- 13 agosto 2018, 09:01

Ospedale Unico, declassamenti, vaccini e molto altro: intervista esclusiva sulla Sanità al Dottor Francesco Alberti (Video)

Un colloquio informale ma molto interessante sulla situazione sanitaria nazionale e locale, con il Presidente dell'Ordine dei Medici della nostra provincia.

Ospedale Unico, declassamenti, vaccini e molto altro: intervista esclusiva sulla Sanità al Dottor Francesco Alberti (Video)

In un particolare momento in cui si parla molto di sanità, sia a livello nazionale che locale, tra ospedali, declassamenti di reparti, vaccini e ‘fake news’, abbiamo deciso di incontrare il Dottor Francesco Alberti, Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Imperia dal 2000. Alberti è anche membro del Comitato Centrale della FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri) da 9 anni ed è delegato per la stessa federazione, presso la Commissione Europea degli Ordini dei Medici (CEOM con sede a Parigi). Da anni Alberti partecipa a gruppi di lavoro presso il Ministero della Salute e dell'AIFA (Agenzia Italiana del farmaco).

 

Al Dottor Alberti abbiamo chiesto quale è il ruolo dell'Ordine sia a livello Nazionale che Provinciale: “Con l'emanazione della Legge Lorenzin di riforma degli ordini del dicembre 2017, l’Ordine è diventato Organo Sussidiario dello Stato. La differenza tra funzione ausiliaria e funzione sussidiaria non è marginale: in un caso gli ordini svolgono una funzione di iniziativa e di controllo, nell'altro invece gli ordini possono svolgere compiti amministrativi in luogo e per conto dello Stato”.

Da anni (mi pare nel 2000 o 2001) lei è invitato in qualità di tecnico presso il, Comitato ristretto della Conferenza dei Sindaci della nostra Provincia. Quindi avrà avuto modo, talvolta, di avere notizie in anteprima o poter esprimere la voce della Professione? “Direi che nella nostra Provincia siamo stati i precursori di quello che oggi può essere inserito nel nuovo concetto di sussidiarietà: potere esprimere l'opinione di chi è direttamente sul campo non solo a tutela della professione ma del bene salute e quindi soprattutto a tutela della salute del cittadino”.

Quindi, anche per questo suo ruolo, possiamo addentrarci un po' di più nelle problematiche della Sanità a livello locale. Circa dodici anni fa venne presentato una bozza di progetto per un nuovo Ospedale (Unico) e ricordo che lei partecipò a quell'evento. La posizione dell'Ordine che espresse in allora ad oggi è ancora valida? “Non posso che confermare, ciò che in maniera articolata esprimevo sulla bontà e lungimiranza dell'iniziativa. Certamente in quell'occasione furono esposte anche, da parte di altri, delle difficoltà relative alla tipologia del nostro territorio e quindi la necessità di garantire una certa percorribilità della strade o la necessità di intervento con l'elicottero. Ma le reali e consolidate motivazioni che spinsero l'Ordine e oggi ancora ad auspicarne la realizzazione sono di carattere nettamente professionale onde garantire una migliore assistenza al cittadino. Infatti la possibilità di concentrare in un'unica sede tutte le discipline consente ai Medici di accrescere le loro competenze, di lavorare meglio e di garantire un servizio all'utenza degno di un Ospedale per acuti. Io ritengo che i politici, dovrebbero ascoltare maggiormente i medici e le società scientifiche facendosi da tramite nel dare la giusta informazione al cittadino finalizzata al migliore trattamento di cura e non frammentare i servizi per attirare a se dei consensi. Non è cosi facendo che si garantisce il giusto intervento. Non solo ma davvero ci sarebbe un risparmio di energie umane e quindi di risparmio. Ad oggi nulla è stato fatto e nell'aria ci sono solo ‘parole’ (mi verrebbe da citare una vecchia canzone. Che tristezza!). Si sono spesi soldi in ristrutturazioni, in cattedrali nel deserto, ma nulla di serio è stato fatto per dare una svolta sera alla sanità locale. Negli ultimi dieci anni siamo passati dalla necessità di accorpare servizi e reparti nell'ottica di migliorare le attività, oggi sembra ritornare ad una frammentazione che non sempre può portare ad un beneficio”.

Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare delle liste di attesa: Cosa ci può dire in merito? “Vorrei innanzi tutto affermare a gran voce che i Medici e gli Infermieri e tutti gli operatori sanitari non sono dei fannulloni. Perché vede la colpa ricade sempre su queste persone, ma forse i cittadini non comprendono che il numero dei Medici e degli Infermieri si assottiglia sempre di più e che siamo continuamente pressati dalla richiesta di nuove prestazioni, rischiando quindi di sbagliare. Ma secondo lei per quanto può essere garantita l'attenzione nell'effettuare esami diagnostici, referti, interventi etc. Tutti i servizi e reparti sono sotto dimensionati come personale. Questo non dico che sia solo un problema locale, in realtà questo è nazionale ed in alcune regioni (soprattutto in periferia) lo si sente maggiormente, anche per il fatto che pur avendo la Regione bandito concorsi, vi sono pochi candidati e coloro che risultano vincitori o in graduatoria, appena possono si dimettono o si trasferiscono. Perché? I problemi risiedono nei servizi, nelle distanze, negli stipendi, nella la vita più cara ed altro”.

Negli ultimi giorni vi è stata un'interpellanza parlamentare da parte dell'On. Volpi (MS5) su alcune scelte fatte dalla nostra Regione ed accettate dalla nostra Asl, relative al declassamento di alcuni reparti: “Il tutto nasce dalla famosa Legge Balduzzi (Il Ministro della Sanità prima della Lorenzin) che prevedeva alcuni accorpamenti, ovvero ridimensionamento di strutture  reparti e servizi). Per esempio i ‘punti nascita’ (500 parti). Io credo che leggi, pur nel rispetto delle stesse, debbano essere ‘interpretate’ e non devono essere motivo di smantellamento, ovvero riduzione, di servizi in particolare in luoghi di periferia come può essere il nostro territorio che abbisogna al contrario di servizi indispensabili”.

Recentemente l’Ordine da Lei presieduto ha indetto un incontro sui vaccini e sulle fake news. Ci può esprimere con chiarezza seppur in breve la sua visione? “Abbiamo voluto sottolineare questo problema, in particolare sulla necessità della vaccinazione. Si è scatenato un putiferio a livello politico e non solo, ma bisogna fare un passo indietro perché se alcune malattie non ci sono più lo si deve all’obbligo di vaccinazione come per il vaiolo e la poliomelite. Questo a dimostrazione che, forse, il cittadino ha bisogno di una guida e di una certezza per essere istruito nel modo più giusto. Per certe cose è importante anche l’obbligatorietà, anche in funzione del rischio di classi separate nelle scuole. Io tengo molto alla vaccinazione che garantisce la ‘protezione di gregge’, ovvero che anche il bambino immunodepresso non possa essere contagiato da altri. Credo che la politica debba lasciare spazio alla scienza ed ai professionisti, affinchè non ci siano prevaricazioni delle idee, che non hanno assolutamente un fondamento. Faccio appello ai media affinchè si diano le giuste informazioni in merito. Ci possono essere effetti collaterali ma il confronto delle vite salvate ed il risparmio è notevole. Dobbiamo smettere di parlare di business delle aziende farmaceutiche su questo”.

Carlo Alessi

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