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Eventi | 09 febbraio 2019, 00:42

#Sanremo2019: quanta musica nella serata dei duetti. Nigiotti emoziona, che coppia Morgan e Achille Lauro. Le nostre pagelle

Serata spettacolare tra qualche delusione e performance non solo canore

Achille Lauro con Morgan

Achille Lauro con Morgan

Il venerdì, la serata dei duetti, fa segnare il record di artisti sul palco in una sola serata del Festival di Sanremo (56). Tutti i concorrenti in gara hanno arricchito le loro esibizioni con ospiti musicali o con attori imprestati alla musica. E, come sempre, è la serata più apprezzata da chi ama la musica.

Ecco come abbiamo giudicato i duetti di questa sera:

Federica Carta e Shade con Cristina D’Avena “Senza farlo apposta”: la voce dei cartoni animati dà un senso di innocenza a una canzone che non ne ha. Ma a forza di ascoltarla sembra meno peggio rispetto al primo ascolto. Esibizione troppo simile all’originale. Voto 6

Motta con Nada “Dov’è l’Italia”: la voce sporca e graffiata di Nada le dà potenza e profondità. C’è ancora più polvere e disperazione su quella barca che non vede l’Italia all’orizzonte. Bella coppia, speriamo di rivederla. Voto 7

Irama con Noemi “La ragazza con il cuore di latta”: Noemi porta potenza, una marcia in più, gonfia un brano già intenso e carico di significato. Anche in questo caso la versione è poco diversa dall’originale. Voto 6,5

Patty Pravo e Briga con Giovanni Caccamo “Un po’ come la vita”: con la Patty tutto può essere una sorpresa e lei sa rendere speciale anche un ritardo sul palco. Elegante, come sempre, Caccamo. Peccato sia stato poco valorizzato. Sa di ospite infilato a forza. Voto 6

Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci “I ragazzi stanno bene”: se porti musicisti veri ne esce una reinterpretazione che è qualcosa in più di un semplice duetto. La sentono, la vogliono arricchire e ci riescono. La voce di Ruggeri e la tromba di Roy Paci sono due bellissimi opposti. Voto 7

Il Volo con Alessandro Quarta “Musica che resta”: le ‘svise’ al violino non tolgono quell’alone di polveroso che si porta dietro un brano di simil-lirica e di simil-pop che, alla fine, non è niente né dell’uno né dell’altro. Voto 5

Arisa con Tony Hadley e i Kataklò “Mi sento bene”: bravi, c’è poco da aggiungere. Trasformano un brano non certo indimenticabile in uno spettacolo che va al di là della musica ed è un piacere anche per gli occhi. Così si fa. Voto 7

Mahmood e Gué Pequeno “Soldi”: buonissima l’idea, la produzione si adatta bene al featuring con un rapper del calibro di Guè. Peccato per la piccola apparizione, avrebbero potuto dare di più. Voto 7

Ghemon con Diodato e i Calibro 35 “Rose viola”: bravi. Rivisitano il pezzo andando oltre al duetto. Diventa un’altra versione di un brano che più si ascolta più piace. Esce il rap, si intreccia benissimo con la melodia. Voto 7

Francesco Renga con Bungaro ed Eleonora Abbagnato “Aspetto che torni”: eleganza, grazia, dolcezza, ma anche forza e potenza vocale. C’è tutto nel portare artisti di quel calibro a Sanremo. Unico neo una versione troppo simile all’originale, si poteva osare di più. Voto 6,5

Ultimo e Fabrizio Moro “I tuoi particolari”: ottima l’idea di proporre una rivisitazione più intima. Voce, chitarra e piano rendono giustizia a un testo che merita spazio e danno un senso in più al crescendo. Voto 6,5

Nek e Neri Marcorè “Mi farò trovare pronto”: se non fosse chiaro, ci stanno piacendo i duetti che sanno dare un nuovo senso e un nuovo volto al brano originale. Ed è anche questo il caso. Perde la grinta, ma recupera dolcezza e tenera profondità. Si sfocia anche nel teatro-canzone. Voto 6,5

Boomdabash con Rocco Hunt e i Musici Cantori di Milano “Per un milione”: c’è sempre quell’aura di tentativo di pezzo dell’estate e non si capisce che cosa centrino le piccole voci del coro. Rocco Hunt non porta valore aggiunto. Più che un valore aggiunto sembra una captatio benevolentiae. Voto 5,5

The Zen Circus con Brunori Sas “L’amore è una dittatura”: cambia l’arrangiamento e assume un tono ancor più marziale, le parole hanno ancor più potere e trasmettono quella piacevole sensazione di continuità. Un inno al contrario. Voto 7

Paola Turci e Beppe Fiorello “L’ultimo ostacolo”: le capacità attoriali danno nuova luce a un testo tra i più toccanti di questa edizione. Esibizione troppo simile all’originale, ma con un tocco in più sul piano dell’intensità con l’inedito rap di Beppe Fiorello. Voto 6,5

Anna Tatangelo e Syria “Le nostre anime di notte”: un’interpretazione più sentita e meno fredda dell’originale dà qualcosa in più a un brano non certo memorabile. Tutto grazie alla meno scolastica Syria. Voto 6

Ex Otago con Jack Savoretti “Solo una canzone”: più la si sente più piace. Savoretti porta un tocco di internazionalità, ma purtroppo qualche strofa in inglese non dà una versione nuova del brano. Voto 6,5

Enrico Nigiotti con Paolo Iannaci e Massimo Ottoni “Nonno Hollywood”: ecco come dovrebbe essere un duetto. Brano arricchito con tenerezza e arte. Esibizione da guardare, ascoltare ancora e ancora…Voto 7,5

Loredana Berté e Irene Grandi “Cosa ti aspetti da me”: che botta! Le due signore dall’animo rock elevano al quadrato un brano che già faceva tremare le pareti. Voto 7

Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli “Argentovivo”: Manuel Agnelli, con il suo essere così profondamente Manuel Agnelli, impreziosirebbe anche l’appello in classe. Così ha il sapore di un pezzo destinato a rimanere. Voto 7

Einar con Biondo e Sergio Silvestre “Parole Nuove”: terzetto costruito per il mercato dei giovanissimi e il risultato non è male. Molto talent. Voto 6

Simone Cristicchi ed Ermal Meta “Abbi cura di me”: non ne aveva bisogno, ma con Ermal Meta la poesia di Cristicchi guadagna profondità e colpisce nel segno pur restando troppo simile all’originale. Voto 6,5

Nino D’Angelo e Livio Cori con i Sottotono “Un’altra luce”: tirano fuori dallo scorso decennio un grande nome del rap. Il risultato, però, non è all’altezza del brano originale e, caso raro questa sera, lo penalizza. Voto 5,5

Achille Lauro con Morgan “Rolls Royce”: vengono da due mondi lontanissimi ma sembrano nati per dividere il palco. Ne esce una performance naturale e spettacolare. Due pianeti che si incontrano e fanno qualcosa di bello. Voto 7

Pietro Zampedroni

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