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Economia | 10 luglio 2019, 12:42

Imperia: con il 13,5% in provincia il tasso di disoccupazione più alto della regione, presentato il report economico della Cgil (Foto e Video)

Il tasso di disoccupazione si attesta infatti al 13,5%, in calo rispetto al 14,4% dell’anno precedente, ma nettamente superiore alla media ligure del 9,9%, in aumento dello 0,4% rispetto al 2017

Imperia: con il 13,5% in provincia il tasso di disoccupazione più alto della regione, presentato il report economico della Cgil (Foto e Video)

Nonostante una ripresa rispetto al 2017, i dati occupazionali in provincia di Imperia per lo scorso anno non sono per niente incoraggianti. Lo rivela l’annuale report della Cgil, presentato questa mattina.

Il tasso di disoccupazione si attesta infatti al 13,5%, in calo rispetto al 14,4% dell’anno precedente, ma nettamente superiore alla media ligure del 9,9%, in aumento dello 0,4% rispetto al 2017. Il dato è il più alto dell’intera regione, mentre ancora più preoccupante è quello dell’occupazione giovanile, che arriva al 43,3%, per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 24 anni, e del 13,5% per quanto riguarda i giovani con 15 anni e +.



Tra i settori in crescita, anche se non su tutto il territorio della provincia, il comparto commercio-turismo, che fa registrare un +8,5% rispetto all’anno precedente, arrivando al 23,5% per quanto riguarda commercio, alberghi e ristoranti, e 36,9% per le altre attività di servizi.

Seppur in ripresa di circa 200 unità, il comparto delle costruzioni è tra quelli più colpiti, con la perdita del 33% di posti di lavoro dal 2010, passando da 11.433 a 7643 assunti. Per quanto riguarda l’industria, si registrano un migliaio di assunzioni nell’ultimo anno, con una crescita del 18% rispetto al 2017. Il settore delle costruzioni pesa sull’economia della provincia per il 54,4%, più dell’industria che si ferma al 45,6%.

Tornando al turismo, la provincia di Imperia cresce del 20% per quanto riguarda le presenze. In calo i turisti italiani (-4,32% sugli arrivi e -5,09% sulle presenze), mentre crescono, seppur di poco, i turisti stranieri (+0,57% gli arrivi e +1,72% le presenze).

Per quanto riguarda le località, la Cgil osserva un calo a Diano Marina, nonostante un discreto aumento degli stranieri, stabile il settore alberghiero, mentre crolla l’extra alberghiero, che per il sindacato meriterebbe un’analisi a parte. Dati positivi su San Bartolomeo al Mare per quanto riguarda gli arrivi di turisti stranieri (+6,2%), ma sono i peggiori, anche a livello regionale, in assoluto su arrivi e presenze, arrivando a un -10,6% sugli arrivi nell’extra alberghiero.

Tutti dati negativi per quanto riguarda Sanremo, che registra un -6,8% per quanto riguarda gli arrivi nel settore extra alberghiero.

Osserva Marco De Silva, responsabile ufficio economico della Cgil Liguria: “Imperia ha purtroppo il record negativo, regionale ma non solo. Il tasso di disoccupazione è superiore addirittura a quello nazionale, ed è unito al tasso di disoccupazione più basso tra le province liguri. C’è poca gente che lavora, c’è tanta gente che cerca lavoro, e tra questi la quota dei giovani che cercano lavoro tra i 15 e i 24 anni, è sopra al 43%. Inoltre, i cosiddetti ‘neet’, cioè i giovani che non lavorano, non studiano e non cercano lavoro, sono addirittura al 28%, quando la media regionale è il 20,1%. Quindi è già individuato il problema della provincia: dare opportunità e non solo occupazione ai giovani, e non farli andare via, però se le opportunità lavorative in questa provincia sono camerieri, commessi, cuochi, addetti all’assistenza personale, braccianti agricoli e operai non specializzati, è difficile che i giovani si sentano, da un lato intenzionati a proseguire negli studi, visto che tra le trentaduemila assunzioni che ci sono state l’anno scorso, oltre il 60% non prevedevano un titolo di studio superiore alla licenza media, e secondariamente perché le qualifiche basse e medio basse sono trasversali a tutti i settori, ma i settori per i quali ci sono più opportunità lavorative, sono i soliti: alloggi e ristorazione, commercio, turismo, un po’ industria l’anno scorso ha recuperato un migliaio di posti, l’agricoltura è rimbalzata positivamente con novecento assunzioni in più, però è ancora troppo poco per poter garantire dati di struttura degni di una regione del nord ovest. I dati ci danno ancora una provincia in grande difficoltà occupazionale, nonostante i dati demografici siano meno compromessi rispetto a quelli di altre province liguri: uno dei punti di speranza per questa provincia. Tutti i problemi nascono da dati demografici molto compromessi e Imperia ha mantenuto sostanzialmente la popolazione residente, e ha una quota di residenti stranieri superiore alla media regionale, il che vuol dire che ci sono persone giovani che fanno più figli e che in genere occupano anche dal punto di vista del mercato del lavoro, tutta una serie di qualifiche che, ci piaccia o no, i residenti autoctoni non fanno più”.

Fulvio Fellegara, segretario provinciale Cgil Imperia: “Partendo da un altro numero che è molto importante, e riguarda la permanenza media dei flussi turistici che raggiungono la nostra provincia, sempre e comunque troppo bassi, e anche negli anni non c’è stato un aumento degli arrivi, abbiamo sofferto di una permanenza media bassa che non ci consente di programmare un’occupazione, e avere un’occupazione stabile. La ricetta per noi è assolutamente semplice, seppur poi complessa da realizzare: è quella di lavorare sulla promozione del territorio, sull’offerta turistica che questo territorio deve riuscire ad allargare, non solo destagionalizzando meno mesi di offerta turistica, ma anche provando a fare in modo che la gente si fermi di più, quindi provando ad avere qualcosa in più da offrire a chi arriva in provincia di Imperia. La seconda gamba che non può mancare è quella delle infrastrutture. Siamo purtroppo una provincia lontana da tutto, difficile da raggiungere, e una delle madri di questo territorio si chiama raddoppio ferroviario. Noi nella nostra piattaforma provinciale, da due anni stiamo dicendo a tutti i sindaci, agli amministratori locali e alla Regione che serve un accordo di programma per questa provincia, che metta tutti insieme, per ottenere il raddoppio ferroviario. Non ci si possono mettere tre ore e mezza da Milano a Bordighera, soprattutto se parliamo di una zona che offre un turismo anche per anziani, che quindi si muovono ancora con il treno, e avere questi tempi di percorrenza ci mette fuori dal mondo. Non soltanto questo, le infrastrutture si chiamano anche proseguimento dell’Aurelia bis, legato al centro di Sanremo, ma deve proseguire per offrire nuove opportunità di mobilità interna al territorio. Se non partiamo da lì, se non diamo delle possibilità di sviluppo da questo punto di vista, che farebbe peraltro immediata occupazione, l’Aurelia bis darebbe intanto la prima importante risposta occupazionale verso il settore dell’edilizia, che è quello che negli anni ha sofferto maggiormente la crisi e che negli ultimi dieci anni ha più che dimezzato il numero degli addetti. Le risposte sono semplici, sono semmai difficili da mettere in campo. Bisogna che tutti gli attori politici e amministrativi di questo territorio, lavorino in questa direzione. Ci stiamo provando con le nostre piattaforme, stiamo per sottoscrivere accordi con altri comuni dopo quelli fatti con Sanremo e Ventimiglia. La speranza è che sempre più chi ha l’obbligo, l’onere e l’onore di amministrare le nostre città, trovi un accordo e lavori insieme a noi per arrivare a questi risultati”. 

Francesco Li Noce

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