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Al Direttore | 21 luglio 2018, 14:58

Le origini della Liguria moderna. Il Ponente e la sua anima.

Il racconto di Pierluigi Casalino

Le origini della Liguria moderna. Il Ponente e la sua anima.

“Prima che Federico Barbarossa, imperatore, riconoscesse la sovranità feudale di Genova su tutto il litorale da Porto Venere a Monaco, il territorio ligure non era politicamente unito e per alcune zone non lo fu neppure nei secoli successivi all'inserimento della Repubblica di San Giorgio tra le grandi potenze dell'età medievale. La diversa configurazione geografica delle due Riviere orientò senza dubbio l'atteggiamento dei vari centri liguri nei confronti della futura Superba. I paesi del Levante, chiusi dalle montagne, scelsero di allearsi o a sottomettersi a Genova dalla necessità di cercare, come Genova, la loro fortuna in ‘extraneis terris’. Quelli di Ponente, disponendo di numerosi valichi e quindi di maggiori contatti con l'entroterra agricolo, ebbero la possibilità di difendere più a lungo la loro indipendenza, ritagliandosi degli spazi anche importanti di autonomia, specialmente nelle fortune marittime, pur restando nell'ambito della protezione (interessata) di Genova, che non mancava tuttavia, e non di rado,di far sentire la propria egemonia. Da Lerici, che Dante pose a limite orientale della Liguria, alla Turbia, dove lo stesso Sommo Poeta indicò i confini occidentali liguri, fissando nei pressi del Varo (all'incirca dalle parti dell'odierno Carros) quelli italici, Genova allargava il proprio dominio anche oltre i lidi provenzali, lasciando tracce ligustiche ovunque nel Mediterraneo occidentale (ma naturalmente anche in quello orientale). e aldilà di esso verso le coste nordafricane.. Badando a come si presentava la situazione dopo il frantumarsi dell'autorità marchionale, potremo così renderci conto di come si sia formata la Liguria moderna. Il 9 giugno 1162 Genova stipulava, dunque, come prima accennato, un grande accordo con l'imperatore Barbarossa, che concedeva al Comune di Genova e ai suoi Consoli una nuova e piena affermazione di indipendenza al punto che ‘sulle rive del Mediterraneo non sarà più lecito mutar di posto a un sasso, prima che Genova abbia detto la sua parola’.

Ciò nondimeno la difficile e completa conquista della Riviera di Ponente si rivelò una spina velenosa per la Superba. Non solo Finale, ma anche Albenga, in parte, Sanremo e Ventimiglia, per citare i casi più rilevanti, mostrarono sempre un atteggiamento di fiera contestazione nei confronti di Genova e le stesse potenti famiglie genovesi che dominarono a Ponente ebbero frequentemente nei confronti della Superba una posizione di distinto antagonismo. Un esempio di questo comportamento viene da Monaco (l'attuale Principato dei Grimaldi), già appartenuto alla vetusta tribù ligure dei Monoikos e ai Greci, poi sede di una colonia saracena indipendente fino al secolo X. Monaco si sviluppò nell'Alto Medio Evo accanto alle chiese di Santa Maria e di San Donato fondate dagli abitanti de la Turbia. Nel 1191 Genova ottenne dall'imperatore Enrico IV la cessione del luogo con il pretesto di difenderlo dalle incursioni musulmane e corsare in genere. Divampando poi la lotta tra guelfi e ghibellini, i guelfi espulsi da Genova, capeggiati dai Fieschi e dai Grimaldi si impossessarono della città. Nel 1297 la rocca fu conquistata con uno stratagemma da Francesco Grimaldi, detto Malizia. Costui presentandosi con due soldati travestiti da monaci riuscì a farsi aprire le porte della città e ad impadronirsi del castello. A memoria di tale impresa nello scudo dei Grimaldi rimasero effigiati due monaci con i bastoni levati. Spinola, Doria e Grimaldi si contesero il possesso di Monaco nei secoli successivi, finché i Grimaldi ottennero da Carlo VIII di Francia il riconoscimento esclusivo della loro signoria. Una signoria non dimentica delle ragioni storiche genovesi, ma che rivendicò sempre la propria differenza politica nel contesto di quell'autonomo ruolo che il Ponente ligure esercitò sempre nel Genovesato fino al suo definitivo passaggio nel 1815 ai Savoia con il Congresso di Vienna. Nell’Italia descritta e dipinta del 1838, il Bel Paese inizia appunto al Varo e gli Stati Sardi aprono la loro sequela territoriale ligure con quella Provincia di Nizza (marittima) nel cui seno il Principato monegasco dei Grimaldi conservava la propria specifica, secolare indipendenza.

Pierluigi Casalino”.

Redazione

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