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Attualità | 21 luglio 2019, 13:01

Lasciare la città per vivere la montagna: dalla valle Argentina le storie di Tommaso, Andrea, Silvia e Matteo - Foto e Videoservizio

Quattro persone che hanno raccontato la loro scelta di vita in un evento che ha richiamato oltre un centinaio di persone a 1100 metri d'altitudine a Drego, sopra Andagna, nel comune di Molini di Triora.

Lasciare la città per vivere la montagna: dalla valle Argentina le storie di Tommaso, Andrea, Silvia e Matteo - Foto e Videoservizio

Vi siete mai chiesti almeno una volta come sarebbe lasciare la città per vivere in montagna? Questa è un'esigenza che accomuna sempre più giovani e ne sa qualcosa Tommaso D’Errico, un caso letterario ed un esempio di questa scelta di vita che è stata raccontata mercoledì in Valle Argentina per “La Montagna è viva, viva la Montagna”.

Sono stati oltre un centinaio i partecipanti all’iniziativa che per una sera si sono fatte guidare dalla curiosità di conoscere questa persona, guidando tra le curve ed i tornanti, fino a Drego, località seminascosta, sopra Andagna (Molini di Triora) da dove si domina l’intera vallata. Un evento organizzato presso l’agriturismo La Fontana dell’Olmo, alias Silvia Bregliano e Matteo Oliva. Loro sono una di quelle giovani famiglie che hanno creduto e scommesso nella riscoperta dei nostri monti.

IL RACCONTO DI TOMMASO, ANDREA, MATTEO E SILVIA 




Così come Tommaso d’Errico e la sua compagna Alessia Battistoni che nel 2015 hanno lasciato la vita caotica e frenetica di Roma per trasferirsi prima in una sperduta località della Valle Maira, borgata Garino di Marmora, in provincia di Cuneo, meno di una decina di abitanti ed approdare ultimamente in un altro piccolissimo borgo sull’Appennino tosco emiliano con una sessantina di anime. Un salto nel buio per una coppia che ha deciso di vivere la montagna, approcciandosi con estrema umiltà, da zero, imparandone a conoscere le persone, i ritmi ed abituandosi così a seguire le stagioni.

La loro storia ha portato ad un blog e ad un libro (Al ritmo delle stagioni - un anno di vita in montagna) capace di vendere oltre 10mila copie dal 2017 ad oggi. Per Tommaso ed Alessia vivere la montagna è stato imparare a fare la legna, coltivare, diventare artigiani e riscoprirsi in una nuova veste. Tanto che oggi Tommaso ama definirsi ‘montanaro doc di origine cittadina’.

Come ha raccontato D’Errico, lasciare la città per la montagna non vuol dire rinunciare al proprio lavoro o alla modernità. Oggi le reti di comunicazione permettono di vivere e lavorare anche lontano dal centro cittadino senza grosse rinunce. Da quando hanno lasciato la città eterna, Tommaso è rimasto un web designer ed Alessia una biologa, ora sono entrambi scrittori con questo primo libro. La curiosità è stata molta e non sono mancate le domande, i dubbi, le curiosità dietro una storia tanto particolare ma non l’unico caso. Vivere al ritmo delle stagioni non è semplice, anzi. Non c’è cattivo tempo o giorni di festa se si curano gli animali o se si coltiva il proprio orto. E’ una scelta che bisogna maturare internamente.

Infatti, quale luogo migliore per raccontare questa storia se non ai piedi della montagna, in prossimità della catena del Saccarello, a 1100 metri sul livello del mare, questa volta in valle Argentina, al chiaro di luna in un clima famigliare, seduti su balle di fieno ed assaggiando prodotti rigorosamente a km 0.

Anche Marco e Silvia della Fontana dell’Olmo sono a loro modo uno di questi casi. La loro scommessa sulla montagna e stata sul far rinascere quello che erano le vecchie malghe dei pastori, sul far conoscere tradizioni e vivere secondo i ritmi di questo angolo rurale delle alpi liguri, dove coltivano ed allevano animali. Un’impresa di successo che recentemente ha ricevuto anche un importante attestato di stima e riconoscenza durante l’evento Bistrot dell’Ulivo (decima edizione ndr) organizzato a Badalucco dagli imprenditori Franco e Rossella Boeri, alla presenza di illustri personalità, una su tutte Oscar Farinetti, fondatore di Eataly.

Raggiungere Drego non è facile ma qui si assapora la montagna, qui si vede la valle Argentina più rurale, si sentono i suoni ed i profumi della natura e quando si arriva si vede fino al mare. Un dettaglio che non è passato inosservato neanche allo stesso Tommaso D’Errico rimasto positivamente colpito dall’estrema vicinanza tra le coste di Arma di Taggia ed i monti della Valle Argentina.

La montagna si può vivere in molti modi anche fotografandola. Ne sa qualcosa l’altro ospite della serata, Andrea Biondo fotografo naturalista di Arma di Taggia che in questi anni ha saputo raccontare le Alpi Liguri spingendosi nei punti più remoti. Lì grazie alle sue ‘fototrappole’ ha catturato le immagini della fauna che anima i nostri monti, cinghiali, caprioli e persino il lupo. Nel suo caso, vivere la montagna vuol dire raccontarla attraverso le fotografie che compongono un racconto visivo di questo mondo che si nasconde agli occhi dell’uomo. Tante testimonianze raccolte in natura per mostrarci quanta vita e biodiversità caratterizzino questo splendido entroterra.  

La montagna è viva è tutto questo, un’iniziativa per far capire quanto questi luoghi non debbano essere destinati a scomparire tra i ricordi degli anziani ma possano essere testimoni di un futuro fatto di fatica ma anche voglia di essere custodi del territorio. Una possibilità concreta per i giovani. E’ questo il concetto principale raccontato dalla famiglia della Fontana dell’Olmo. 

Stefano Michero - Silvia Iuliano

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