riviera. 

"Immagini e parole ti vengono incontro dentro gli immensi faldoni e le due scatole chiare che sono conservate all'archivio Unicef a New York: sono i documenti, raccolti dagli americani, che ricordano l'Italia dal 1944 al 1946, un'Italia "affamata, ma dignitosa", come la ebbe a definire De Gasperi. Da lì partì il Paese che siamo diventati.

Anche Sanremo e la Riviera hanno fatto parte di questo mondo, anch'essi sono passati dallo status di Paese ricevente a quello di Paese che trasmette qualcosa agli altri. E il cammino non si è interrotto, nonostante la crisi, questa crisi maledetta che non conosce ancora la parola fine. Di quell'epoca travagliata anche Sanremo e la Riviera conservano la memoria vivissima. Perché senza memoria, anche da noi non si potrebbe capire la strada che abbiamo percorso.

Dagli eccidi, alla fame, alle vendette e agli stupri, alla guerra fredda, alla ripresa economica, agli anni del boom, alle successive vicende del tramonto della Prima Repubblica e della nascita tumultuosa e contraddittoria della Seconda tuttora ora in stallo. Sanremo e la Riviera hanno vissuto le stesse drammatiche vicende, le stesse passioni, le stesse emozioni, le stesse speranze, le stesse delusioni, la stessa rabbia e la stessa capacità di sopravvivere di fronte alle ondate violente delle congiunture internazionali. Ma si sono salvate da eventi distruttivi e da derive umanitarie simili a quelle della Siria e dell'Iraq o della Libia.

E Sanremo e la Riviera, infatti, al pari del resto d'Italia, non stanno ancora morendo di fame, se pur sia sul punto, a quanto sembra, di farlo. Senza preservare la dignità non c'è aiuto che tenga, né coraggio che basti, né colpo d'ala che ridia slancio. Non si riparte, né ieri, né oggi, né domani. Aldilà di tutto. Le migliori fotografie della fame di allora non devono essere sostituite da nuove immagini di disfatta. Proprio in questo ombelico del mondo che è la Riviera ligure. Che ha il dovere di sopravvivere."

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