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Attualità | 29 settembre 2019, 08:00

Il Padre Santo nella memoria dei liguri: l'analisi storico-religiosa di Pier Luigi Casalino

In tempi di decadenza dei valori dello spirito e di perdita delle stesse ragioni storiche che sono all'origone della nostra civiltà, anche questo aspetto testimonia la profondità di una crisi che non è solo economica.

Il Padre Santo nella memoria dei liguri: l'analisi storico-religiosa di Pier Luigi Casalino

Il 17 settembre scorso la Chiesa Cattolica ha ricordato Francesco Maria da Camporosso (nato a Camporosso il 27 dicembre 1804 e morto a Genova, appunto, il 17 settembre 1866. Nel capoluogo ligure si spense a soli 41 anni, servendo il prossimo in totale imitazione di Cristo). Religioso appartenente all'ordine dei frati minori cappuccini, al secolo Giovanni Croese, fu proclamato santo da Papa Giovanni XXIII nel 1962 e viene chiamato dalle genti liguri, a lui particolarmente devote, il Padre Santo.

Un'intensa vita di pietà e di apostolato, la sua, degna di grande ammirazione e considerazione tra i suoi contemporanei, ma anche un significativo lascito di santità e di virtù eroiche per quanti continuano a ricorrere a lui, invocandone la protezione e le grazie. Un monumento di spiritualità e di umanità, dunque, manifestato dal Santo fin dall'infanzia e soprattutto da quando, colpito a dieci anni da una grave malattia, i suoi genitori lo portarono al Santuario della Madonna del Laghetto, per chiederne la guarigione, che ottenenne miracolosamente.

Oggi il Santuario del Laghet è in Francia, ma allora era ancora in territorio sabaudo come il resto del Ponente ligure (provincia di Nizza marittima) e dell'intera Liguria, dopo la parentesi napoleonica. La visita al sacro luogo  da parte del piccolo Giovanni rappresentò un momento di grande significato per la vita del Santo, sia per il suo amore per la Madre di Cristo, che per il suo slancio verso i sofferenti e gli afflitti.Da quel momento, infatti, il futuro santo ligure, incarno' a pieno la cristiana carità nella sua più elevata espressione sociale e morale. Lasciata la famiglia, che aiutava nei lavori agricoli e di guida del gregge, oltre che nella vendita dei prodotti della terra a Mentone, trascorse gran parte della sua vita a Genova, presso il Convento dei Capuccini.

Si adoperò con zelo e  generosita a favore dei poveri, dei malati e delle persone infelici. L'esistenza di San Francesco Maria da Camporosso costituisce un prezioso dono dell'animo ligure, ma anche un'esperienza di straordinaria interpretazione del Vangelo di Cristo. La memoria del santo originario di Camporosso, se pur, in genere, celebrata con il dovuto riguardo dalla famiglia francescana ligure, oltre che dalle autorità civili, anche locali, non sembra piu' seguita con l'attenzione che merita dai fedeli di questo estremo lembo di Liguria. E cio' in mancanza di sintonia con il tradizionale affetto che ha sempre accompagnato questo figlio della nostra terra.

Nel 2016, a 150 anni dalla sua morte, gli è stato, tuttavia,  reso omaggio  dal Cardinale Bagnasco, proprio nella sua città natale.  Manca tuttavia quella giusta attenzione nel ricordo dell'affetto che ha accompagnato sempre il Santo nella coscienza collettiva dei credenti di questa parte di mondo. In tempi di decadenza dei valori dello spirito e di perdita delle stesse ragioni storiche che sono all'origone della nostra civiltà, anche questo aspetto testimonia la profondità di una crisi che non è solo economica. L'esempio del Santo ci sproni ad allargare gli orizzonti della speranza.

Redazione

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