Seborga: sulla revoca della cittadinanza a D’Estienne e Debail interviene il maestro generale dell’ordine e reggente del Principato

“La rimozione della ‘Cittadinanza di Seborga’ ai signori Stephane Ravel d’Estienne e Marie-Dominique Debail operata dal sig. Marcello Menegatto è un’ulteriore dimostrazione che il suo ‘Principato di Seborga’ altro non è che una semplice associazione non riconosciuta a norma dell’articolo 36 e seguenti del Codice Civile. Questa la ragione per cui egli ha potuto espellere questi due membri francesi ‘con effetto immediato’ e a maggioranza dei membri”.

Interviene in questo modo Diego Beltrutti di San Biagio, Maestro Generale dell’Ordine e Reggente pro Tempore del Principato di Seborga, che prosegue: “Con questo atto il Sig. Menegatto informa che la sua associazione dal nome altisonante (‘Principato di Seborga’), è cosa diversa dal Principato di Seborga che Noi invece rappresentiamo. Se così non fosse, il Sig. Menegatto infatti non avrebbe potuto procedere ad alcuna rimozione di cittadinanza in quanto esiste dal 10/12/1948 una convenzione che si chiama ‘Dichiarazione Universale dei Diritti Umani’ la quale all’articolo 15, comma 2, così recita: ‘Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza’. Che a Seborga avvengano cose non chiare: associazioni che si autoproclamano Ordini Cavallereschi, soggetti Italiani e Francesi che si definiscono Principi senza avere basi storiche, presenza di soggetti ‘chiacchierati’ per operazioni immobiliari non chiare, presenza di gruppi religiosi ‘innovativi’ e molto ‘fidelizzanti’, è sotto gli occhi di tutti. Il Maestro Generale del V.O.S.S. conosce e segue da vicino le vicende sopra riportate in virtù della sua carica e del suo ruolo di Reggente pro Tempore del Principato di Seborga (da non confondere con l’associazione ‘Principato di Seborga’ del Sig. Menegatto, di cui sopra)”.

“Noi informiamo la popolazione – termina - che i signori Stéphane Ravel D’Estienne e Marie-Dominique Debail così come a suo tempo i fratelli Mutte non hanno ricevuto da noi documenti o riconoscimenti ufficiali da parte del Principato. Se, ahimè li avessero ricevuti, in base a quanto sopra esposto, Noi, come Reggente del Principato di Seborga, non avremmo potuto rimuoverli ‘con effetto immediato’ come ha fatto il sig. Menegatto con la sua associazione ma solo a seguito di un regolare procedimento portato avanti con le dovute garanzie della difesa”.