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Politica | 13 ottobre 2018, 12:34

Anche i Radicali del GRAF di Imperia all'odierna manifestazione pro Europa a ponte San Ludovico

"Di questo ha bisogno l’Europa: un’assemblea costituente eletta a suffragio universale. Il gradualismo è stato controproducente, bisogna avere il coraggio di superare i miopi interessi nazionali"

Anche i Radicali del GRAF di Imperia all'odierna manifestazione pro Europa a ponte San Ludovico

Anche i Radicali del Gruppo Adele Faccio GRAF di Imperia partecipano all’odierna manifestazione pro Europa al confine italo-francese di Ventimiglia Ponte S.Ludovico. Con alcuni distinguo:

“Il progetto europeo dei nostri padri ci ha dato pace e prosperità, ma oggi è messo in dubbio da leader senza scrupoli che aizzano il popolo ignorante a votare contro il proprio interesse: dunque, bisogna salvare l’Europa dai populismi”. Ma è così? Dapprima l’Idea Europea fu un successo; il libero scambio di merci e servizi beneficiò tutti i paesi Cee. Il consenso iniziò a calare nel ‘92, per poi crollare con l’allargamento dell’Europa a Est e la crisi di Eurozona (a prescindere da interessi contrari, da politica di potenza, di Usa e Russia, naturalmente ostili). Gli irlandesi, entrando in Europa ebbero un boom economico, ma presto diffidarono della Bce per la politica monetaria non adatta alle loro esigenze; ciò vale per tutti gli altri: in generale, tanto più adatta è la politica monetaria alle esigenze di un Paese, tanto maggiore è la fiducia di quel Paese verso la Bce; e l’orientamento elettorale pare rispondere alle condizioni economiche del Paese. E la Brexit? Se il libero scambio di beni e servizi trova ampio consenso, la totale libertà di migrare no; se le migrazioni sono troppo concentrate e repentine, esse generano un fenomeno di rigetto, come accadde in America negli anni 20; se l’Ue fosse stata più flessibile sulla totale libertà di migrazione, oggi gli inglesi sarebbero ancora con noi.

Qui ci si dovrebbe addentrare in un lungo e periglioso discorso sull’etologia animale e umana, affrontando la questione da un punto di vista scientifico anziché morale. Andiamo per sommi capi, affrontando la certezza di essere fraintesi dai moralizzatori professionisti, campioni ufficiali di solidarietà. La diffidenza verso il nuovo venuto, lo straniero, non ha da essere immediatamente bollato come “razzismo o fascismo”, tanto per fare sfoggio di epiteti; molto spesso è semplice cautela verso chi non si conosce, non appartiene alla tribù o al condominio. E’ così per gli animali, perché le cose dovrebbero essere diverse per l’animale-uomo? 70 anni fa, la mite contadina piemontese definiva “qùi d’la Bass’Italia” i nostri meridionali (=quelli della Bassa Italia): ma bastava mangiare insieme un piatto di spaghetti e la cordialità subito prevaleva. Parliamo in generale, ovviamente, trascurando episodi di sgradevole e rimarchevole intolleranza che pure ci furono, purtroppo. Pigiati in un bus o in una vettura di pendolari, lo stesso pigia-pigia induce un certo fastidio, un lieve timore di essere derubati, una costrizione agli odori comuni. Provate a fare altrettanto con cani, gatti o altre pacifiche bestiole di indubitabile simpatia, e poi vedrete cosa succede. Questa è etologia: limitiamoci a constatare, trascurando le prediche buoniste. Esperimenti coi topi dimostrano che la concentrazione “percepita” scatena la crudeltà: soltanto una visione meravigliosa dell’essere umano ci illude che ciò non debba accadere pure fra noi.

Ciò che dovrebbe stupire non è la crescita di movimenti antieuropeisti (in una democrazia i politici rispondono agli elettori), quanto la sordità dell’Establishment allo scontento verso l’Europa. Questa sordità ha trasformato l’Ue, pensata come strumento di armonia tra popoli, in una gabbia che aumenta, invece che diminuire, i nazionalismi. I greci chiamano nazisti i tedeschi (ma ci sono più nazisti in Grecia che in Germania), i tedeschi dicono che i greci sono pigri (ma il greco medio lavora 43% di ore in più all’anno del tedesco medio). La nota frase sui Paesi europei in crisi (“Non puoi spendere tutti i soldi in alcool e donne e poi invocare il mio sostegno”) non è uscita dalla bocca di Trump. I veri nemici dell’Europa non sono i movimenti populisti, ma i cosiddetti europeisti che occupano le stanze del potere europeo. Seduti sulle comode poltrone ereditate dagli illustri predecessori, in placida attesa che La Storia, passando di lì, favorisca le loro carriere, essi non riconoscono ciò che gli stessi padri fondatori dell’euro hanno ammesso: che la moneta unica fu concepita senza le istituzioni necessarie per farla funzionare; quasi 20 anni dopo (e dopo profondissima crisi) tali istituzioni non sono state create. Nel vuoto istituzionale, la Bce - messa in piedi al solo scopo di contenere l’inflazione - è divenuta un’istituzione politica senza mandato, che può sostenere o far cadere i governi nazionali grazie a decisioni tecniche, poco comprensibili ai più. Lungi dall’essere irrazionale, la rabbia populista è alimentata da un profondo scontento e da un pesante DEFICIT DEMOCRATICO in Europa, che impedisce a tale consenso di esprimersi nelle forme tradizionali. Per salvare l’ideale di un continente dove popoli diversi possano vivere in pace e prosperità, bisogna cambiare questa Europa. Nel 1787 fu evidente che il sistema di governo stabilito dallo Statuto della Confederazione Usa era inadatto a governare la giovane nazione americana; fu così convocata a Filadelfia un’assemblea costituente e nacque la costituzione americana ancora oggi in vigore. Di questo ha bisogno l’Europa: un’assemblea costituente eletta a suffragio universale. Il gradualismo è stato controproducente, bisogna avere il coraggio di superare i miopi interessi nazionali e provare a disegnare insieme una nuova Costituzione, scelta dal popolo e non da tecnocrati illuminati. Operazione rischiosa, ma il rischio maggiore è lo status quo.

Ventimiglia, 13.X.2018 Gian Piero Buscaglia, segretario GRAF

c.s.

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