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Al Direttore | 31 marzo 2020, 10:06

Nostra lettrice ci scrive dall'estero per dire la sua sulla situazione emergenziale che si vive in questo momento

Nostra lettrice ci scrive dall'estero per dire la sua sulla situazione emergenziale che si vive in questo momento

Una nostra lettrice di Sanremo, Isabella Podda, (di origine sarda e che ora vive all’estero) ci ha scritto per dire la sua in questo difficile momento per tutti:

“Desidero esprimerLe prima di tutto il mio plauso per il servizio, che é veramente più o meglio di un servizio pubblico, che lei e i suoi collaboratori continuate a fare incessantemente malgrado le limitazioni e le difficoltà che le circostanze attuali impongono. Volevo anche ringraziare pubblicamente tutti i fedeli, e le Diocesi in particolare in Sardegna ma anche altrove, che si stanno organizzando per celebrare al meglio, nonostante l'emergenza, i riti della Settimana Santa ormai imminente. Preciso che non appartengo a nessun partito politico, sebbene ci siano in politica delle persone che stimo indipendentemente dal ‘colore’ e dall'appartenenza partitica. Volevo condividere qualche breve considerazione sull'attuale momento ‘schizofrenico’ che stanno vivendo la nostra Italia, l'Europa e buona parte del Mondo, e in particolare naturalmente la nostra Italia. Chi ha più o meno la mia età dunque ricorderà senz'altro che, contrariamente a quanto dicono alcuni esponenti della politica e della scienza in Italia e altrove, questa ‘epidemia’ o ‘pandemia’ come dicono non é assolutamente la prima che si sviluppa negli ultimi cento anni”.

“Abbiamo infatti avuto, oltre alla famosa spagnola che tra il 1918 e il 1919 fece tra 50 e 100 milioni di morti nel mondo intero, anche l'asiatica nel 1958-1959 con decessi tra 1 e 4 milioni e di nuovo l'asiatica ‘di Hong Kong’ nel 1968-1969, che fece ancora tra 1 e 4 milioni di vittime nel mondo, e molte altre. Io ho un ricordo diretto in particolare della spagnola, perché mia nonna la ebbe e mi raccontava quella che fu la situazione all'epoca, in un contesto ben peggiore di quello attuale perché non c'era l'opulenza che c'é oggi e si usciva dalla Prima Guerra Mondiale con tutte le devastazioni che essa aveva provocato. Ho un ricordo ancora più diretto della seconda ondata dell'asiatica, quella ‘di Hong Kong’, in quanto nel 1968 io stessa, che avevo 26 anni, e tutta la mia famiglia ci ammalammo di questa malattia. Ricordo comunque che se ne parlava, sui mezzi di comunicazione dell'epoca cioé i giornali e la televisione appena nata, ma non c'era la psicosi generale che vedo oggi, e non c'erano nemmeno queste quarantene generalizzate su scala mondiale o quasi, eppure ci furono tanti malati, anche gravi, e tanti morti, e non esistevano gli strumenti medici e tecnici di cui disponiamo oggi. Ricordo anche che la Chiesa Cattolica Romana, in quella occasione, non interruppe, come sorprendentemente - a mio avviso - il Papa e i Vescovi hanno fatto oggi, le Celebrazioni Eucaristiche e le Liturgie in generale ‘con concorso di popolo’, e che anzi esse furono di conforto, per i fedeli, nel corso dell'epidemia”.

“Per quanto mi riguarda, il decorso della influenza ‘di Hong Kong’ fu doloroso perché avemmo tutti febbre fino a 41, tutta la mia famiglia compresa una bambina piccola di circa 4 anni, ma non fu lunghissimo, e fummo curati dal Medico di Famiglia il quale ci prescrisse delle dosi di chinino, che all'epoca come i miei coetanei ricorderanno si acquistava addirittura dal Tabaccaio e non costava moltissimo. Ovviamente nessuno si permette di dire che questo nuovo coronavirus debba essere sottovalutato, come ha fatto purtroppo il Governo italiano nei primi giorni e settimane, e quindi é logico che degli accorgimenti di ordine igienico-sanitario siano necessari nella vita di tutti i giorni. Non capisco tuttavia la necessità, in diversi Paesi ma soprattutto in Italia, di generare nelle persone, che già soffrono per tanti motivi e in particolare per una situazione economica che era già negativa prima di questo evento e di cui il Governo aveva perso il controllo prima del coronavirus, ansia, angoscia, addirittura terrore, in quanto nella reclusione forzata che viene imposta dalle Autorità si passa molto tempo - purtroppo - davanti al televisore e davanti al computer, o davanti ai vari Facebook e compagnia, e non si trova altro che eterne, interminabili edizioni straordinarie in cui i politici di turno, o i grandi scienziati, fanno dichiarazioni catastrofiche, che sono spesso in contraddizione l'una con l'altra ma che, tutte o quasi, prevedono l'imminente apocalisse e terrorizzano dunque ulteriormente una popolazione che é già di suo fortemente provata, già da prima”.

“Mi riferisco in particolare agli esperti virologi e soprattutto al ben noto dott. Roberto Burioni, che pur essendo senza dubbio molto competente appare, quasi come una rockstar, tutte le settimane nella trasmissione di Fazio su Raidue e che elargisce consigli di tutti i tipi, molti dei quali trovo personalmente - anche se non ho le lauree del dott. Burioni - fuori luogo e fa dichiarazioni allarmistiche preventivando l'arrivo imminente della catastrofe generale. Non credo comunque che, malgrado le qualità e la cultura, molto superiore alla mia, di cui senz'altro dispone il dott. Burioni, sia necessario che infonda, lui ed anche altri suoi colleghi ma lui é quello che in questo mi sembra appaia di più e quindi lo prendo come esempio, nella popolazione questi sentimenti di angoscia che a nulla servono se non ad aggravare questa situazione, sia in termini sanitari perché é stato dimostrato che questa reclusione forzata in casa puó provocare, in persone particolarmente fragili, persino delle problematiche di tipo psichico, sia in termini economici perché é evidente che di fronte allo scenario apocalittico che il dott. Burioni e i suoi colleghi profilano ad ogni intervento televisivo le persone si fiondino nei supermercati e facciano incetta di prodotti di ogni genere, molti dei quali andranno anche sprecati, rischiando quindi di provocare una possibile penuria di taluni generi di prima necessità, visto che ormai il tessuto produttivo é bloccato se non in agonia”.

“Sarebbe meglio, almeno é quello che penso, che le informazioni sul coronavirus, che é giusto siano fornite al pubblico, fossero lasciate ai telegiornali, che i programmi di intrattenimento, come era quello di Fazio soprattutto da quando é passato su Raidue, tornassero a fare intrattenimento perché diversamente non vedo come si possa reggere emotivamente chiusi in casa e vedendo 24 su 24 queste continue edizioni straordinarie, e che gli esperti come il dott. Burioni si limitassero a dare i consigli di base lasciando tutte le valutazioni opportune al termine di questo episodio, e quindi - visto che i consigli basilari li conoscono tutti a memoria e basta un giornalista per ripeterli al telegiornale - se ne stessero a casa loro, o andassero a lavorare nei loro centri di ricerca, nell'attesa della fine di questa situazione quando, come detto, a menta fredda e quando la popolazione sarà un minimo rasserenata, o almeno non reclusa in casa ‘per non aver commesso il fatto’, potranno liberamente esprimere tutte le loro osservazioni. Per quanto riguarda i farmaci, osservo, pur non avendo la cultura medica e scientifica del dott. Burioni e dei suoi colleghi, che in diversi Paesi, in Francia e negli Stati Uniti in particolare, viene utilizzato ormai su ampia scala il trattamento antimalarico a base di clorochina, con un vecchio farmaco degli anni Cinquanta che costa pochissimo - almeno qui - e che parrebbe funzionare in associazione con un antibiotico”.

“Se i risultati di questi farmaci hanno spinto questi Paesi, e il Presidente Trump che sarà eccentrico ma non é certo il primo idiota che passa oppure i suoi compatrioti non lo avrebbero eletto al posto più importante del mondo, ad autorizzare questo trattamento con risultati apparentemente incoraggianti, spero che anche la nostra Italia si decida in tal senso, anche perché le notizie che giungono in termini di numero di malati e di decessi sono impressionanti e dunque un trattamento efficace permetterebbe senz'altro, o almena si spera, di ridurre questi numeri spaventosi e di ridurre contestualmente la pressione su molti Ospedali che sono al collasso per anni ed anni di tagli incessanti da parte dei vari Governi, Monti in primis e via via gli altri, che si sono succeduti”.

Carlo Alessi

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