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Politica | 20 marzo 2019, 15:30

Imperia: presunti brogli alle scorse comunali, discusso questa mattina il ricorso al Tar di Carlo Carpi

“E' stata un'udienza molto intensa, i giudici si sono riservati, la sentenza è prevista nei prossimi giorni - ha dichiarato Carpi a Imperia News – ed è stata sicuramente una discussione molto interessante".

Imperia: presunti brogli alle scorse comunali, discusso questa mattina il ricorso al Tar di Carlo Carpi

È stato discusso questa mattina al Tar di Genova il ricorso presentato nei mesi scorsi dall’ex candidato Sindaco di Imperia Carlo Carpi che chiede l’annullamento dell’approvazione della candidatura a Sindaco di Alessandro Casano per la lista “alternativa indipendente” come atto presupposto e preparatorio al conseguente atto di proclamazione degli eletti; nonché per l’annullamento dell’approvazione della candidatura a Sindaco di Claudio Scajola per le liste: ‘Area aperta’, ‘Imperia insieme’, ‘Obiettivo Imperia’, ‘popolo della famiglia’, come atto presupposto e preparatorio al conseguente atto di proclamazione degli eletti.

E' stata un'udienza molto intensa, i giudici si sono riservati, la sentenza è prevista nei prossimi giorni - ha dichiarato Carpi a Imperia News – ed è stata sicuramente una discussione molto interessante. Erano presenti l'avvocatura dello Stato atta a difendere la Prefettura e l'avvocato del dott. Casano che si è costituito a differenza del dott. Claudio Scajola. fondamentalmente sono state sollevate delle questioni di inammissibilità formali del mio ricorso. Io a mia volta, ho presentato delle repliche in funzione dell'ammissibilità dello stesso".

"Loro – continua Carpi – hanno motivato con la tardività della presentazione del mio ricorso entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data della proclamazione degli eletti. Io ho contestato questo termine facendo presente che riguarda in reltà la questione sulla corretta o errata attribuzione dei voti agli eletti o ai non eletti, mentre il ricorso sul quale io ho proposto la richiesta di accoglimento riguarda l'atto originario di ammissione dei candidati che determinerebbe una nullità assoluta e travolgente non essendo in possesso dei requisiti formali e sostanziali, e ho citato come giurisprudenza il caso delle elezioni regionali del Piemonte del 2010, che si erano svolti il 28-29 marzo. Mercedes Bresso aveva presentato ricorso in data 7 o 9 maggio dello stesso anno, a oltre un mese dalle elezioni. Il suo ricorso era stato ammesso e poi accolto. In secondo luogo ho fatto presente, siccome mi veniva contestato che io avrei notificato solo il ricorso per quanto riguarda l'avvocato di Casano, solo a Casano e non sarebbe stato interessato in quanto formalmente eletto, mentre non l'avrei notificato a Scajola. Io invece ho dimostrato con la documentazione originale che il ricorso era stato anche notificato al Sindaco. Comunque ho fatto presente alla Corte che siccome il procedimento è telematico, io come parte, essendo invitato a presenziare in prima persona, mi sono appoggiato per tutto quello che riguarda la telematizzazione degli atti, all'ufficio Urp del Tar Liguria, per cui risultava notificato".

"La Prefettura, attraverso l'avvocato dello Stato mi ha contestato il fatto di non aver notificato all'avvocatura dello Stato in qualità di difensore della Prefettura il ricorso. Io ho invece fatto presente che io l'ho notificato e che nel momento in cui la Prefettura si fosse domiciliata presso l'avvocatura dello Stato, gli atti successivi li avrei dovuti notificare all'avvocatura dello Stato. Per quello che riguarda il certificato elettorale di Claudio Scajola, loro attraverso l'avvocato dello Stato hanno sostenuto che la presentazione del certificato di iscrizione alle liste elettorali sia di per sé l'atto che prevede il godimento dei diritti politici. Io ho dimostrato attraverso un altro certificato in originale di godimento dei diritti politici, che in realtà di per sé l'iscrizione nell'elenco degli elettori di un comune in automatico non determina il godimento dei diritti politici perché questi potrebbero essere, per una serie di motivi, temporaneamente interdetti e che quindi essendo molti i candidati da fuori comune, questo non avrebbe potuto permettere alla commissione elettorale di verificare comune per comune se il candidato avesse o meno i diritti politici, e questo è un elemento sul quale ho chiesto di fare giurisprudenza perché ci sono dei comuni come quello di Genova che non hanno ammesso un candidato se non presenta in originale il certificato di godimento dei diritti politici".

"Per quello che riguarda la lista Casano io ho fatto presente che questi documenti non erano conformi, le parti hanno concordato che al posto del simbolo stampato vi fosse un adesivo, io ho fatto presente che a mio modo di vedere questa modalità non era conforme e che comunque alla fine per ogni atto separato non era presente l'intestazione della candidatura a Sindaco, delle elezioni di Imperia, la data, l'elenco dei consiglieri comunali e che poi alla fine, a differenza di quello che sosteneva la Prefettura, ossia che questi documenti fossero 'cuciti' insieme, costituendo un unicum, in realtà questo unicum viene determinato da una mera puntatura che potrebbe essere stata apposta in un qualunque momento, manca automaticamente tutta la parte obbligatoria prevista dell'atto separato, e che poi in realtà le firme raccolte da Alessandro Casano il 2 maggio sarebbero 288 e che a mio modo di vedere sarebbe impossibile raccoglierle in un unico giorno in quanto il 2 maggio era un giorno lavorativo, il dott. Casano è un medico che sicuramente potrebbe avere avuto dei turni, e quindi per raccogliere tutte quelle firme in presenza dell'autenticatore ci sarebbero volute dalle 10 alle 14 ore. Secondo me impossibile. A quel punto il Collegio mi ha chiesto se volessi inviare gli atti alla Procura per il reato di falso, ho fatto presente di non avere interesse in quanto per legge se il contenzioso si può decidere su aspetti formali e non di natura di falso si può procedere, e io ho chiesto in tal senso perché a mio modo di vedere parlando dell'esperienza Cota-Bresso, in quel caso avevano inviato gli atti alla Procura, ma ci erano voluti quattro anni per arrivare a una sentenza definitiva che determinasse l'invalidazione delle elezioni per firme false. Io ho fatto presente che ho sollevato la questione non tanto per fatti sostanziali, anche se personalmente ne potrei essere convinto, quanto per una questione formale di modalità organizzativa di un percorso preliminare di ammissione di una lista
”.

Francesco Li Noce

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