ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / 

In Breve

| 07 aprile 2020, 07:14

Coronavirus, finito l'incubo per il farmacista Elvio Barla, finalmente tornato a casa: "Grazie di cuore a tutto il personale del Borea"

"Ci sono infermieri e infermiere che non vedono i loro figli da trenta giorni, chi non c’è dentro non se ne rende conto. Ai cittadini dico di stare a casa, come dicono le autorità, per evitare il contagio"

Coronavirus, finito l'incubo per il farmacista Elvio Barla, finalmente tornato a casa: "Grazie di cuore a tutto il personale del Borea"

Dopo diciannove giorni di ricovero all’ospedale Borea di Sanremo, dove ha lottato contro il coronavirus, il dottor Elvio Barla, farmacista, presidente dell’associazione ‘Titolari di Farmacie’ della provincia di Imperia, è tornato a casa. Testimone di una brutta avventura, Barla è stato ricoverato nel reparto malattie infettive. Al Borea, sempre a causa del covid è finita anche la moglie, Stefania Marvaldi, che oggi sta meglio, ma è stata in terapia intensiva. Insieme al figlio Nicolò, anche lui colpito dal coronavirus, in forma più lieve, gestiscono la farmacia di Caramagna, uno dei quartieri più popolari di Imperia.

Con l’incubo alle spalle, Barla ha voluto ringraziare tutto il personale medico e paramedico dell’ospedale di Sanremo. “All’interno ho trovato un’umanità che non ricordavo. – ci ha detto - Ho visto il dispiacere forte quando una persona anziana purtroppo ci lasciava, e questo mi ha riempito l’anima.   Sono gesti, momenti in cui ti accorgi che nella nostra società ci sono ancora persone che fanno del bene a prescindere dal loro lavoro, ci mettono tanto del loro. A tutti loro un grazie di cuore. Oggi ho sentito anche il dovere di chiamare il direttore generale per dirglielo, ho trovato un’umanità che mi ha  riconciliato con la nostra società che tante volte è violenta e pensa solo a se stessa. Sono stato veramente gratificato da questo comportamento dei medici e di tutto il personale infermieristico. Ci sono infermieri e infermiere che non vedono i loro figli da trenta giorni, chi non c’è dentro non se ne rende conto. Ai cittadini dico di stare a casa, come dicono le autorità, per evitare il contagio”.

Io – continua – adesso sto bene. Fortunatamente credo che tra un paio di giorni uscirà anche mia moglie, sono a posto sotto tutti gli aspetti, devo continuare a prendere i farmaci per terminare la terapia, ma la strada è tracciata, vediamo di percorrerla lentamente. C’è da dire che questa patologia, al di là dei miglioramenti clinici, purtroppo fa sì che il polmone, per tornare come prima della malattia abbia bisogno di uno, due mesi di convalescenza, continuando a fare la ginnastica respiratoria, evitando di affaticarsi e di respirare polveri, perché il trauma è molto importante. Bisogna fare una convalescenza di un certo tipo. Un’altra cosa che ritengo molto importante, e bisogna che passi il concetto alle persone che sono a casa con la febbre, che se la febbre alta continua e si ha una saturazione che tende ad abbassarsi, è forse il caso di non aspettare, chiamare il 112 e andare in pronto soccorso, in maniera tale che ci sia una valutazione clinica corretta. Alla fine i nostri polmoni vanno a riempirsi di liquidi, ma è importante non arrivare a questi livelli”.

Barla infine rivolge un pensiero ai suoi colleghi farmacisti.

In questi giorni devo ringraziare tutti i miei colleghi, titolari e collaboratori. Stanno facendo sul campo un lavoro encomiabile. Alisa ha trovato le mascherine per la protezione personale, purtroppo solamente sabato perché non si trovavano. Ci siamo dovuti ognuno aggiustare con tutto quello che abbiamo trovato, abbiamo trovato 120 barriere di plexiglass con cui abbiamo coperto tutta la provincia, abbiamo fatto l’assicurazione per il covid per titolari e per le persone che fanno parte dell’associazione che ha avuto un’attenzione molto importante nei confronti di tutti i miei colleghi. Io ringrazio tutti per il lavoro sul campo che fanno, in silenzio ma svolgendo una funzione sociale importantissima. Avrei voluto vedere come si sarebbe potuta fare la distribuzione dei farmaci salvavita se non fossero stati passati alle farmacie territoriali, un altro punto che secondo me ha evitato assembramenti di persone, per cui faccio un plauso all’assessore (Sonia Viale ndr) che a suo tempo aveva deciso di percorrere questa strada”.

Francesco Li Noce

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium