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Eventi | 17 giugno 2019, 13:31

Sanremo: mercoledì prossimo, inaugurazione mostra 'Game of Walls' dell’artista Max Papeschi

L'esposizione, prodotta da Kahuna Project e a cura di Flavia Vago, rientra nell'ambito delle iniziative del Festival Internazionale UnoJazz&Blues

Sanremo: mercoledì prossimo, inaugurazione mostra 'Game of Walls' dell’artista Max Papeschi

Il Festival Internazionale UnoJazz&Blues è anche arte e porta al Forte Santa Tecla di Sanremo (dal 2016 parte integrante del Polo Museale della Liguria) Game of Walls, mostra personale dell’artista Max Papeschi.

La mostra, prodotta da Kahuna Project e a cura di Flavia Vago, sarà visitabile gratuitamente tutti i giorni dal 20 giugno all’8 luglio (orari 17.00-22.00). L’inaugurazione è prevista per mercoledì 19 giugno alle ore 19.30.

LA MOSTRA

Game Of Walls, ideata appositamente per il Forte di Santa Tecla, nasce come evoluzione naturale di Welcome to North Korea, progetto inaugurato a Milano nel 2016 (realizzato insieme a Kahuna Project con il supporto di Amnesty International Italia), che ha visto Papeschi impegnato in un tour internazionale di 3 anni.

Come Made in North Korea, anche Game of Walls è un progetto multimediale, composto da installazioni, video, performance e fotografia.

In Welcome to North Korea l’artista, fingendosi investito della carica di Ambasciatore Culturale della Corea del Nord, promuoveva una finta propaganda di regime che, attraverso un attento gioco di specchi, metteva in risalto gli orrori di una dittatura che viola i diritti umani, totalmente incentrata sulla sola e, volutamente, ridondante figura di Kim Jong-un.

In Game of Walls entra in scena un nuovo personaggio: il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

L’aspetto ludico, sottolineato dal titolo, permane e pervade tutta la mostra, che vede i due leader politici confrontarsi su diversi scenari, in un testa a testa grottesco, in una battaglia di egocentrismi, che si riflette sulle immagini propagandistiche così come sui giochi da tavolo: un monopoli grigio in versione Corea del Nord, un “Gioco dell’oca” dorato di Trump o un “Indovina Chi” (qui in versione Indovina Kim) in cui solo il dittatore può vincere.

L’incontro/scontro dei due vecchi nemici dipana le trame surreali della politica attuale, mostrando al visitatore la finzione della commedia che ha come comune denominatore tra Trump e Kim un elemento che non è pensato per accomunare, ma, bensì, per separare: il muro.

Il primo cerca di creare un muro che tenga fuori dai confini del suo potere quelli che per lui e i suoi elettori sono “gli Estranei” (riferimento alla celebre serie tv citata nel titolo: Game of Thrones), ovvero i Messicani, che però, a differenza degli zombie di ghiaccio, non cercano di varcare il muro/barriera per portare morte e distruzione, bensì nel disperato tentativo di trovare una nuova vita degna di essere vissuta.

Il secondo cerca di trattenere i suoi sudditi/schiavi al di qua di un muro che spacca in due quella che una volta era un’unica nazione e che ora vede famiglie separate dalla ZDC (Zona Demilitarizzata Coreana), dove chiunque provi a scappare va incontro a morte sicura.

Nella farsa mediatica inscenata da Trump e Kim i muri sono le quinte di un teatro dell’assurdo che si muovono sotto le direttive dei due attori/registi, per creare nuovi fondali sui quali stagliare le proprie sagome imperiose, attirando l’attenzione del mondo che li vede calcare un palco sempre più folle, da cui latrano le rispettive battute di un canovaccio politico efficace.

Quando Trump interpreta Gesù nell’ultima cena, Kim si trasforma nella Venere di Botticelli, quando il Presidente degli Stati Uniti indossa il costume da dio Ra egizio, subito il dittatore nordcoreano veste i panni della dea Kalì induista.

Così, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, che segnò una svolta epocale assurgendo a simbolo di unità e di pace, i muri tornano ad allungare le loro macabre ombre sulla Storia.

Max Papeschi ci fa notare con Game of Walls come la paura irrazionale e manipolata da un pensiero freddamente pragmatico possa tornare a dividere ancora oggi. Divide et impera.

L’immagine simbolo della mostra Game of Walls rappresenta i due leader protagonisti, Kim Jong-un e Donald Trump, fianco a fianco in una versione sarcastica e scanzonata che risalta però l’ego smisurato e terrificante che li accomuna.

La grafica è ispirata alla copertina della versione italiana del libro “Apocalisse a Dresda. I bombardamenti del febbraio 1945” di David Irving, in cui campeggia una bomba nera che, cadendo, spezza le parole del titolo.

In Game of Walls Papeschi rivisita attraverso una metonimia visiva l’idea originale, posizionando al posto della bomba i due leader politici che danzano sul simbolo della pace (reso celebre negli anni ’60 proprio per le campagne sul disarmo nucleare).

La mostra è promossa da Unogas - gas, luce ed energia nell’ambito del Festival UnoJazz&Blues, in collaborazione con l’associazione Le Muse Novae e prodotta da Kahuna Project con il patrocinio del Comune di Sanremo e la collaborazione del MiBAC Ministero dei Beni e Attività Culturali – Polo Museale della Liguria.

Il Festival UnoJazz&Blues ha il patrocinio del Comune di Sanremo ed è possibile grazie alla società Unogas - gas, luce ed energia. Prossimi appuntamenti: il 22 giugno al Teatro Ariston doppio spettacolo con TEO TEOCOLI e PATTI PRAVO, il 3 luglio FABRIZIO BOSSO & MAURO OTTOLINI e il 5 luglio con i NORWITA. Questi ultimi due appuntamenti si svolgeranno a Villa Ormond. Per la serata al Teatro Ariston (35 euro platea, 30 euro primo settore, 25 euro secondo settore, 20 euro galleria) info biglietteria: 0184 506060.

C.S.

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