Al Direttore - 06 luglio 2018, 13:35

Il Ricordo di Nizza romana in una descrizione del 1838 nel libro 'L'Italia descritta e dipinta con le sue Isole'

Il racconto di Pierluigi Casalino

Il Ricordo di Nizza romana in una descrizione del 1838 nel libro 'L'Italia descritta e dipinta con le sue Isole'

“L'Autore del già più volte citato libro L'ITALIA DESCRITTA E DIPINTA CON LE SUE ISOLE, edito nella Torino Sabauda nel 1838, nel suo capitolo dedicato a Nizza, capitale estiva dei Savoia, si intrattiene in una descrizione sobria e ad un tempo suggestiva del lascito monumentale romano nella città.

Ricollegandosi alle antiche memorie liguri e latine della zona si legge che 'Un miglio e mezzo a tramontana di Nizza, sulla cima quasi spianata di un colle signoreggia la riva dritta del Paglione, siedono le reliquie di Cimella, città già capitale delle Alpi marittime e residenza di un preside romano. Il fico e l'olio portano i lor frutti nel recinto di un antico anfiteatro, e la vite appoggia i suoi grappoli sopra gli atri cadenti in rovina. Qua e là il contadino rompe con grandi colpi di massa i ruderi antichi e pianta un olivo ove già era una ferma e un tempio. Le mura de' campestri recinti sono edificati con pietre riquadrate dallo scalpello romano, e forse più d'una lapide votiva o sepolcrale, sostiene col lato ov'è l'iscrizione, la terra che minacciava franare. Le rovine romane di Cimella non eguagliano in magnificenza ed in bellezza quelle di Aosta, opera dei bei giorni di Augusto.

Nondimeno sono esse prezioso monumento che ci indica il pristino splendore di una città che i Romani avevano preso in amore. Appresso gli antichi geografi si trovano ad un tempo ricordate Cemenelio e Nizza (colonia focese come Marsiglia e la savonese Andora). 

Tolomeo parla di Nizza posta a mare, poi nelle città interne indica Cemenelio. Più apertamente anche spiegasi Plinio nell'accennarle amendue. Quindi si manifesta che due erano contemporaneamente queste città, e cade l'opinione di chi sostenne i ruderi di Cimella essere quelli di Nizza antica. Cimella, Cimela, o Cimele chiamano gli  scrittori italiani tutlor questo colle; nel dialetto del paese è detto Cimiés o Simiés; onde almeno vivo rimane di tale città, che il Gioffredo eruditamente favoleggiando, vuol nata da Ilio (Troia)'. 

Fin qui l'Autore del libro, ma si aggiunga che Cemenelio e tutta la zona tra il Varo e il Paglione era abitata dai Liguri Vedanzi (come scrive sempre il Gioffredo) ed è proprio alle spalle dell'odierna Nizza che fiorì la prima vite del bianco ligure così amato dall'imperatore Augusto.

Pierluigi Casalino”.

Redazione

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