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Politica | 17 ottobre 2018, 14:04

Imperia: il Cda di Rivieracqua incontra il comitato tecnico "Un passo avanti per l'approvazione del bilancio" (foto e video)

“Il bicchiere è mezzo pieno”, e parlando di acqua la frase non può che far ben sperare. L’ha pronunciata il Sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori che, in veste di presidente del comitato tecnico, ha incontrato il presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante e il membro del cda Sara Rodi.

Imperia: il Cda di Rivieracqua incontra il comitato tecnico "Un passo avanti per l'approvazione del bilancio" (foto e video)

Il bicchiere è mezzo pieno”, e parlando di acqua la frase non può che far ben sperare. L’ha pronunciata il Sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori che, in veste di presidente del comitato tecnico, ha incontrato il presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante e il membro del cda Sara Rodi, a poco meno di due settimane dall’approvazione del bilancio, crocevia per il futuro della società che dovrà sottoporsi al giudizio sul piano concordatario che sarà presentato entro il prossimo 5 dicembre, scadenza che tuttavia potrebbe essere prorogata dal tribunale.


Prima di allora vi sono alcuni aspetti da chiarire e non di poco conto. In primis le modalità di azione della società a partire dall’assemblea che il prossimo 31 ottobre dovrà approvare il bilancio, chiuso con un debito di circa 6 milioni di euro.

L’approvazione del bilancio – ha detto Mangiante - è necessaria anche per la prosecuzione del concordato. L’assemblea è riconvocata al prossimo 31 ottobre, e speriamo che questo primo passaggio, da noi ritenuto assolutamente fondamentale possa essere completato. Il bilancio evidenzia una situazione statica della società, quindi la situazione dei conti che sono stati ricostruiti a partire dalla costituzione della società nel 2012, e quindi ne evidenzia la struttura patrimoniale ed economica esistente al 31 dicembre 2017”.

Nel corso dell’incontro che ha preceduto la conferenza stampa, sono stati illustrati i criteri seguiti per la predisposizione del bilancio per permettere ai soci di pronunciarsi sul quadro fedele della società, sia dal punto di vista patrimoniale, finanziario, che economico. Per farlo Rivieracqua si è avvalsa di una società di revisione che avvalorasse le procedure effettuate che portano alla perdita di 6 milioni “Una stratificazione di situazioni accumulate nel corso degli anni, e che comunque costituiscono la base di sviluppo per le possibilità di sviluppo del piano”.


Parlando delle opzioni sul tavolo per il proseguo dell’azienda, Mangiante le ha svelate nel corso della conferenza stampa: “Ne abbiamo una immediatamente operativa che prevede l’integrazione dei soci Secom e Amaie, però è una soluzione che tutto sommato, anche dal punto di vista professionale non ci soddisfa perché non consente di traguardare la tanto auspicata tariffa unica d’ambito che il presidente Chiappori ha più volte evocato, e che è quello strumento che permette di osservare il principio del full cost revovery, tutti i costi sono compresi nella tariffa e l’utenza paga sulla base di queste situazioni, e si vengono a evitare le disfunzioni che i gestori realizzano a macchia di leopardo senza avere una unitarietà operativa. Una seconda e una terza ipotesi sono quelle di andare a prevedere l’integrazione di tutti i gestori cessati con o senza il socio privato. La presenza del socio privato osta la presenza del socio privato, quindi andrebbe rivisto tutto il sistema di attribuzione e svolgimento del servizio, ma è un’ipotesi che finalmente consentirebbe di raggiungere la tariffa unica d’ambito”.

Nel caso in cui passi la prima ipotesi Mangiante è ottimista sul rispetto dei tempi per la presentazione del piano concordatario. “Se dovremmo fare un discorso più ampio, come auspichiamo, c’è la possibilità di chiedere una proroga al deposito del piano. In questa fase Rivieracqua riesce a far fronte alla situazione di manutenzione da svolgersi in correntezza, perché non è un soggetto aggredibile dal punto di vista delle azioni giudiziarie, ma è una soluzione interlocutoria, non definitiva e noi speriamo al più presto di poter riuscire a definire l’intero impianto del servizio idrico”.

Il presidente del Cda, parlando del rapporto con i soci privati ha poi aggiunto: Il socio può esercitare il diritto di recesso e corrispondere la relativa quota che riguarda l’indennizzo che deve essere rivisto e rivisitato da quello determinato in precedenza. È un dato che deve essere rivisto al normale deterioramento degli impianti. Questa la soluzione più semplice e più sanguinosa per Rivieracqua. Potrebbe anche esserci una valutazione di autotutela possessoria degli impianti, che lascerebbe un aspetto di contenzioni con il privato e infine la possibilità di valutare accordi con lo stesso socio privato. Questo presuppone il fatto di rivedere il servizio di attribuzione che non sarebbe più in house ma prevedrebbe una gara di carattere europeo”.


A tutto questo si aggiunge la condizione imprescindibile sottolineata da Chiappori, ovvero l’ingresso degli comuni attualmente non soci, in Rivieracqua, finora prorogato, almeno per quanto riguarda le città più grandi della provincia: Imperia, Sanremo e Ventimiglia.   

Diciamo che la legge dice che dovrebbero entrare gli altri comuni che non sono ancora in Rivieracqua che doveva partire già con tutti i soci dentro. – spiega Chiappori - Le strade diverse sono state stoppate da tutti, teoricamente tutti i comuni devono entrare. Siamo d’accordo con gli altri comuni di tenere in piedi e di far funzionare questa società, serviva una diffida fatta dal quello di Diano Marina. Andrò anche al Ministero per vedere se tutto ciò che ho detto oggi corrisponde a realtà, anche se ho già verificato che lo sia. Come fatto slegato incontrerò il Ministro che stiamo programmando e con lui ci saranno i funzionari preposti che sanno già di cosa stiamo parlando. La sensazione è che qui nessuno può più fare, nascondere o omettere ma siamo alla resa dei conti. Tutti devono fare la loro parte come hanno detto che faranno. Il Cda ci ha presentato un bilancio e senza l’approvazione dell’assemblea Rivieracqua non avrebbe scampo. Noi da persone serie riteniamo invece che questo bilancio con tutte le cose che ci sono dentro compresi gli errori possano essere appianati dalla volontà di agire che c’è. Quanto vale Amat  lo vedremo, 23-24 milioni direi di no. Anzi direi che non vale quasi più nulla in base ai debiti che ha, però non si può valutare un’azienda sul sentito dire. Quando sarà il momento ci sarà una valutazione così come per Amaie. Siamo in fase di costruzione. Questa volta forse arriveremo a un vero servizio ai cittadini spalmando con una tariffa unica che vada da Cervo a Ventimiglia”.

A complicare le cose la deliberazione della Corte dei Conti arrivata ieri che prevede l’accantonamento a bilancio dei comuni soci, di fondi per il pagamento del debito in Rivieracqua. questo potrebbe spingere i comuni non soci a evitare ulteriormente l’ingresso nel caso in cui il concordato non dovesse essere approvato, ma questa sarebbe un’ipotesi che prevedrebbe scenari ben più tetri per la società. Per adesso sia Chiappori sia Mangiante si ritengono soddisfatti, - almeno fino alla prossima puntata – come si evince dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa al termine dell’incontro.

Abbiamo convocato come comitato tecnico il Cda per avere notizie reali e le valutazioni su un bilancio che naturalmente fa paura a guardarlo da distante. – ha spiegato Chiappori - È una montagna, ma come al solito io cerco di avvicinarmi e se uno lo fa poi trova i passi giusti per arrivare in cima e risolvere il problema. Questo è quello che vogliamo fare, siamo ottimisti nonostante i sei milioni di buco non semplici da gestire. Le prospettive rimangono comunque quelle di risolvere con l’entrata di tutti i soggetti della provincia e quindi con tutti loro ci sarà la tariffa unica e con questa tutti i comuni saranno slacciati finalmente e la società potrà operare con un controllo analogo dei comuni affinché nessuno ci riporti in futuro allo stato di oggi. Vedremo insomma anche come si dovrà muovere la struttura, ora è complicato. Hanno creato uno statuto che rallenta di molto le decisioni, ci sarà quindi anche un riassetto di questo per avere le condizioni giuste per far funzionare il tutto. Il bicchiere è mezzo pieno per ora siamo sul vediamo, ma è ottimistico".

Sull’ipotesi di ingresso di Amat-Amaie: Io credo di sì. Parlando con i sindaci e sentendo come la pensano siamo tutti dalla stessa parte. Il problema non siamo noi e non è la società. L’acqua distribuita costa un po’di più, bisogna saperla distribuire. Credo che sia un bene che questo debba essere fatto da una società in house di tutti i comuni in modo che gli utili che potrebbe avere un soggetto privato vengano restituiti in servizi alle persone. Credo che sia un’ottima soluzione e il comitato tecnico mi pare più o meno d’accordo. Ora sentiremo tutti i sindaci in sei puntate a partire da Ventimiglia per arrivare a Diano Marina passando per Taggia, Sanremo, Imperia e Pieve di Teco è un lavorone che speriamo porti ai risultati che auspichiamo”. 

Innanzitutto – ha detto Mangiante - devo esprimere una grande soddisfazione per il fatto che oggi c’è stato questo incontro con il comitato tecnico che, voglio sottolineare è un organo estremamente importante nella vita sociale e societaria di Rivieracqua perché è l’organismo attraverso il quale si realizza il controllo analogo dei comuni. In più questo organismo deve esprimere un parere vincolante ai fini dell’approvazione del bilancio. Quindi li abbiamo incontrati per la prima volta, abbiamo dato tutte le delucidazioni che ci sono state chieste per quanto riguarda i criteri, i metodi con cui è stato predisposto questo bilancio che ha un po’ rivisto, rinnovato e applicato nuovi criteri per quanto riguarda anche le movimentazioni dei bilanci precedenti, quindi a partire dal 2012. È stato un lavoro ponderosissimo, però il quadro fedele che ne esce adesso e che è posto all’attenzione dei soci, consente loro di prendere le più opportune deliberazioni in ordine alla sua approvazione prevista per il prossimo 31 ottobre con l’assemblea dei soci”. Che tipo di bilancio è? “Il bilancio espone una perdita di circa 6 milioni. Evidentemente queste non sono solo perdite gestionali riferite al 2017, ma fanno riferimento a una serie concatenata di eventi negativi che risalgono fin dalla costituzione nel 2012. Di conseguenza questo è solo la stratificazione di tutti i risultati negativi conseguiti nel periodo”.

Francesco Li Noce

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