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Attualità | 20 marzo 2019, 07:14

Sanremo: che aria tira tra i banchi del Mercato Annonario in piazza Muccioli e piazza Eroi? L’inchiesta dei nostri inviati speciali (Foto e Video)

La sistemazione divide gli operatori, ma sembra piacere ai clienti. SanremoNews e Anffas Onlus Sanremo al lavoro insieme

I ragazzi dell'Anffas Sanremo Onlus al lavoro con SanremoNews

I ragazzi dell'Anffas Sanremo Onlus al lavoro con SanremoNews

È passato circa un mese da quando i banchi del Mercato Annonario hanno lasciato la loro sede per trasferirsi in piazza Muccioli e piazza Eroi. Scelta discussa al tempo e che, ancora oggi, divide. Ma scelta obbligata, dati i lavori di restyling che stanno interessando l’Annonario e che, una volta conclusi, daranno una nuova casa agli operatori del settore. Ma che aria tira, oggi, tra i banchi all’aperto?

Oggi abbiamo potuto contare sulla preziosissima collaborazione dei nostri inviati speciali di Anffas Onlus Sanremo. Ettore, Fabione, Marco, Patrizia e Annita, insieme alle operatrici Chiara Paolino e Marilena Scacchetti, taccuino e macchina fotografica alla mano hanno interrogato operatori e clienti del mercato per portare sulle nostre pagine le opinioni.

Emerge, in generale, un sentimento discordante tra i negozianti. C’è chi si lamenta per la postazione e per la scarsa affluenza di clienti e chi, invece, pensa che non sia così male lavorare alla luce del sole. “Peccato solo per il vento” dice qualcuno. In generale, però, il giro di acquirenti non sembra così male, specie il martedì e il sabato in concomitanza con il mercato bisettimanale di piazza Eroi.

E chi compra cosa ne pensa? In questo caso l’opinione è del tutto unanime: il Mercato Annonario all’aperto piace, e anche tanto. Qualcuno chiede che resti così per tutto l’anno, altri comprendono il disagio degli operatori ma apprezzano la resa estetica della piazza. E c’è chi ricorda quando, negli anni ’60, il mercato era in piazza Muccioli siccome al posto dell’attuale struttura scorreva il torrente.

In conclusione si conceda una considerazione a chi scrive. Ettore, Fabione, Marco, Patrizia e Annita non sono stati solo efficienti collaboratori, ma una sapiente guida per esplorare un mondo che troppo spesso non gode delle luci dei riflettori. Professionali, grandi lavoratori, puntuali e pungenti al punto giusto hanno lavorato come se il giornalismo scorresse nelle loro vene da sempre. Sono stati maestri e non allievi, un’esperienza da ripetere, un’emozione sconfinata (e difficile da mascherare) nel ricevere, alla fine, il loro “grazie”.

Pietro Zampedroni

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