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Attualità | 27 gennaio 2019, 07:14

Due omicidi senza soluzione a Triora: giallo 'anche' in valle Argentina nell'ultimo romanzo di Fabio Bergamaschi - L'intervista

Al centro del caso il famoso investigatore Massimo Caliari nato dalla penna di Fabio Bergamaschi. Per la sua sesta indagine il detective riceverà anche una richiesta d'aiuto dal famoso paese delle streghe

C’è anche un inaspettato viaggio a Triora, nell’ultima indagine del detective Massimo Caliari, raccontata nel libro “La vendetta non paga”, edizioni Robin. L’investigatore, nato dalla penna di Fabio Bergamaschi, dovrà risolvere un caso nella sua Bergamo prima di essere interpellato dal vicesindaco del paesino della valle Argentina, in provincia di Imperia.

Triora non è uno dei tanti centri dell’entroterra italiano ma il paese rinomato a livello internazionale per essere legato ai processi di stregoneria avvenuti dal 1587 al 1589. Tanto che sono in molti ad associare il nome di questo borgo con quello della più famosa Salem.

Il sesto romanzo firmato da Bergamaschi indaga il mondo criminale nascosto, tra omertà e vendetta. Caliari porta nelle sue indagini l’astuzia, la fantasia ed un pizzico di fortuna. La parte dedicata a Triora riserverà qualche sorpresa con un nuovo ambito quello legato al mistero ed alla stregoneria.

Ne abbiamo parlato con l’autore per ‘indagare’ a nostra volta quale fosse il suo rapporto con il paesino della Valle Argentina. “Sono stato a Triora qualche tempo fa. Nel romanzo ho descritto benissimo questo paesino che ha un panorama bellissimo. - ci racconta lo scrittore - E’ un paese dove chiunque attraversi per qualche secondo la parte antica, improvvisamente tornerà indietro di qualche secolo. Non potrò mai dimenticare quei carruggi, quelle zone d’ombra e con il mistero delle streghe che aleggia in ogni angolo. Questo borgo vale la pena di esser visto e visitato”.

Come mai ha scelto proprio Triora? “Mi ero innamorato di questo paesino perchè mi piaceva molto e per la sua storia. L’ho inserito per trattare la persecuzione di queste povere donne che guarivano le persone con le erbe. - spiega l'autore del romanzo - Questo era un tipico esempio di violenza di genere. Rispetto ai nostri tempi dove la violenza viene spesso praticata da mariti e compagni, in quel caso, la violenza era delle istituzioni. C’è stata una congiura nei confronti di queste donne. Loro vennero scelte come capro espiatorio di una crisi creata ad arte dai maggiori rappresentanti dei proprietari di campi di grano perchè non dobbiamo dimenticare che Triora allora era il granaio di Genova. Questi commercianti, per quella che potremmo definire come una manovra speculativa avevano mantenuto il grano nei magazzini, provocando una gravissima crisi. La gente si trovò senza il pane ed alla fine scoppiò una rivoluzione. Le persone iniziarono a diventare pericolose e per sedare questa rivolta serviva un capro espiatorio, qualcuno che andava a danneggiare la funzione di altri come gli uomini di scienza e fede. Le streghe vennero additate come responsabili della carestia e da allora iniziò una vera e propria caccia in tutta Italia”.

L’indagine di Massimo Caliari parte dall’omicidio di un concessionario d’auto della zona di Bergamo. Una persona che aveva un segreto, una seconda attività illecita e ben più pericolosa, era un usuraio. Soltanto alla fine di questo percorso narrativo arriverà la telefonata del vicesindaco di Triora che chiederà l’aiuto del famoso detective per la morte di due donne, avvenuta dentro una stanza chiusa dall’interno. Un caso che apparentemente non trova soluzione e che richiederà tutto il fiuto dell'investigatore.

'Nemo propheta in patria'. Viene da pensare questo visto che purtroppo l’ultima fatica letteraria di Fabio Bergamaschi qui in Liguria ed in provincia di Imperia non è ancora molto conosciuta. In questa regione si sente un po’ la crisi del mondo dell’editoria e purtroppo se non c’è richiesta del lettore il libro non viene ordinato. - dice Fabio Bergamaschi - Le librerie sono costrette a pagare in modo anticipato quanto ordinano e quindi c’è la paura che qualche opera di troppo possa rimanere sugli scaffali. In compenso ho portato il mio ‘La vendetta non paga’ in una libreria di Mentone e mi hanno riferito di aver esaurito quasi tutte le copie”.

 “La vendetta non paga” è stato presentato recentemente a Bergamo dove l’autore ha ricevuto la visita del sindaco di Triora, Massimo Di Fazio, accompagnato dal vicesindaco Giovanni Nicosia e dall’assessore Giacomo Oliva. Visto che nel suo romanzo troviamo uno spaccato dell’entroterra della riviera dei fiori, verrà a presentare il suo libro nell’imperiese? “Per il momento sono in contatto soltanto con l’assessore di Camporosso che mi ha invitato a febbraio per parlare della mia ultima opera. - conclude Bergamaschi - Poi tornerò a dedicarmi alla stesura della settima indagine dell’investigatore Massimo Caliari che questa volta tornerà a Bergamo per occuparsi di un serial killer”. 

Stefano Michero

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