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| 26 luglio 2014, 00:37

Provincia di Imperia è “l’ultima spiaggia” della Liguria: i turisti delle seconde case non spendono più, ecco l’impatto economico

Il dato generale, estratto dall’Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) calcolato sulle quattro Province appare confortante, ma ad osservare meglio l’andamento del quinquennio 2009-2013, la Provincia di Imperia ne esce con le ossa rotte: -10,9%.

Infografica a cura di sanremonews.

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“Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza”. Devono avere fatto propria questa massima di Andrej Tarkowsky, regista e sceneggiatore sovietico degli anni sessanta, i turisti proprietari di seconde case che affollano la Provincia di Imperia. Se il turismo rappresenta il motore economico della Riviera dei Fiori, forse occorre anche pesare l’impatto economico delle presenze.

Il giro d’affari generato sul territorio ligure, delle spese sostenute dai turisti delle abitazioni private a fine 2013, è stimato in 3,5 miliardi di euro. Il 20,4% in più rispetto al 2009. Il dato generale, estratto dall’Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) calcolato sulle quattro Province appare confortante, ma ad osservare meglio l’andamento del quinquennio 2009-2013, la Provincia di Imperia ne esce con le ossa rotte: -10,9% rispetto ai segni più di Savona (+34%), Genova (25,1%), La Spezia (+37%).

Savona e Imperia sono le province con il maggior numero di presenza in seconda casa, ma solo la prima registra un aumento rispetto al 2009. Indice questo che denota come non sempre le presenze si tramutino in entrate economiche per i comuni della Riviera dei Fiori.

Il turismo delle seconde case, che registra una forte prevalenza di domanda italiana, è di prossimità: vale a dire che la maggior parte dei turisti risiede in Lombardia e in Piemonte.

L’identikit. Resta centrale il target della famiglia con bambini piccoli (43,6%). Seguono le coppie (sposati e/o fidanzati) con il 27%. In doppia cifra figurano i singoli turisti (10,8%) e i gruppi di amici (8,2%).

Un quadro in controtendenza rispetto alle altre Provincie che pone una serie di interrogativi e impone la programmazione di un nuovo modello di rilancio del brand “Riviera dei Fiori”. Appare infatti anacronistico pensare di avvantaggiarsi in modo consistente e diffuso del crescente mercato – ormai a livello internazionale – se si rimane fermi sugli standard qualitativi attuali.

Renato Agalliu

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