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Attualità | 14 agosto 2019, 08:21

Troppi affitti in nero per gli appartamenti privati: la Confesercenti lancia l'allarme in provincia di Imperia

Secondo l’associazione di categoria, infatti, la maggioranza dei proprietari di case che affittano ai turisti non è in regola con le norme previste dalla legge regionale, come confermato recentemente dall'assessore regionale al turismo Gianni Berrino.

Ino Bonello

Ino Bonello

Situazione allarmante secondo la Confesercenti di Imperia per i troppi affitti in nero da parte dei privati degli appartamenti ai turisti.

Secondo l’associazione di categoria, infatti, la maggioranza dei proprietari di case che affittano ai turisti non è in regola con le norme previste dalla legge regionale, come confermato recentemente dall'assessore regionale al turismo Gianni Berrino. “Abbiamo scritto a tutti i Sindaci della provincia – annuncia il presidente provinciale di Confesercenti, Ino Bonello - per chiedere ai Comuni di potenziare le loro attività di contrasto all’abusivismo nella gestione degli affitti turistici, in quanto ora spetta a loro.

In Liguria, secondo la legge regionale, è obbligatorio dal 1° agosto scorso richiedere ed esporre sugli annunci il codice identificativo (CITRA) per tutti gli appartamenti affittati online o tramite apposite piattaforme di annunci: “Un provvedimento - secondo Bonello - che mira a responsabilizzare oltre ai proprietari degli alloggi anche gli intermediari immobiliari e punta ad avversare l’abusivismo ed a stanare chi non paga le tasse”.

“Ringraziamo l'Assessore Gianni Berrino ed il Presidente della Giunta Giovanni Toti - aggiunge il segretario provinciale di Confesercenti, Sergio Scibilia - per essere stati tra i primi ad aver adottato questo giro di vite sull’abusivismo nel settore degli affitti brevi. Con questo provvedimento si può far emergere una buona parte del sommerso e fare pagare le tasse a tutti coloro che affittano ‘in nero’ stanze o alloggi ai turisti, aumentare gli incassi provenienti dal settore turismo sia per lo Stato che per i Comuni e dare una botta a questa concorrenza sleale che subiscono quotidianamente gli operatori turistici”.

La Confesercenti ricorda che dal punto di vista fiscale, chi affitta una casa, anche su piattaforme on line o tramite intermediario, può pagare la cedolare secca con la ritenuta del 21% o scegliere di assoggettare i redditi da locazione al regime Irpef dedotti del 5%. Nel caso in cui ci sia l’intermediazione di un agente immobiliare o di una piattaforma online, questi soggetti trattengono il 21% del reddito totale percepito da ogni transazione e lo girano direttamente all’Agenzia delle Entrate.

“Ora però serve un'azione capillare da parte dei Comuni, che devono procedere con i controlli, iniziando da una semplice verifica a tavolino degli annunci on line di affitti di strutture, che devono avere il codicie evidenziato , senza dovere eseguire controlli sul posto. Per chi sgarra - conclude il presidente Bonello - la sanzione prevista è tra i 500 ed i  3.000 euro, cogliendo l'occasione per verificare anche l'eventuale mancato versamento della tassa di soggiorno comunale”.

Redazione

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