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Attualità | 04 agosto 2019, 12:06

Sanremo: "Via i bambini dalla pista" ed esplode la polemica alla sagra di Poggio, l'indignazione di alcune famiglie

"Sull'onda della rabbia siamo andati via dalla sagra. Non sappiamo se poi tutti coloro che erano lì con le loro famiglie e i bambini se ne siano andati indignati come era giusto che fosse (a quel punto sarebbero stati più numerosi i componenti della banda che i ballerini del pubblico). Non lo sappiamo, perché noi abbiamo cambiato festa, dando tristemente soddisfazione al capo dell'orchestrina”.

La pista da ballo a Poggio

La pista da ballo a Poggio

“Avete mai partecipato alle sagre d'estate dei nostri bei paesini dell'entroterra? Immaginiamo di sì. Avete probabilmente mangiato qualcosa di sfizioso, poi vi siete fatti trascinare dalla musica e avete iniziato a ballare sulle note delle orchestrine che propongono i più vari e allegri repertori. Vi è mai capitato che di punto in bianco dal palco venisse annunciato che tutti i bambini dovessero allontanarsi e farsi da parte per lasciare la pista da ballo ai soli adulti? Immaginiamo di no. Invece, purtroppo, venerdì scorso alla sagra delle acciughe di Poggio, organizzata dal circolo ‘Acli Santa Margherita’, il frontman dell'orchestra 'Domenico Cerri' per ben tre volte, in modo sempre più veemente è riuscito a far capitare anche questo: ha letteralmente cacciato i bambini che ballavano entusiasti dal suo appassionato pubblico che ha drasticamente perso così i suoi piccoli fans e la loro gioia. Siamo rimasti sbigottiti di fronte ad una richiesta così assurda!”

Lo dice il nostro lettore, Alessio De Salvo, rimasto sbigottito insieme ad altri genitori, per l’accaduto mentre era presente alla sagra, insieme alla famiglia ed a suo figlio che era tra i piccoli che stavano ballandro. “Peccato – prosegue De Salvo - che orchestra e organizzazione si siano dimenticati che non fosse in corso nessuna gara di ballo e che il palco non fosse ad uso esclusivo degli adulti. Peccato che non si siano accorti neanche che l'ultimo bimbo piangente che non voleva abbandonare la pista avesse soli otto anni e la sindrome di ‘down’. Sull'onda della rabbia siamo andati via dalla sagra. Non sappiamo se poi tutti coloro che erano lì con le loro famiglie e i bambini se ne siano andati indignati come era giusto che fosse (a quel punto sarebbero stati più numerosi i componenti della banda che i ballerini del pubblico). Non lo sappiamo, perché noi abbiamo cambiato festa, dando tristemente soddisfazione al capo dell'orchestrina”.

“Ebbene, che la discriminazione e l'esclusione portino a provare odio e rancore, questo è palese, si sa, ma quando la discriminazione e l'esclusione sono rivolti ai bambini non si può che essere presi da forte sgomento come sempre avviene di fronte a qualcosa di completamente assurdo. Se gli organizzatori e l’orchestra avessero voluto un uso esclusivo del palchetto su cui si ballava, avrebbe dovuto far pagare il biglietto d'accesso alle sue care cariatidi danzanti. Il messaggio che ha lanciato è stato un bel ‘no alle famiglie’ e ‘no ai bambini’. E non ci vengano a dire che è pericoloso se i bambini stanno in mezzo agli adulti! Certo, se gli adulti si sentono ad una competizione mondiale e non guardano chi hanno intorno mentre fanno i loro numeri a tutta velocità, sicuramente mettono in pericolo i bambini. Se invece si rendono conto che sono ad una sagra in cui tutti hanno voglia di divertirsi insieme (‘insieme’, parola chiave della gioia della compagnia spesso dimenticata), usano del rispetto nei confronti di coloro che li circondano e soprattutto di sé stessi, che magari da fuori riescono così a non apparire dei frustrati che devono dimostrare chissà cosa a chissà chi in un contesto inappropriato”.

“Il primo agosto – prosegue - eravamo alla fiaccolata per i bambini di Bibbiano. Tutti sono pronti a dirsi scandalizzati per quei fatti e poi arriva questo inaspettato ‘no ai bambini’ in una serata che doveva essere una festa per tutti. Ci pare un messaggio davvero triste in una società in cui i più piccoli e i giovani in generale sono messi sempre scandalosamente ai margini, così scandalosamente che nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza non hanno di meglio da fare che ubriacarsi e correre in motorino”.

“Pensiamo a non giudicare poi certi comportamenti – termina il nostro lettore - se non lasciamo lo spazio e la gioia della condivisione della musica (da parte degli stessi musicanti poi!) a tutte le fasce d'età. A seguito di una riflessione scaturita da un evento così sgradevole e assurdo, diciamo solo che non abbiamo parole sufficientemente potenti per esprimere lo sdegno che abbiamo provato”.

Carlo Alessi

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