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Imperia Golfo Dianese | 24 settembre 2018, 14:09

Imperia: domenica 30 settembre l'ingresso di monsignor Bezzone, nuovo prevosto della Basilica di San Giovanni

Ecco il suo messaggio ai fedeli

Foto da parrocchiasannicolo.it

Foto da parrocchiasannicolo.it

Come noto sarà monsignor Ennio Bezzone a sostituire monsignor Mario Ruffino alla guida della Basilica di San Giovanni a Oneglia.

Domenica 30 settembre, alle ore 16, l'ingresso ufficiale come nuovo prevosto da parte di Bezzone che intanto ha voluto scrivere un messaggio ai fedeli della parrocchia.

"Cari parrocchiani Dopo una piuttosto lunga gestazione, durata quasi sette mesi da quel 19 Marzo in cui il nostro vescovo mi ha nominato vostro pastore, ecco che, finalmente vi indirizzo il mio primo saluto e la mia prima parola. Intendo, attraverso questo messaggio, salutarvi tutti e ciascuno, in attesa di potervi presto incontrare di persona per le strade della ormai nostra bella città. Saluto il Signor Sindaco, S.E. il Prefetto, il Presidente della Provincia, Il Questore, l’Amministrazione Comunale, le varie Autorità Statali, Civili e Militari che servono la nostra comunità civile, e con cui mi voglio mettere fin d’ora in cortese atteggiamento di fiduciosa collaborazione e disponibilità per il bene comune. Saluto chi fino ad ora vi ha custoditi nell’amore del Signore, Mons. Mario Ruffino, che tutti insieme ringraziamo per quanto ha fatto in oltre vent’anni di ministero in mezzo a voi. Un pensiero di amicizia ed una mano tesa rivolgo ai sacerdoti della Città con i quali sto per iniziare questo tratto di cammino, che loro già da tempo conducono nel servire le varie parrocchie di Imperia: tra essi voglio salutarne in particolare quattro: don Lucio Fabbris, parroco della Basilica Concattedrale di Porto Maurizio, don Paolo Pozzoli, mio fraterno amico e compagno di seminario, nonché di ordinazione sacerdotale; e due sacerdoti che, allo stato attuale delle cose, essendo in questo momento in cui vi scrivo io ancora pienamente parroco di Pietra Ligure, sono miei parrocchiani in quanto pietresi: don Giampiero Serrato, della parrocchia vicina di Cristo Re, e don Dario Ottonello che tutti voi ben conoscete ed avete sicuramente imparato ad amare. Con don Dario in modo particolare, che dopo aver seguito come parroco nel suo cammino verso il sacerdozio, oggi mi precede e presto mi affiancherà nel ministero onegliese, cercheremo di mettere tutte le nostre forze per servire questa comunità parrocchiale che, pur non conoscendo ancora, da molti mesi è nel mio cuore e nella mia quotidiana preghiera di prete. Saluto il mondo della cultura presente nella città: i vari circoli, club, associazioni, centri studio e tutti coloro che arricchiscono questa nostra realtà imperiese con varie iniziative culturali, atte ad elevare lo spirito di tutti, e ad affinare le nostre sensibilità umane facendoci interiormente più ricchi. Allo stesso modo desidero porgere il mio cordiale saluto al mondo della industria, così fertile e storica nella nostra Città, con le sue fabbriche ed i suoi stabilimenti, che esprimono per Imperia un servizio di alta qualità, riconosciuto anche a livello nazionale ed estero. Saluto i collaboratori pastorali e tutti quegli uomini e quelle donne di buona volontà che desidereranno entrare a far parte della grande casa della parrocchia, per mettersi insieme a me alla scuola del Vangelo e divenire insieme sempre più discepoli autentici del Signore. Un pensiero caloroso ed affettuoso lo rivolgo alle famiglie, ai giovani, ai ragazzi: mi affianco, come padre, amico e compagno di viaggio, al loro cammino quotidiano, fatto di speranze, incertezze e preoccupazioni di vario genere dovute in questi tempi, alle varie crisi, non ultima la crisi di valori di cui soffre il mondo di oggi, e di cui Cristo vuol continuare ad essere la risposta appagante e liberante; ma penso anche alle altre crisi che attanagliano il mondo familiare e giovanile: quali quella del lavoro o della solidità economica familiare. In questo senso desidero anche rivolgere il mio pensiero ai più poveri: il Santo Padre spesso ci ricorda che, come cristiani, ciascuno per quel che può, dobbiamo fare qualcosa per essere dono e solidarietà per coloro che hanno meno di noi: per cosa potremo, faremo la nostra parte insieme. Io, un tempo bambino cresciuto dai miei nonni a causa del lavoro di mamma e papà, saluto tutti i nonni e gli anziani di questa comunità cristiana di san Giovanni Battista, soprattutto quelli tra di loro che iniziano a sentire gli acciacchi dell’età che progredisce: vorrei mettessero a disposizione di questo povero parroco che bussa alla porta di ciascuno, un po’ del loro sacrificio e della loro preghiera, offerti silenziosamente, ma efficacemente al Signore, perché mi aiuti a far crescere verso di Lui questa nostra realtà parrocchiale. Rivolgo un affettuoso abbraccio agli ammalati ed ai sofferenti di vario genere: anche voi, che non potete più uscire dalle vostre case per la malattia, spero di avere occasione di incontrare presto nella visita che il parroco abitualmente fa a quei parrocchiani che non possono più andarlo a trovare: nessun problema … verrò io da voi, e mi aiuterete con la vostra offerta silenziosa al Signore e con la vostra preghiera, a guidare verso Gesù questa comunità di San Giovanni. Infine, ma non in ultimo, desidero salutare coloro che vivono lontani dalla Chiesa, che non condividono le nostre idee, la nostra stessa fede o che, forse, nel percorso tortuoso della vita se ne sono allontanati, magari anche a motivo della non sempre buona testimonianza e coerenza dei cristiani. A queste persone, che forse sono disinteressate o distratte riguardo al mio arrivo, vorrei dire che sono qui anche per loro: nella misura in cui vorranno conoscermi e incontrarmi, senza alcun mio desiderio di rivalsa, conquista o di far cambiare le loro posizioni, ma semplicemente per conoscerci, stimarci e forse chissà! col tempo, imparare ad apprezzarci. A tutti voi ho solo una cosa da chiedere per potere iniziare serenamente questo tratto di cammino insieme: Fatemi posto nei vostri cuori (cf 2 Cor 7,2). Con queste parole il grande apostolo Paolo invitava i cristiani di Corinto ad accoglierlo, come inviato in mezzo a loro, in nome di Cristo. Con queste stesse parole vengo io oggi a voi e vi rivolgo la stessa discreta, accorata preghiera. Cari Onegliesi, fatemi posto nei vostri cuori! ho bisogno che mi vogliate bene che mi accogliate così come sono, e che crediate nel bene che già vi voglio. Sul bene che ci si vorrà, sul rispetto delle persone -il mio da parte vostra e il vostro da parte mia- sulla comprensione reciproca, sull’assenza totale di chiacchiere, di pettegolezzo, di visioni preconcette, di pregiudizi, di parole dette alle spalle, sulla serenità distensiva dei rapporti, sul rispetto dei reciproci tempi e delle diversità di caratteri o delle sensibilità o gusti personali, io vorrei basare questo cammino che inizio con voi, senza mai dimenticare una grande parola del salmo 126 che è questa: Se il Signore non costruisce la casa invano si affaticano i costruttori, se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella ... Grazie a tutti e a presto".

Lorenzo Bonsignorio

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