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Al Direttore | 06 novembre 2018, 07:31

Taggia: estate o inverno non fa differenza, tra karaoke e schiamazzi il diritto al sonno non viene rispettato

La mail di una nostra lettrice che chiede maggiore rispetto, visto che deve alzarsi al mattino alle 4.

Taggia: estate o inverno non fa differenza, tra karaoke e schiamazzi il diritto al sonno non viene rispettato

Una nostra lettrice di Taggia, L.L., ci ha scritto per evidenziare un problema che, per tutta l’estate ma ancora in questi ultimi giorni, subisce insieme a tutto il suo condominio e altri palazzi limitrofi. La donna abita vicino ad un locale che non ci ha indicato e che organizza feste:

“E’ implicito che debba mettere in conto la musica e gli schiamazzi e comprendo che per alcuni locali il periodo estivo sia da sfruttare al massimo per far cassa, ma chiedo quanto questo sia lecito quando il tutto arreca seri problemi a chi, come me e mio marito, svolgiamo un lavoro che inizia molto presto al mattino con la sveglia che suona alle 4. Sfiniti dal dover chiuderci in casa e mettere le cuffie per poter sentire la tv sino a mezzanotte e mezza, aspettando che la musica che viene suonata sotto le mie finestre si plachi e poi attendere che finiscano anche gli schiamazzi delle persone che restano sino alla fine che totalmente indifferenti che nel frattempo si sono fatte le 2, continuano a ridere e scherzare con un tono di voce inadeguato. Abbiamo tentato di fare una rimostranza al Sindaco e ad un Assessore, ma abbiamo ottenuto risposte andate al vento. Durante le serate di karaoke ci hanno anche deriso, alla nostra richiesta di abbassare i volumi, gridandoci di chiamare i Carabinieri. Alla metà di ottobre un compleanno dei 18 anni, con cena all’aperto e musica da paura sino all’una. A nulla valgono i nostri mugugni con i titolari che ci dicono “Scusate ma… erano ragazzi”. La scorsa settimana un’altra cena di ragazzi che a, cadenze regolari, escono dal locale ed urlamp a squarciagola slogan da ultras. Con i titolari che li lasciano fare, incuranti dei diritti dei vicini. Mi chiedo se in Italia, dove tutti i diritti vengono calpestati, dove se ti lamenti sei asociale, se ti lamenti contro gli irregolari extracomunitari sei un razzista, in una società dove non si ha più voce, i diritti dei cittadini che lavorano che fanno il loro dovere civile come si devono comportare con questi soprusi? Mi sento violentata nella mia sfera personale: sono un OSS ed il mio lavoro è fatica e tanta responsabilità. Credo di avere il diritto del rispetto al sonno, tra le altre cose sancito dalla legge”.

Carlo Alessi

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