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Politica | 20 settembre 2018, 10:43

Declassamento di Gastroenterologia a Sanremo e Chirurgia Vascolare ad Imperia: l'On. Volpi risponde a Sonia Viale

"Chiedo all’Assessore di compiere un atto di trasparenza e chiarezza nei confronti dei cittadini e di pubblicare il testo integrale della lettera che ha scritto al Ministro della Salute, in modo da chiarire una volta per tutte se ha chiesto la deroga per questi due reparti".

Declassamento di Gastroenterologia a Sanremo e Chirurgia Vascolare ad Imperia: l'On. Volpi risponde a Sonia Viale

"In merito alle recenti dichiarazioni dell’Assessore Sonia Viale preme sottolineare che il Movimento Cinque Stelle non ha strumentalizzato alcunché: le conseguenze del declassamento di due reparti così importanti preoccupano non solo i cittadini che progressivamente vedono erosi gli spazi della Sanità pubblica ma anche gli operatori sanitari: nessuno conosce meglio di essi il loro lavoro e purtroppo hanno già constatato i problemi sorti in seguito al declassamento di altri reparti ospedalieri in Liguria".

Interviene in questo modo l'Onorevole Leda Volpi (M5S), in relazione alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal vice Presidente della Regione Liguria ed Assessore alla Sanità, Sonia Viale, sul declassamento dei reparti di Gastroenterologia di Sanremo e di Chirurgia Vascola di Imperia. "L’Assessore - prosegue - non si è voluta confrontare con il personale sanitario di tali reparti né con l’Ordine dei Medici, il cui Presidente ha affermato di aver 'paura che il cosiddetto declassamento possa portare un domani a un ulteriore ridimensionamento di queste due strutture' ed ha altresì sottolineato che 'la gastroenterologia e anche la chirurgia vascolare dell’Ospedale di Imperia sono state fino ad oggi e sono sicuramente due realtà troppo importanti per la nostra provincia'. Anziché prodigarsi quotidianamente sugli organi di stampa a rassicurare che col declassamento nulla cambierà dovrebbe invece optare per ritirare la delibera, solo così darebbe risposte certe ai cittadini. Mantiene invece un atteggiamento ambiguo: dice di aver chiesto la possibilità di operare una deroga, ma cosa ha effettivamente domandato al Ministero della Salute non è chiaro. Ha fatto menzione del crollo del Ponte Morandi, ma la deroga non può basarsi sulla sola considerazione della tragedia del 14 Agosto scorso, perché sarebbe a tempo determinato e soprattutto perché i problemi di viabilità genovesi non sono la motivazione principale per la quale questi declassamenti non devono essere effettuati allo stato attuale!"

"La motivazione della deroga - prosegue l'Onorevole Volpi - (o del ritiro della delibera che la Giunta Regionale stessa ha emanato) risiede nel valore scientifico e assistenziale che caratterizzano questi due reparti. Il decreto Balduzzi è un decreto ministeriale nato nel periodo della politica dell’austerità, che detta le regole di programmazione della rete ospedaliera in termini di bacini di utenza. Sta però alla Regione, nel pieno delle sue prerogative di autonomia, scegliere in che modo applicarlo e come organizzare la rete ospedaliera, nel rispetto delle competenze del personale, delle attrezzature disponibili nei reparti e delle esigenze sanitarie degli utenti. Quale buon padre di famiglia per fare economia regalerebbe i suoi gioielli? E quale dirigente di Struttura privata depotenzierebbe un reparto di eccellenza anziché puntare su di esso? Condivido che non possiamo avere tutti l’Ospedale sono casa, proprio perché non si potrebbero garantire i servizi e gli standard di qualità sufficienti ma non si possono fare tagli 'ad occhi chiusi' senza considerare se un reparto è in grado o meno di svolgere determinate attività".

"Per questo motivo - termina l'On. Leda Volpi - chiedo all’Assessore di compiere un atto di trasparenza e chiarezza nei confronti dei cittadini e di pubblicare il testo integrale della lettera che ha scritto al Ministro della Salute, in modo da chiarire una volta per tutte se ha chiesto la deroga per questi due reparti. Allo stesso modo è fondamentale incontrare ed ascoltare medici e infermieri che lavorano duramente da anni in prima linea per assicurare le cure ai cittadini, certamente non perché spetti a loro decidere la programmazione sanitaria ma perché lavorando insieme e soprattutto ascoltando medici e infermieri si possono capire le criticità e magari trovare delle soluzioni condivise. In ultimo sottolineo che non è accettabile denigrare la voce dei cittadini che decidono di partecipare attivamente firmando una petizione: ai malati che accedono ai Pronto soccorso e negli ambulatori non si può mentire perché loro sanno quale sia la condizione della Sanità perché la vivono (purtroppo) a loro spese. Bisogna ricordare che le istituzioni devono rappresentare i cittadini e garantire i loro diritti con risposte e scelte chiare. Non c’è niente di male a fermarsi a riflettere su una decisione che riguarda tanti pazienti, anzi è un segno di maturità, di serietà e di rispetto per il proprio mandato elettorale".

Redazione

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