Titoli di coda sulla prima edizione di ‘Sanremo Giovani’, il format Rai ideato da Claudio Baglioni per scegliere due giovani talenti da mandare in gara con i big al Festival di Sanremo 2019.
Questa mattina nel Teatro del Casinò di Sanremo è stato lo stesso Claudio Baglioni a salutare la prima di ‘Sanremo Giovani’, insieme al sindaco di Sanremo Alberto Biancheri e al vice direttore di Rai1 Claudio Fasolo.
“Un grande applauso a tutti i ragazzi e penso che la commissione abbia dovuto fare una scelta difficile - ha dichiarato in apertura il sindaco Biancheri - tra Sanremo e la Rai c’è un rapporto sempre più solido e andiamo verso un programma che possa dare maggiore visibilità ai giovani. Chissà che un giorno non ci sia un’accademia della musica. Il sogno è di avere un unico contenitore che non sia Area Sanremo o Sanremo Giovani, ne parliamo da anni con la Rai ma quest'anno è arrivato un segnale molto forte”.
“Ho detto che il Festival dovrebbe durare due settimane e questa settimana aggiunta è un esperimento, come tale va collaudato e ripensato in alcuni aspetti, è stata lunga arrivare fino a qui, quasi come una manovra finanziaria ma faremo meno danni - ha aggiunto Baglioni - quando la Rai mi chiese di diventare direttore artistico spiegai che io posso solo architettare una gara attorno alla canzone e sarà poi la televisione, con la sua tecnologia, a diffondere tutto. Mi unisco all’applauso a Baudo e Rovazzi che è una sorta di figura mitologica che ha combinato plasticamente quella che era l’idea alla base di ‘Sanremo Giovani’, unire la tradizione con l’innovazione. Sanremo è lo specchio dell’attuale”.
Presenti in sala anche i due vincitori Einar e Mahmood, uno italo-cubano, l'altro italo-egiziano, specchio dell'Italia contemporanea. E l'argomento è stato toccato anche dal direttore artistico Claudio Baglioni: “Il Paese è incattivito da anni, chiede spiegazioni sulle grandi migrazioni, noi siamo stati i primi a dire 'no" all'immigrazione irregolare per i pericoli che comporta, il bubbone è scoppiato per una completa mancanza delle classi politiche, questa cosa non si risolve, la cosa non è stata risolta e non sarà facile perché abbiamo perso almeno 30 anni con soldi rubati quando erano destinati ai Paesi poveri. Tutti dobbiamo fare mea culpa e dire che non siamo stati attenti. Mi fa piacere che la musica non abbia dentro questo rancore”.
“La svolta del doppio Festival è una formula vincente che stiamo sviluppando, non si crea con la bacchetta magica e dobbiamo lavorarci insieme per costruire una cosa che funzioni e che crei un indotto di comunicazione e di arte” ha aggiunto il vice direttore di Rai1 Claudio Fasolo.