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Politica | 18 febbraio 2019, 07:11

Imperia: è corsa al reddito di cittadinanza, caf, patronati e centri per l'impiego presi d'assalto. Gli operatori "C'è ancora molta incertezza". L'inchiesta

Migliaia le richieste partite già durante la discussione sulla finanziaria. Molti i fondi stanziati per i centri per l'impiego, "Una cifra mai vista prima", spiega il responsabile Alessio Saso, ma basterà a farli funzionare?

Centro per l'impiego (immagine di repertorio)

Centro per l'impiego (immagine di repertorio)

Non è ancora chiaro quanto sarà ampia la platea di coloro che potranno beneficiare del reddito di cittadinanza per cui il governo ha stanziato circa 6 miliardi. Da mesi però anche in provincia di Imperia, come nel resto d’Italia, caf, patronati, uffici Inps e centri per l’impiego sono presi d’assalto da aspiranti beneficiari che chiedono informazioni nella speranza di ottenerlo.

Le richieste sono migliaia e sono partite durante la discussione sulla finanziaria, a fine 2018. Un via vai di persone che parte dalla domanda di calcolo dell’Isee, il principale requisito per accedere al reddito. L’avvio vero e proprio alle domande parte dal 6 marzo e potranno essere presentate online, attraverso i patronati o direttamente in posta. I centri per l’impiego entrano in gioco in seconda battuta, nella ricerca attiva del lavoro.

I beneficiari sono potenzialmente attivi nel mercato del lavoro, da cui non sono fuori da più di due anni. Altrimenti si va in altre situazioni di cui si occupano i servizi sociali”, ci spiega Alessio Saso, ex consigliere regionale e responsabile del centro per l’impiego per la Provincia di Imperia. Come funziona l’inserimento sul mercato del lavoro per chi beneficia del reddito Saso lo spiega brevemente: “Chi beneficia del reddito deve fare il patto per il lavoro e noi, con i navigator facciamo una ricerca dettagliata sulle possibilità lavorative a cui loro devono partecipare attivamente, altrimenti perdono il reddito”. 

La legge prevede che il reddito di cittadinanza si perde anche alla terza offerta di lavoro rifiutata: “Questo fa un po’ sorridere – ammette Saso – perché sono casi residuali quelli che vedono chi cerca il lavoro rifiutare le offerte. Sono piuttosto poche le aziende a rivolgersi ai centri per l’impiego per la ricerca di personale, e comunque non c’è un obbligo per le imprese ad assumere personale indicato da noi, che ci limitiamo a indicare aspiranti con curricula plausibili”. Per le imprese sono previsti tuttavia incentivi per l’assunzione di personale che beneficia del reddito. “Se la persona che avrebbe diritto al reddito viene assunta prima della scadenza, quella parte che viene risparmiata la prende l’impresa”, spiega Saso.

Se mancano le stime ufficiali di coloro che potranno accedere al reddito, Saso prova a fornire un conteggio: “In tutta la Liguria si parla di una platea di quarantamila nuclei familiari. Statisticamente la provincia di Imperia conta per il 15%, quindi parliamo grossomodo di seimilacinquecento nuclei, ovvero circa tredicimila persone. I paletti però sono molti, per cui la platea potrebbe ridursi. Per esempio non vi rientra chi ha immatricolato un’auto negli ultimi sei mesi, o chi ne ha una oltre i 1.6 di cilindrata, o chi possiede una moto oltre i 250”.

Per quanto riguarda la tipologia di richiedenti, Saso, basandosi sulle richieste di informazioni spiega che si tratta di persone che già si rivolgono ai centri per l’impiego per la ricerca di lavoro: “Ogni anno vengono circa sette-ottomila persone. A chiedere informazioni per il reddito sono soprattutto over 40 che hanno perso il lavoro, precari, donne che per necessità si trovano a dover entrare nel mondo del lavoro in età avanzata. Ci sono anche i giovani, ma soprattutto a loro cerchiamo di consigliare di lavorare, e gli ricordiamo che il mondo del lavoro non finisce a Imperia. Capisco il desiderio sacrosanto a non voler emigrare, ma chi fa studi di un certo tipo credo che dovrebbe mettere in conto di lasciare la propria provincia”.

Il centro per l’impiego, proprio per questo organizza incontri con imprese straniere. Alcuni anni fa uno, in collaborazione con i centri per l’impiego tedeschi portò all’assunzione di una quarantina di persone dalla provincia di Imperia (cliccando QUI): “All’estero hanno un problema opposto al nostro, ovvero quello di non riuscire a trovare il personale. Se non hai paura di spostarti, e soprattutto se sei specializzato in qualcosa, se sei per esempio un pasticcere, un muratore, il lavoro lo trovi. Noi facciamo fatica a collocare chi entra e ci dice che accetta qualunque lavoro, che equivale a dire ‘Non so fare niente’. Per inserire le persone nel mercato del lavoro organizziamo anche seminari sui colloqui, sulla compilazione dei curricula, sulla ricerca del lavoro. Nostri operatori sono attivi anche con chi ha delle disabilità”.

Capitolo fondi. Saso plaude alla volontà del governo di potenziare i centri per l’impiego. “Bisogna riconoscere che sono state stanziate risorse mai viste. Hanno messo una tantum 480 milioni per il 2019 e 420 per il 2020, oltre a 120 milioni quest’anno e 160 il prossimo per l’assunzione di personale, e in più i navigator. Potremmo avere come Liguria circa 18-20 milioni in finanziaria che possiamo impiegare per mettere a posto le infrastrutture, le strutture informatiche e incrementare l’assunzione di personale che in un anno andrebbe a raddoppiare”.

E in provincia di Imperia? La regola del 15% vale sul personale, perché da quel punto di vista la situazione è più o meno lineare in tutte le province. Vale meno per le infrastrutture, perché si investe dove c’è maggior bisogno”.

Oltre che nei centri per l’impiego di Imperia, Sanremo e Ventimiglia, le richieste arrivano anche ai patronati, come confermano tre segretari per la nostra provincia di Cgil, Cisl e Uil Fulvio Fellegara, Marco Bosio e Milena Speranza.

Fulvio Fellegara (Cgil): “Richieste di informazioni ne arrivano da mesi, già da fine anno scorso. Noi, a chi ci ha chiesto le informazioni abbiamo rinviato prima all’approvazione della finanziaria, poi mancavano i decreti attuativi, adesso non sappiamo se a occuparsene saranno i caf o i patronati perché non esiste alcuna convenzione. Ci sono tante richieste sull’Isee perché sarà uno degli elementi che serviranno per presentare le domande”.

Claudio Bosio (Cisl): “Le persone vengono, telefonano, chiedono informazioni per capire come fare domanda e se hanno i requisiti. Mi pare di capire però che manchino ancora i decreti, e al momento non sono a conoscenza di proposte di convenzioni. È tutto molto in itinere”.

Milena Speranza (Uil): “Gente ne arriva tanta, ma al momento i cittadini vengono a informarsi sul requisito, su cosa devono presentare per ottenerlo. Noi per adesso sappiamo solo che è blindato in un reddito massimo riferito all’Isee, ma non abbiamo ancora tutta la pratica in mano”.

Francesco Li Noce

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