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Attualità | 13 settembre 2019, 06:14

L’ingegnere Pietro Agosti, celebre per aver progettato alcuni tra gli edifici più famosi di Sanremo

La ricostruzione dello storico Andrea Gandolfo

L’ingegnere Pietro Agosti, celebre per aver progettato alcuni tra gli edifici più famosi di Sanremo

Pietro Agosti nacque a Bordighera il 1° aprile 1873 da Giuseppe, impiegato delle ferrovie originario di Castellazzo in provincia di Alessandria, e da Caterina Amoretti. Nel 1878 il padre venne nominato capostazione a Ospedaletti, allora frazione del Comune di Coldirodi. Il 3 settembre 1887 Pietro venne inviato a Sanremo presso una famiglia di conoscenti domiciliata in via Carlo Alberto (l’attuale via Nino Bixio) per poter seguire gli studi superiori. Dopo aver frequentato un corso di studi regolari con un buon rendimento, si iscrisse alla Scuola di Applicazione fra gli Ingegneri di Torino, dove si laureò in ingegneria civile il 3 settembre 1896.

    Subito dopo il conseguimento della laurea, iniziò l’attività di libero professionista a Sanremo ricevendo il primo importante incarico dal parroco di Bussana don Francesco Lombardi, che chiamò il giovane ingegnere a sostituire il genovese Maurizio Dufour, scomparso prematuramente, per completare la realizzazione del Santuario del Sacro Cuore. In particolare, egli risolse il problema del dislivello tra la chiesa e la piazza e progettò il tempietto che ospita il Bambino di Praga, il portale dell’edificio e la tomba di don Lombardi.

    Nel 1897 progettò l’Hotel Parigi a ridosso dell’allora chiesa presbiteriana scozzese, due anni dopo realizzò il progetto del maestoso Hotel Savoy aggiornandosi sui modelli di albergo che si stavano allora costruendo in Costa Azzurra. Nel 1902, su incarico dell’avvocato Antonio Asquasciati, progettò in via Matteotti palazzo Asquasciati situato tra via Feraldi e via Escoffier. Poco dopo curò il progetto di Villa Rothemburg in corso Cavallotti, Villa Maya e Villa Vista Lieta in corso Inglesi, di Villa Perla per i Marsaglia, la ristrutturazione della Villa Gandolfi (l’attuale Villa Magnolie) nel 1903, la sopraelevazione dell’Hotel Méditerranée nel 1906, e la realizzazione del Castello D’Evachan in corso Inglesi e di Villa Spinola (l’odierna Villa King) in corso Cavallotti nel 1909.

    Ai primi del secolo venne nominato consigliere di amministrazione dell’Asilo Infantile “Francesco Corradi” e poi membro dell’Amministrazione di Carità, che riuniva in un unico ente le gestioni dell’Ospedale Civile e dell’Istituto Giovanni Borea e Zeffiro Massa. Tra il 1908 e il 1913 ricoprì la carica di consigliere comunale sotto l’Amministrazione Natta Soleri, occupandosi anche delle tutela dei Beni Pubblici nel Ponente. Negli stessi anni svolse anche le mansioni di presidente della Giunta per il Catasto della Provincia di Porto Maurizio, di membro del Consiglio Provinciale Sanitario e di socio del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti di Genova.

    Nel 1910 vinse il concorso nazionale per il progetto del nuovo palazzo municipale di Messina, nel 1912 realizzò insieme all’ingegner Franco Tornatore il progetto della Chiesa Russa e fu incaricato della ristrutturazione di Palazzo Bellevue e di Villa Zirio. In questo periodo partecipò anche alla progettazione di importanti edifici fuori Sanremo, come il Grand Hotel di Saint Vincent e il Ruhl di Nizza. Nel 1913, su richiesta del vescovo di Ventimiglia Ambrogio Daffra, progettò gratuitamente l’Orfanotrofio San Secondo a Ventimiglia, ricevendo come ricompensa da papa Benedetto XV la nomina a commendatore di San Silvestro.

    Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale iniziò una fase di stallo nell’attività edilizia della città, tanto che per trovare un’altra sua opera bisogna andare al 1927, quando eseguì, sempre a titolo gratuito, il progetto per la Casa del Bambino dell’Istituto “Pro Infantia” in piazza Eroi Sanremesi. L’anno dopo la sua nomina a podestà di Sanremo abbozzò anche il progetto dell’edificio delle Scuole Elementari di via Volta, rimasto incompiuto e poi concluso nel 1935 da Giovenale Gastaldi. Nel 1928 realizzò inoltre il progetto della facciata in stile déco del Cinema Centrale, ispirandosi ai dettami della nuova corrente artistica affermatasi all’Esposizione di arti decorative e industriali di Parigi nel 1925.

    La fama raggiunta da Agosti nella sua attività professionale aveva intanto attirato l’attenzione su di lui da parte delle autorità governative, che pensarono che egli fosse l’uomo migliore per guidare Sanremo come primo podestà. Così, dopo l’istituzione del podestà a capo delle amministrazioni comunali, nel febbraio del ’27 giunse la notizia della sua nomina. Il 26 maggio 1927 si tenne la solenne cerimonia di insediamento nella sala del Consiglio comunale del Palazzo Civico di piazza Nota. Alla cerimonia parteciparono le massime autorità civili, militari e religiose della città, tra cui il procuratore del re, il presidente del Tribunale, il comandante del 42° Reggimento di Fanteria, il senatore Domenico Nuvoloni, il parroco di San Siro, il segretario politico del Fascio Gerolamo Vigo, il preside del Liceo Cassini Salvatore Rossi, il presidente del sindacato dei floricoltori Guido Calvi, oltre a numerosissimi cittadini che affollavano la sala consiliare. Alla cerimonia presero parte anche il prefetto di Imperia generale Umberto Zamboni, il suo capo di gabinetto e il questore, che furono ricevuti dal commissario prefettizio Giuseppe Zingale e dallo stesso Agosti.

    Nel suo discorso di insediamento tracciò il programma della sua amministrazione, che prevedeva la realizzazione di una serie di importanti opere pubbliche, soprattutto a favore del settore turistico, sottolineando soprattutto la rilevanza nazionale di Sanremo e dell’intera Riviera di Ponente, che necessitavano con urgenza di interventi straordinari da parte del governo per il loro rilancio economico e turistico. Già nel primo mese della sua Amministrazione, predispose un’accurata relazione sulle necessità urgenti di Sanremo e della Riviera di Ponente, che il 22 giugno 1927 consegnò direttamente a Mussolini, il quale aveva concesso un colloquio privato ai podestà di Sanremo e Imperia accompagnati dal prefetto della provincia Zamboni. 

    Intanto tornava alla ribalta il problema della regolamentazione del gioco d’azzardo nelle case da gioco italiane, per cui già l’8 giugno 1926 i senatori Luiggi e Chersich avevano presentato al Parlamento una proposta di legge, nella quale era previsto che il governo autorizzasse il gioco d’azzardo soltanto in quattro comuni, sedi di stazioni climatiche di frontiera, ossia Sanremo, Campione d’Italia, Merano e Abbazia. Proprio quest’ultima località fu scelta nel settembre del ’27 come sede del VI Congresso delle Stazioni di Cura, Soggiorno e Turismo, al quale prese parte anche Agosti, che vi lesse un’importante relazione, nella quale illustrò dettagliatamente le sue proposte per il potenziamento e il miglioramento del sistema delle comunicazioni e delle strutture turistiche e ricettive della Riviera di Ponente, che risultavano non del tutto soddisfacenti soprattutto se confrontate con quelle della vicina Costa Azzurra.

    Nell’ultimo capitolo della sua relazione elencò i lavori da effettuare a Sanremo nell’arco di cinque o sei anni per una spesa complessiva intorno ai 200 milioni, tra essi i più significativi riguardavano la costruzione della fognatura generale e la copertura dei torrenti, la realizzazione di case per gli operai, il prolungamento di corso Trento e Trieste e di corso Umberto, la sistemazione del sottosuolo con un nuovo impianto del gas, l’ampliamento della passeggiata Imperatrice, la costruzione di varie strutture di pubblica utilità quali il nuovo Ospedale Civile, nuovi edifici scolastici, il nuovo mercato dei fiori e un nuovo teatro per spettacoli lirici e drammatici, la realizzazione del nuovo cimitero di Valle Armea e varie opere di abbellimento relative ai giardini pubblici, servizi igienici, pavimentazione delle strade e lastricatura dei marciapiedi. L’assemblea approvò all’unanimità la sua relazione che puntava soprattutto sulla possibilità che il governo concedesse finalmente la tanto attesa autorizzazione al Comune di Sanremo per esercitare il gioco d’azzardo nel suo Casinò Municipale.

    Nel mese di novembre del ’27 interpellò nove ditte sottoponendo alle stesse un contratto tipo, in cui si stabiliva che il Comune avrebbe concesso a trattativa privata la locazione e conduzione del Casinò in attesa che il governo permettesse il regolare svolgimento del gioco d’azzardo al suo interno nella piena legalità. Il 10 dicembre giunse in Comune una formale offerta di gestione della Casa da gioco matuziana da parte della Società Anonima Suvini-Zerboni, amministrata dal grand’ufficiale Giuseppe Paradossi e dal cavaliere napoletano Luigi De Santis, che offrì la somma complessiva di 50 milioni per una concessione di cinque anni, oltre ad un prestito immediato all’Amministrazione comunale ammontante a quattro milioni, che sarebbero stati poi ammortizzati con trattenute sul canone.

    Il 22 dicembre 1927 venne quindi emanato il regio decreto legge n. 2448, poi pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 3 gennaio 1928, con il quale il governo, per venire incontro alla necessità di rimpinguare il bilancio comunale e più in generale di rilanciare il comparto turistico di tutta la Riviera italiana, allora in concorrenza con la vicina Costa Azzurra, concedeva finalmente al Comune di Sanremo l’autorizzazione a gestire direttamente il Casinò con il relativo gioco d’azzardo. Il 4 gennaio 1928 il ministro dell’Interno ratificò con un proprio decreto, rendendola esecutoria, la convenzione tra il Comune e la concessionaria presieduta da De Santis, alla quale venne affidata ufficialmente la gestione del Casinò con una deliberazione comunale emanata dal podestà Agosti il 14 gennaio successivo. 

    Nel corso della sua attività amministrativa egli assunse anche una serie di importanti iniziative miranti alla riorganizzazione degli enti comunali e al miglioramento della qualità dei servizi che questi potevano offrire alla cittadinanza. Tra i suoi principali provvedimenti si ricordano la costituzione della Commissione annonaria, presieduta dal suo vice Ernesto Parodi, della Commissione teatrale, incaricata di gestire il Teatro Principe Amedeo, l’approvazione delle nuove procedure sulle contravvenzioni ai regolamenti comunali, l’introduzione della soprattassa dello 0,50% sul reddito derivante dall’esercizio del commercio, industria, arti e professioni, l’istituzione della tassa sul valore locativo destinata ai non residenti che disponevano di un’abitazione in città, e l’approvazione delle nuove tariffe dell’acqua e della luce erogate dall’AAMAIE, del Testo Unico della nuova tariffa del dazio di consumo, e del nuovo regolamento del mercato dei fiori, dell’Azienda Autonoma Municipalizzata Acquedotto ed Impianto Elettrico, della Polizia Municipale e del Corpo dei Vigili del Fuoco, che allora dipendevano dal Comune.

    La sua attività si rivolse anche verso l’ulteriore potenziamento delle strutture turistiche e ricreative cittadine muovendosi in varie direzioni, tra le quali rientra l’acquisto della proprietà della famiglia Ormond nel febbraio 1928 per dotare finalmente la città di un vasto giardino pubblico, che avrebbe costituito una notevole attrattiva turistica per i forestieri in villeggiatura nella nostra città. Nello stesso periodo veniva pure attuata l’aggregazione del paese di Bussana al Comune di Sanremo, nonostante la strenua opposizione sia degli abitanti del borgo che dello stesso Agosti. Dopo l’annessione del paese, egli dispose un ulteriore stanziamento di 936 mila lire per il completamento delle principali opere pubbliche della nuova frazione matuziana.

    Si impegnò inoltre con particolare cura nella realizzazione di alcune attrezzature turistiche e sportive, considerate molto importanti per il rilancio turistico della città, tra le quali spiccavano il progetto per la costruzione di un campo da golf di 18 buche, predisposto dall’architetto inglese Peter Gannon e approvato dalla Giunta comunale il 21 gennaio 1929 con una spesa di tre milioni per la realizzazione della nuova struttura (poi inaugurata il 21 febbraio 1932 alla presenza del regio commissario del Turismo Fulvio Suvich); l’incarico conferito all’ingegner Domenico Parodi di realizzare un impianto sportivo in regione Banchette, poi inaugurato nel marzo 1932 con il nome di Campo Polisportivo del Littorio, e il mandato affidato alla Compagnia Italiana Elettro-Funivie di Bologna per la costruzione di una funivia da Sanremo a Monte Bignone.

    Tra le altre importanti opere pubbliche realizzate durante la sua amministrazione vi sono la copertura del torrente San Francesco tra piazza Colombo e via Roma con la costruzione di una strada, allora denominata via Crispi e oggi via Asquasciati, la costruzione di via Fiume, ora via Nobel, tra corso Cavallotti e la passeggiata Trento e Trieste, con gli annessi giardini pubblici nell’area circostante Villa Ormond, l’allargamento di undici metri della via Aurelia tra Sanremo e Ospedaletti, la copertura del torrente Foce nell’omonimo quartiere con la creazione di un giardino pubblico, e l’inaugurazione della nuova centrale telefonica automatica della Teti in un palazzo situato in fondo a via Carli.

    Egli affrontò anche il problema della costruzione del nuovo Ospedale Civile attraverso una serie di delibere emanate tra il 4 marzo e l’11 aprile  base alle quali la Congregazione di Carità, che gestiva il vecchio ospedale allogato nell’edificio di proprietà dell’Ordine Mauriziano, si impegnava a edificare un nuovo nosocomio secondo un progetto di massima realizzato dallo stesso Agosti per una spesa complessiva di otto milioni. Nel marzo del ’29 si erano intanto tenute anche a Sanremo le elezioni della nuova Camera, che sancirono un vero e proprio plebiscito a favore del regime con 4.815 “sì” e soltanto 91 “no”.

    A due anni e mezzo di distanza dal suo insediamento, egli aveva ormai acquisito una larga popolarità, ma nello stesso tempo questo suo successo aveva iniziato ad infastidire alcuni notabili locali, che guardavano con sempre più aperta ostilità alla sua attività politica e amministrativa, sulla quale per di più pesavano forti sospetti in merito soprattutto ai presunti interessi privati di Agosti nella realizzazione di opere pubbliche come il nuovo ospedale civile e l’Istituto “Pro Infantia”. Cominciarono allora a piombare contro di lui un gran numero di lettere anonime indirizzate a Mussolini, ai ministri, a dirigenti locali e nazionali del Partito fascista, al prefetto di Imperia e ad altre autorità del circondario, nell’ambito di una vera e propria campagna denigratoria nei suoi confronti in cui le accuse di corruzione si mescolarono anche a fatti della sua vita privata, tra i quali persino quello di una presunta omosessualità.

    Nell’ultimo periodo del suo mandato ricevette tuttavia anche un riconoscimento ufficiale della sua attività amministrativa tramite il conferimento di una medaglia d’oro, che gli venne consegnata il 19 gennaio 1930 nel corso di una solenne cerimonia tenutasi nell’aula consiliare del Palazzo Comunale presenti le più alte autorità locali, e alla quale seguì un grandioso banchetto in suo onore nel salone d’inverno del Casinò, a cui parteciparono circa 400 persone in rappresentanza di tutte le famiglie della città.

    Dopo la conclusione della cerimonia egli proseguì nello svolgimento della sua attività amministrativa, come attestato dalla convenzione deliberata il 1° febbraio 1930 con la società concessionaria del Casinò per la costruzione su un terreno di proprietà comunale in regione Solaro di un campo sportivo dedicato all’ippica, al tiro a volo e ad eventuali altri sport, e da un’altra convenzione, stipulata lo stesso giorno con la Compagnia Italiana Elettro-Funivie per l’impianto e l’esercizio della funivia Sanremo - Monte Bignone. Le importanti realizzazioni della sua amministrazione furono ricordate anche in un discorso tenuto al Cinema Centrale il 23 marzo 1930 dal vice podestà Ernesto Parodi in occasione dell’undicesimo anniversario di fondazione dei fasci di combattimento. In tale occasione Parodi, che era anche segretario politico del Fascio cittadino, ripercorse le principali opere pubbliche deliberate nell’anno, tra le quali erano compresi il prolungamento del corso Umberto I, l’ampliamento delle Celle Beccari in Valle Armea per lo smaltimento dei rifiuti urbani, la costruzione di un nuovo cimitero nella stessa zona con relativa strada di accesso, la costruzione del campo polisportivo e degli edifici scolastici di Bussana e Poggio e il potenziamento dell’acquedotto derivato dalle sorgenti di Argallo e Vignai.

    Alla cerimonia del Cinema Centrale non era tuttavia presente Agosti, che era allora in viaggio verso Roma, dove aveva chiesto un colloquio con il sottosegretario all’Interno Leandro Arpinati e con lo stesso Mussolini. Intanto continuava a Sanremo la campagna denigratoria contro di lui, condotta in particolare dall’ex sindaco della città Carlo Bensa e dal senatore Domenico Nuvoloni, che avrebbero voluto a tutti i costi far cadere il podestà, il quale, messo al corrente di questi tentativi di destituirlo, tentò disperatamente di evitare l’oltraggio di un provvedimento di sospensione dall’incarico un anno prima della scadenza naturale del mandato. Lo scopo principale del suo viaggio nella capitale era appunto quello di avere un colloquio chiarificatore con il «duce» sulla situazione venutasi a creare a Sanremo. 

    Preso alloggio in un albergo, aspettò per tre giorni di essere convocato dal capo del governo. Il 28 aprile venne finalmente ricevuto dal sottosegretario all’Interno Arpinati, che lo rassicurò vagamente sull’appoggio del governo senza tuttavia assumersi impegni precisi. Agosti passò ancora una notte in albergo con l’animo scosso e tormentato, non riuscendo a sopportare l’idea di rientrare a Sanremo ed essere esposto al pubblico ludibrio. La mattina del 29 aprile scrisse una lettera al fratello Roberto per annunciargli la sua decisione di togliersi la vita non avendo intenzione di tornare a Sanremo con il timore di dover subire la scottante umiliazione di una probabile destituzione. Lasciato l’albergo, si recò allora presso le Catacombe di San Callisto, dove alle 18 di quello stesso giorno si uccise sparandosi un colpo di rivoltella in bocca. Nella notte successiva giunse in città la notizia della sua tragica fine tra l’incredulità, lo sgomento e il dolore generali. La mattina del 30 aprile il vice podestà Parodi deliberò di assumere a carico del Comune tutte le spese per tributare dei solenni funerali al primo podestà della città.

    Il 1° maggio la Pretura di Roma autorizzò i funerali, che si svolsero nella capitale alle 17,30 del giorno successivo. Dopo la celebrazione delle esequie nella capitale, la sua salma venne inviata via ferrovia a Sanremo, dove giunse alle 13,40 del 3 maggio. All’alba del giorno dopo tutta la città si mobilitò per rendere l’ultimo omaggio al suo podestà. Alle 9,25 il feretro lasciò la stazione ferroviaria e venne trasportato in corteo verso la chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove si celebrarono le solenni esequie alla presenza delle massime autorità civili e militari della città e della provincia, tra cui tutti i dirigenti locali e provinciali del Fascio, i podestà di quasi tutti i comuni e i rappresentanti delle corporazioni e dei sindacati. Dopo la messa funebre, il corteo raggiunse la piazza antistante l’ex albergo Quisisana alla Foce, dove il feretro venne posto su una carrozza della linea tranviaria messa a disposizione della STEL per consentirne il trasferimento nel cimitero di Ospedaletti. Dopo una breve cerimonia in questo cimitero, alla quale presero parte il commissario prefettizio della cittadina Giovanni Roncarolo e il vice podestà Parodi, la salma venne tumulata nel sepolcreto di famiglia.


Redazione

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