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In Breve

| 25 novembre 2014, 07:08

Santi Poeti e Navigatori: sapori locali con un tocco di creatività

A Carpasio un ristorante dove la raffinatezza della location e il calore dell'accoglienza vi riconcilieranno con il mondo.

Santi Poeti e Navigatori: sapori locali con un tocco di creatività

A pochi passi dalla maestosa Chiesa Parrocchiale di S.Antonino Martire risalente al 1404 e con il campanile vistosamente inclinato, se amate il gusto della scoperta troverete il ristorante “Santi Poeti Navigatori”, aperto nell’estate del 2013 e immediatamente diventato ritrovo dei gourmet amanti della cucina dell’entroterra.

Si trova nella piazza principale, quella dedicata a Giuseppe Garibaldi, al numero 1,ma non presenta all’esterno alcuna insegna. Lo riconoscerete facilmente per la facciata rossa di recente restauro, che si stacca dalle altre abitazioni e perché sbirciando all’interno attraverso i vetri delle porte si possono intravedere le tavole apparecchiate.

Il locale si trova all’interno di un’antica locanda recuperata ed elegantemente ristrutturata, dove il legno ed una tappezzeria in  stoffa bordeaux sono i motivi dominanti. Varcando la soglia vi accorgerete di essere entrati in altra epoca, con tavoli apparecchiati con raffinatezza e impreziositi da dettagli minimali, ma importanti  come i bicchieri di cristallo, le posate d’argento e le porcellane. 

Non mancano i fiori di stagione che si trovano al centro dei tavoli in eleganti composizioni. Se con i vostri ospiti sarete riusciti a resistere al fascino dell’arredamento, non vi resterà che lasciarvi sedurre dalla cucina, un mix dal gusto intrigante e dove il chilometro zero è un imperativo categorico.

Althea Lattuada, la brava e giovane chef del locale di cui vi avevo parlato in una precedente recensione, ha lasciato in estate il locale e si è trasferita sulla costa in un ristorante di cui vi scriverò presto e dove sicuramente riscuoterà il meriato successo.

Nel locale è stata sostituita ora da un nuovo chef, di provata esperienza, Fulle Sergio da oltre 35 anni ai fornelli dei migliori ristoranti del  Piemonte, terra di grandi cuochi e di una gastronomia ricca e gustosa. La cucina e la composizione dei menù è rimasta la stessa. Sergio ha saputo interpretare bene il passaggio dalle carni piemontesi alle verdure liguri, aggiungendo alla proposta originaria del ristorante con discrezione qualche piccola variante, come lo zabajone al parmigiano e tartufo nero e diverse varietà di pane. 

   

Il menù cambia ogni tre settimane, seguendo  il ritmo delle stagioni, e comprende di norma tre antipasti, due primi, due secondi e due dolci. Le quantità sono corrette e consentono di arrivare fino al fondo senza particolari difficoltà, i piatti sono presentati con cura e fantasia e il prezzo è ragionevolmente fissato in 30 euro.

Ecco quello di novembre:

Non è possibile la scelta alla carta e dal menù è possibile solo eliminare, ma non aggiungere.

Il titolare, Antonio Gallese, è persona discreta che non ama i riflettori. Ha scelto di non fare pubblicità al locale e di affidarsi al passa parola, e garantisce che chi è andato una volta, quasi sempre è ritornato ed ha invitato gli amici. Un ottimo risultato se considerate che siamo nell’entroterra, a 40 minuti da Sanremo. Antonio ritiene che l’accoglienza sia importante quanto la cucina ed infatti serve anche in sala, curando i menù ed in particolare la loro stampa su cartoncino pergamena impreziosita da disegni o stampe antiche, tanto belli che accade spesso che il cliente chieda di averne una copia come ricordo della serata. Dalla cucina è un susseguirsi di piatti tradizionali, rielaborati e presentati con eleganza: come acciughe croccanti con peperone arrostito e salsa all’aglio nuovo; fagottino di pasta fillo con fave , porri e asparagi; sformatino di cipolle tropea su fonduta di toma di Arzene, una vera leccornia; come primi tagliatelle con trombette, pomodori e fiori di zucca seguiti da rigatoni farciti con ricotta di capra e crema di melanzane e pesto leggero; come secondi si segnala una splendida interpretazione del coniglio alla ligure disossato e su letto di patate, timo e sorbetto al limone ed un filetto di maiale al pigato. Dolci in linea con la filosofia della cucina e cantina in evoluzione, con buone etichette di produttori locali e qualche interessante arrivo fuori regione.

Claudio Porchia

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