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Attualità | 13 ottobre 2019, 07:11

Viaggio nel mondo degli Alcolisti Anonimi di Sanremo: “Problema sottovalutato, ci si ritrova storditi a casa con la bottiglia vuota e una vita triste chiusa intorno all'alcol”

“Il primo passo per guarire è arrendersi e ammettere che l’alcol è più forte di te”

Viaggio nel mondo degli Alcolisti Anonimi di Sanremo: “Problema sottovalutato, ci si ritrova storditi a casa con la bottiglia vuota e una vita triste chiusa intorno all'alcol”

Un bicchiere dopo l’altro, una bottiglia dopo l’altra e la vita si sbriciola in un continuo di stordimento e distacco dalla realtà. L’alcolismo è una delle dipendenze più difficili da riconoscere e, allo stesso tempo, più complessa da scacciare. 

A Sanremo, Taggia e Ventimiglia c’è chi ha scelto la strada dell’auto aiuto per uscire da un mondo oscuro che distrugge piano piano la quotidianità. L’Associazione degli Alcolisti Anonimi è nata in Italia poco dopo la Seconda Guerra mondiale e si è presto diffusa per tutto lo stivale. Purtroppo c’è sempre qualcuno che ha bisogno per posare il bicchiere per l’ultima volta.

A Sanremo è un problema molto presente ma anche sottovalutato e c’è poca informazione” ci dice un rappresentante dell’associazione che, ovviamente, desidera rimanere anonimo. “Siamo tutti volontari, lo facciamo come spirito di associazione - aggiunge - ci vediamo una volta alla settimana, i membri cambiano e i gruppi sono variabili. A Sanremo al momento siamo in due a essere presenti al gruppo ‘L’alba’ da molti anni, ma il problema dell’abuso di alcol non è mai esaurito, l’alcolista ha bisogno di un sostegno medico e di auto aiuto per capire che ha un problema e rimanerne lontano. A volte si vede qualcuno di nuovo, ma è difficile che ritorni. Io sono riuscito a smettere, mi sono fatto prendere per mano e sono riuscito a capire che potevo andare da solo ed essere indipendente”.

Il gruppo di Sanremo, così come gli altri liguri di Ventimiglia, Arma di Taggia, Savona, Genova, Chiavari e La Spezia e anche in tutta Italia, affrontano il difficile viaggio di uscita dall’alcolismo con la teoria dei 12 passi
1) Abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte all’alcol e che le nostre vite erano divenute incontrollabili.
2) Siamo giunti a credere che un Potere più grande di noi potrebbe ricondurci alla ragione.
3) Abbiamo preso la decisione di affidare le nostre volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come noi potemmo concepirLo.
4) Abbiamo fatto un inventario morale profondo e senza paura di noi stessi.
5) Abbiamo ammesso di fronte a Dio, a noi stessi e a un altro essere umano, l’esatta natura dei nostri torti.
6) Eravamo completamente pronti ad accettare che Dio eliminasse tutti questi difetti di carattere.
7) Gli abbiamo chiesto con umiltà di eliminare i nostri difetti.
8) Abbiamo fatto un elenco di tutte le persone cui abbiamo fatto del male e siamo diventati pronti a rimediare ai danni recati loro.
9) Abbiamo fatto direttamente ammenda verso tali persone, laddove possibile, tranne quando, così facendo, avremmo potuto recare danno a loro oppure ad altri.
10) Abbiamo continuato a fare il nostro inventario personale e, quando ci siamo trovati in torto, lo abbiamo subito ammesso.
11) Abbiamo cercato attraverso la preghiera e la meditazione di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come noi potemmo concepirLo, pregandoLo solo di farci conoscere la Sua volontà nei nostri riguardi e di darci la forza di eseguirla.
12) Avendo ottenuto un risveglio spirituale come risultato di questi Passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio agli alcolisti e di mettere in pratica questi principi in tutte le nostre attività.

L’esperienza dell'associazione mi è piaciuta - ci racconta ancora l’anonimo ex alcolista - ci aiuta a migliorare noi stessi con il percorso dei 12 passi e poi ci sono le tradizioni che aiutano a mantenerla unita”. Cosa si può fare per uscire dal tunnel dell’alcol?Per smettere di bere bisogna prima toccare il fondo e poi chiedere aiuto. Il primo passo è accettare che l’alcol è più forte. È una dipendenza che si alimenta nel tempo, inizialmente non te ne accorgi e poi diventa un’abitudine senza rendersene conto. Un alcolista ha bisogno di bere appena si sveglia, insieme al caffè, poi si passa a bere sul lavoro e poi ci si ritrova a casa con la bottiglia vuota e una giornata triste chiusa intorno all’alcol. Incontrare gli altri per sapere come sono riusciti a smettere di bere è un passaggio importante, qui ognuno è libero, non usciamo medicine ma l’unica cura è parlare e ascoltare per poi mettere in pratica qualche suggerimento. A Sanremo spesso il problema viene sottovalutato, non c’è molta informazione e si dà anche poca voce al lavoro della nostra associazione. L’informazione è importante e andrebbe fatta capillarmente specie tra i giovani che hanno molta più energia di noi”.

Esiste un problema alcol tra i giovani?Oggi vediamo molti ragazzi con il bicchiere in mano - ci dicono dall’associazione - già a 20 anni si possono avere problemi, ma non vengono certo da noi a chiedere aiuto. La situazione inizia ad essere più drastica tra i 30 e i 40 anni e si inizia a prendere coscienza di avere un problema”.

Nelle sue mille sfaccettature quella dell’alcolismo resta una piaga della nostra contemporaneità e grazie ad associazioni come gli Alcolisti Anonimi qualcosa è ancora rimediabile. C’è poi, ovviamente, il preziosissimo lavoro di medici e psicologi che aiutano chi è caduto in un vortice dal quale è a dir poco complesso uscire. Tutto serve per fare qualche passo avanti in una vita che rischia di annegare sul fondo di un bicchiere.

Per chi volesse rivolgersi al gruppo ‘L’alba’ di Sanremo può trovare informazioni in strada Borgo 3, dietro la chiesa di San Giuseppe, nella piccola strada che porta in via Dante Alighieri. Il numero da chiamare è: 331 9195427. Può essere un primo passo.

Pietro Zampedroni

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