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Attualità | 23 settembre 2018, 09:00

Viaggio nella Storia della Valle Roya: Servizi Segreti e Comitè de rattachement

"Da testimonianze dell'epoca si è appreso che il referendum non si sarebbe svolto con il canone della trasparenza".

Viaggio nella Storia della Valle Roya: Servizi Segreti e Comitè de rattachement

Continua il nostro viaggio tra i segreti e misteri della Valle Roya, accompagnati dallo storico Stefano Mormile. Al centro dell'articolo di oggi, il famoso “Comité de Rattachement” fortemente voluto dal De Gaulle di cui facevano parte anche i servizi segreti francesi.

"Dopo aver visto come le due città della Valle Roya, Briga e Tenda, erano così importanti per la Francia, dopo avervi fatto conoscere l'interesse che gli Stati Uniti avevano nella vicenda come alleati italiani alla luce dei dispacci conservati presso l'istituto storico della Resistenza di Cuneo, vi raccontiamo oggi del famoso “Comité de Rattachement” fortemente voluto dal Presidente Francese Charles De Gaulle di cui probabilmente ignorate che facessero parte anche i servizi segreti francesi.

Il 17 novembre 1944 si tenne a Nizza una riunione nell’ufficio del Prefetto nella quale si presentò a De Gaulle e Bidault (presidente e ministro degli esteri del governo provvisorio) un esposto sulla questione che ebbe rilevanza nazionale. Nel documento la questione delle frontiere contese interessava tre distinti aspetti: la difesa nazionale, l’energia idroelettrica ed il turismo.

Il rapporto affermava che una soluzione ragionevole e giusta al problema delle frontiere avrebbe rappresentato il punto di partenza dei nuovi rapporti tra Italia e Francia.

Fu così che 1945 delegazioni furono mandate a Parigi al Ministero degli Esteri e messe in contatto con il colonnello Servais, uno dei membri più influenti dell’entourage di De Gaulle per riferire sulle questioni di sicurezza e strategia nazionale.

Successivemente, la Direction Générale des Études et Recherches più conosciuta con l’acronimo di DGER – l’intelligence delle Libere Forze Francesi del governo di Charles de Gaulle in esilio a Londra, anche organo dei servizi segreti francesi, installò a Nizza una missione diretta dal colonnello Lonardi con lo scopo di sondare il terreno e organizzare i territori.

Questo fu l’inizio di una proficua collaborazione tra il comitato di Tenda e Briga con gli esponenti del governo francese.

Di lì a qualche mese, esattamente nei primi giorni dell’aprile del 1945, reparti di France Libre liberano dai tedeschi il massiccio dell’Authion e in seguito anche Briga e Tenda, dove viene subito istituito un comitato per organizzare un plebiscito per affermare definitivamente la volontà popolare del passaggio alla Francia.

A Briga – per la consultazione – furono ammessi tutti gli uomini e le donne di età superiore a 25 anni ed ivi residenti da prima dell’11 giugno 1940.

A Tenda, per ovviare alla recente forte immigrazione dal Sud Italia e di funzionari pubblici ritenuti fascisti, la residenza – quale criterio di accesso al voto – fu stabilita anteriormente al 1930.

Alle consultazioni parteciparono anche i discendenti delle famiglie presenti nel 1860 purché avessero conservato dei beni nella zona. La votazione ebbe luogo Domenica 29 e lunedì 30 aprile 1945. Questa volta i risultati furono nettamente a favore della Francia come possiamo vedere dalla prima pagina del quotidiano francese dell’epoca riportato in calce, anche se, da testimonianze si è appreso che il referendum non si sarebbe svolto con il canone della trasparenza: nella scheda elettorale, non era possibile operare alcuna scelta perché l’unica risposta possibile era il sì all’annessione.

L’onda della vittoria, cavalcata dal Generale De Gaulle in particolare e dalla Francia in generale, subì rapidamente una battuta d’arresto. Alla fine di giugno, infatti, si apprendeva che i territori di frontiera in questione erano stati rioccupati dal governo militare alleato operante in Italia che, non facendo mistero della sua avversione ai colpi di mano, non aveva esitato a costringere le truppe francesi al ritiro!"


Redazione

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