Attualità - 19 settembre 2018, 21:06

Sanremo: protesta del S.A.P.Pe contro le aggressioni in carcere, dopo l'astensione dalla mensa una manifestazione a Genova

Iniziativa per denunciare le pericolose condizioni di lavoro degli agenti

Sanremo: protesta del S.A.P.Pe contro le aggressioni in carcere, dopo l'astensione dalla mensa una manifestazione a Genova

Il SAPPe ligure dice stop al direttore del carcere con un monito, o Sanremo cambia rotta o le proteste non si placheranno.
Il 19 settembre è iniziata la protesta del SAPPe Sanremo che ha chiamato a raccolta i poliziotti penitenziari di Sanremo per denunciare, attraverso l’astensione della mensa di servizio, il disordine organizzativo voluta e non risolta dall’attuale comandante e direttore dell’istituto.

Dicono dal S.A.P.Pe: “Hanno voluto la trasformazione da casa circondariale a Reclusione concentrando un elevato numero di detenuti con fine pena a lunga scadenza quindi elevando l’indice di pericolosità, senza valutarne le conseguenze, (nel carcere di reclusione bisogna garantire lavoro ai detenuti ed a Sanremo questo è assicurato solo a poche decine di loro) inoltre si sono dimostrati distanti dalle problematiche dell’istituto sottovalutando i comportamenti violenti che i detenuti pongono tutt’ora contro il poliziotto penitenziario costretto a subire le aggressioni fisiche e verbali del detenuto senza un adeguato riscontro sanzionatorio disciplinare”.

Allora che fare? - continua il S.A.P.Pe della Liguria – non possiamo scioperare perché per noi non è consentito (però per i direttori è consentito) allora proponiamo di disertare per un giorno la mensa di servizio, una sorta di sciopero della fame con rifiuto del pasto offerto dall’amministrazione. Una manifestazione legittima utile per far rappresentare la realtà di Sanremo ai vertici romani allorquando ancora non ne siano a conoscenza”.

Quali le maggiori criticità? - prosegue il S.A.P.Pe - sicuramente la gestione che abbiamo poc’anzi rappresentato voluta da un direttore che regge quell’istituto da quasi trent’anni e dal comandante che ha già superato abbondantemente i dieci anni di permanenza nella stessa sede. Queste gestioni di lunga durata secondo noi sono infruttuose perché producono assuefazione al sistema e fanno perdere gli stimoli lavorativi e di produttività che per un carcere sono importantissimi, ma su Sanremo riverberano anche le criticità degli altri istituti assegnando detenuti problematici provenienti anche da fuori Regione. Ma ultimamente,  dopo il tragico episodio del crollo del ponte genovese sul Polcevera, essendo la provincia di Savona da ben tre anni priva del suo carcere,  gli arrestati della provincia savonese che prima del crollo del ponte venivano portati a Genova Marassi ed a Imperia, oggi  per non creare disagio alle forze di Polizia che operano sul territorio, si è pensato bene di dirottargli sugli istituti di Imperia e Sanremo mandando così in tilt un sistema già di per sé avariato. Quali le conseguenze? Un incremento, ad oggi, di quasi 45 detenuti che si aggiungono ai 220 già esistenti innescando un effetto a catena con un conseguente aumento di attività per il personale dei reparti detentivi e soprattutto delle scorte che per motivi di giustizia, devono accompagnare, gli arrestati presso il tribunale di Savona o di Genova, A tutto questo non è stato previsto nessun rinforzo di poliziotti penitenziari quindi costretti a lunghi turni di servizio anche di 9 ore quotidiane, con dispendio di ore di straordinario”.

Anche da qui la rabbia del Sappe e della Polizia Penitenziaria di Sanremo
Ma cosa chiede il SAPPe della Liguria? “In sostanza chiede, mediante una riorganizzazione del lavoro, condizioni operative migliori e, soprattutto, rispetto della dignità ed incolumità dell’uomo in divisa, ma soprattutto che il Direttore ed il Comandante lascino Sanremo dopo troppi anni di permanenza nella stessa sede. Vogliamo maggiori garanzie per la nostra attività che è improntata sulla sicurezza e non può ne il Direttore ne il Comandate di Sanremo tergiversare e far finta che quello che accade all’interno dei reparti detentivi sia nella normalità. Per noi è Falso! Per questo ed altro chiediamo un incontro con il Provveditore considerato che il direttore rifiuta il dialogo sindacale e non risponde alle nostre richieste. Questo è limitativo alla democrazia ed alla libertà di pensiero. Abbiamo raccontato che un agente è stato colpito con violenza da un detenuto a suon di pugni, la Direzione ha negato che ci fossero corsi di pugilato all’interno di quell’istituto, ma ci chiediamo come fa a non rendersi conto che un certo numero di detenuti era in possesso di guantoni e giornalmente frequentavano la palestra per allenarsi? Questo episodio è solo uno dei tanti e quando la misura è colma, quando la pazienza raggiunge il limite, allora il SAPPe s’inasprisce e reagisce. Dal 19 settembre è stato decretato lo stato di agitazione sindacale con l’astensione alla mensa di servizio del personale della Polizia Penitenziaria per dire basta alle aggressioni al personale per dare avvio ad un carcere migliore e più sicuro.

Conclude il S.A.P.Pe: “Dopo l’astensione dalla mensa del 19 settembre, se non verremo ascoltati, prevederemo altre forme di protesta che si concluderanno il 9 novembre a Genova con una manifestazione regionale”.

C.S.

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