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Politica | 24 settembre 2018, 07:21

Mentre il Casinò di Sanremo riesce a sopravvivere il 'collega' di Campione d'Italia potrebbe diventare svizzero

Il ‘passaggio’ potrebbe avvenire con un traghettamento ed una soluzione democratica ma, probabilmente, i campionesi potrebbero accettare di buon grado il fatto di diventare svizzeri e, perché no, anche la casa da gioco potrebbe riaprire.

Mentre il Casinò di Sanremo riesce a sopravvivere il 'collega' di Campione d'Italia potrebbe diventare svizzero

Il Casinò di Sanremo ha sempre mille problemi e, gli scontri tra proprietà e sindacati sono all’ordine del giorno. Ma, fortunatamente, i problemi non sono quelli del ‘collega’ di Campione d’Italia che, dopo la chiusura ed il fallimento, potrebbe diventare svizzero. Non solo la casa da gioco ma l’intera ‘enclave’ che, pur essendo italiana a tutti gli effetti e ‘circondata’ da confini elvetici.

E, per questo, i Casinò ufficiali italiani potrebbero quindi diventare 3 e non essere più 4 come storicamente è da anni. Campione d’Italia esiste per il Casinò e tutta l’economia gravitava attorno ad esso, con gli studenti campionesi che, addirittura vanno a scuola in Svizzera. Dopo il fallimento sono arrivati aiuti dal comune di Lugano e da alcune aziende private per circa 3 milioni di euro.

Dal Canton Ticino arriva ora la proposta con una interrogazione al Governo di Berna, per la possibile cessione del territorio di Campione d’Italia alla Svizzera. Il ‘passaggio’ potrebbe avvenire con un traghettamento ed una soluzione democratica ma, probabilmente, i campionesi potrebbero accettare di buon grado il fatto di diventare svizzeri e, perché no, anche la casa da gioco potrebbe riaprire.

Problemi che, almeno per ora non ci sono a Sanremo, anche se la crisi dei Casinò ‘tradizionali’ è sempre d’attualità per l’aggressione continua del gioco on line e di quello di ‘Stato’, diffuso in bar e sale private. Un gioco che ha visto ridurre di oltre la metà gli incassi della casa da gioco matuziana, tra gli oltre 105 milioni di euro dei primi anni 2000 ai 45 di oggi. Una contrazione che non ha portato i ‘disastri’ di Campione d’Italia, solo grazie ad una oculata amministrazione ed a diversi ‘sacrifici’ dei dipendenti.

Carlo Alessi

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