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Sanremo Ospedaletti | 25 maggio 2019, 12:17

Mercatone Uno dichiara fallimento: dipendenti in un "limbo" senza lavoro, stipendio e possibilità di chiedere la disoccupazione

Turcotto (CGIL): “Stupisce la superficialità con la quale il Ministero ha ceduto il ramo d’azienda a questa società che si è rivelata inaffidabile, ma ancor di più la totale mancanza di riguardo per i lavoratori che oggi si trovano in serie difficoltà”

Mercatone Uno dichiara fallimento: dipendenti in un "limbo" senza lavoro, stipendio e possibilità di chiedere la disoccupazione

Mercatone Uno dichiara fallimento e lascia i suoi dipendenti in una sorta di limbo nel quale si trovano senza lavoro, senza stipendio, senza tfr, tredicesima e quattordicesima ed anche senza la possibilità di chiedere la disoccupazione.

Per capire meglio la vicenda occorre fare un passo indietro alla crisi che ha toccato già anni fa questa azienda (sul territorio della provincia di Savona in particolare il punto vendita di Villanova).

A far fronte alla crisi che a livello nazionale aveva interessato Mercatone Uno la decisione di aprire una proceduta di amministrazione straordinaria con la quale si era giunti a vendere un ramo aziendale (quello che comprende anche il punto vendita di Villanova d’Albenga) a Shernon Holding (un altro ramo aziendale è stato ceduto a Cosmos).

Tutto questo non ha fermato la crisi, infatti, Shernon Holding, società che lo scorso 9 agosto ha acquisito i 55 negozi a marchio Mercatone Uno, ha deliberato di presentare nelle prossime ore al Tribunale di Milano domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo (LEGGI ARTICOLO).

Entro il 30 maggio Shernon avrebbe dovuto presentare un piano di risanamento, proprio allo scopo di evitare il fallimento che, invece, l’azienda ha dichiarato ieri sera.

La notizia ai lavoratori è arrivata nel peggiore dei modi possibili: questa mattina 9 (5 in sede a Villanova e 4 che avevano preso la decisione di trasferirsi dal Piemonte – dove aveva chiuso il loro punto vendita - qui per continuare a lavorare) persone si sono alzate per andare a lavorare ed hanno trovato i cancelli chiusi.

Afferma Simone Turcotto (CGIL): “L’azienda ha dimostrato di non aver avuto alcun riguardo per i lavoratori che questa mattina sono rimasti fuori dai cancelli. Ben 4 di loro hanno fatto scelte importanti, si sono trasferiti, hanno preso casa in affitto qui per continuare a lavorare nell'azienda, ed oggi, si trovano tutti senza lavoro, senza stipendio, senza tfr, tredicesima e quattordicesima, e senza la possibilità di chiedere la disoccupazione. L’azienda infatti non ha licenziato preventivamente i dipendenti che oggi si trovano in questa sorta di limbo e devono di fatto aspettare la nomina di un curatore fallimentare che possa quantomeno inviare loro le lettere di licenziamento e permettergli di accedere alla disoccupazione. La tempistica è di almeno un mese e nel frattempo questi lavoratori si trovano in seria difficoltà e devono recuperare lo stipendio di aprile e dei primi 20 giorni di maggio, il tfr, tredicesima e quattordicesima”.

Conclude Turcotto: “Sorprende come il Ministero abbia proceduto con tanta superficialità a vendere il ramo aziendale a Shernon che si sono rilevati poco affidabili. Questa è un’altra grande azienda che ha chiuso sul nostro territorio già in grossa difficoltà".

Mara Cacace

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