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| 17 febbraio 2019, 10:30

In&Out: da Riva Ligure ad Aix-en-Provence. Ilaria Bondavalli ci racconta come per ambientarsi nell'università francese abbia creato un blog

"Troverò sempre la mia famiglia, i miei colleghi del bar, i miei amici delle superiori. Nel mio girovagare, c’è un punto fermo sulla mappa"

In&Out: da Riva Ligure ad Aix-en-Provence. Ilaria Bondavalli ci racconta come per ambientarsi nell'università francese abbia creato un blog

Esistono molti modi per trovare conforto e sostegno in momenti di cambiamento. La scrittura è sicuramente uno di questi. Quando Ilaria Bondavalli ha deciso di lasciare Riva Ligure e la provincia di Imperia per iniziare i suoi studi ed una nuova vita internazionale ad Aix-en-Provence, scrivere è stato un passo decisivo. La creazione di un blog diventato un punto di riferimento per tutti gli studenti che potevano trovarsi nella sua situazione, ha rappresentato la sua svolta. Questa è la sua storia.

Da Riva Ligure agli studi universitari ad Aix-en-Provence. Una decisione dettata da corsi di studio non presenti sul nostro territorio o dal desiderio di un'esperienza internazionale?

Crescendo tra Riva Ligure e Imperia, mi sono spesso confrontata con possibilità limitate, in ambito universitario, culturale e lavorativo. Ero piena di sogni ed energie e dovevo trovare il modo di esprimermi. In seguito a un’esperienza lavorativa in un ufficio di shipping a Montecarlo, ho capito che c’era di più, che non era bianco o nero ma arcobaleno. Attraversando il confine potevo trovare “altro”: esattamente quello che volevo. Non sapevo però come definire questo “altro”, così ho fatto la scelta che mi sembrava più ovvia: impacchettare tutto e scegliere un posto bello per trovare il “Mio Posto”. 

Potrei forse definirla una scelta necessaria e al contempo dettata dalla voglia di divertirmi. Necessaria perché non vedevo (e non vedo) il mio futuro in Italia; trovo che esistano Paesi che sappiano gestire meglio il capitale umano, e voglio investire le mie energie e capacità in uno di questi. La voglia di divertirmi, invece, è un pò il leitmotiv che accompagna le mie giornate, dallo studio delle lingue al cambiare residenza ogni settembre. Avrò tempo per annoiarmi, ora voglio scoprire nuove culture, nuovi posti, avere nuove idee. 

Arrivata ad Aix hai deciso di ambientarti in un modo particolare: creando un blog. Come è andata?

La mia natura di eterna timida mi ha fatto pubblicizzare “Lea017” solo quest’anno; prima l’ho coltivato come un diario segreto... su Wordpress.  L’idea è nata dalla voglia di facilitare chi, come me, vuole partire per la Francia e non ha contatti a cui chiedere informazioni e consigli. Ho scritto una guida sulle diverse fasi dell’iscrizione all’università, approfondito temi come la richiesta di un sussidio statale e su come ambientarsi ai nuovi ritmi. Dopo una pausa estiva ho sperimentato un paio di testi in cui ho parlato di Aix e fornito spunti per un pomeriggio di scoperta, per poi appendere nuovamente la tastiera al chiodo. Da settembre 2018 pubblico invece un articolo alla settimana, e sono molto fiera di quello che sto creando.

Il tema non è cambiato; Lea017 è pieno di aneddoti e consigli per studenti all’estero, ma questa volta in versione “Erasmus”. Ho trasformato la mia avventura a Birmingham in una serie di mini racconti su un viaggio in diverse tappe, ognuna corrispondente a una diversa fase dell’esperienza Erasmus. Per ora sono online solo le prime tre tappe, ma sto lavorando alla quarta e all’epilogo. Sul blog pubblico anche mini guide di viaggio sulle città che visito (itinerari e consigli sulla cucina locale).

Con il progetto Erasmus ti trovi a Birmingham: come descriveresti questa esperienza e perché lo consiglieresti ad altri studenti?

Sì, sì, sì. L’Erasmus è un’occasione impagabile, in quanto aiuta a conoscere il mondo e se stessi. Per prima cosa, sono convinta che si DEBBA partire; al giorno d’oggi un giovane non può essere completo se non ha vissuto all’estero, anche solo per un mese. Credo che il periodo storico che stiamo vivendo abbia bisogno di persone internazionali e coscienti di quanto sia bello non avere confini. Vivere a contatto con persone diverse da noi, per cultura, abitudini e fattezze, inevitabilmente aiuta ad accettare il “diverso” come “nuovo” e non come “sbagliato”. In secondo luogo, vivere un anno in un mondo nuovo agevola un percorso introspettivo che altrimenti non ci obbligheremmo mai a fare.

Succede che le cose non vadano come devono andare, che i tuoi compagni di corso siano amici di persone più cool di te e succede (spesso) di dover fare i conti con la solitudine. Ho capito ben presto che quello che credevo fosse l’Erasmus era soltanto una versione patinata, solo la punta dell’iceberg. Ti dicono che crescerai, ma non come. Come dice mia mamma, “ci sbatti il muso”, e tante volte è l’unico modo per imparare e crescere.

Una passione per i viaggi che ti porta a scrivere anche piccole guide. Ma Riva rimane sempre la tua casa?

Riva è il mio “heimat”: ci legano bellissimi ricordi e terribili momenti. Anche se ho passato tanti anni “maledicendo” il fatto che non vivessi in qualsiasi altro posto, stare tanto lontana dalla mia famiglia e dal mio Paese mi fa apprezzare i rari momenti che passiamo tutti insieme, e che passo con il mio amato mare. A malincuore, devo però ammettere che ci sono cose che possono stare nel tuo cuore, ma non nella tua vita, ed è questo ciò che ora provo per Riva. Non è il mio posto, non ora almeno. Sento che c’è ancora un mondo da esplorare, e sento che il mio punto di partenza in questo momento, la mia casa, è Aix. Sto ancora cercando di capire cos’abbia creato la dipendenza che ho sviluppato verso questa città, forse la prima esperienza di vita autonoma o il mio primo vero amore, forse la bellezza del paesaggio o il fatto che la mia piccola Aurora fosse rimasta affascinata dal gigantesco albero di Natale davanti alla mia finestra.

Sono contenta di aver un posto come Riva Ligure, che ci sarà sempre per me. Troverò sempre la mia famiglia, i miei colleghi del bar, i miei amici delle superiori. Nel mio girovagare, c’è un punto fermo sulla mappa.

 

Quando la necessità aguzza l'ingegno le idee arrivano da sè.

Stefania Orengo

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