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Attualità | 08 marzo 2018, 07:21

Sbarca a Imperia "Refugees Welcome", il progetto per un'altra accoglienza migranti presentato ieri all'Auser Filo d'Argento (Foto e video intervista)

Un’altra accoglienza è possibile e lo dimostrano gli attivisti della onlus “Refugees Welcome”, che ieri all’Auser “Filo d’Argento” di Imperia hanno presentato in città il progetto di accoglienza migranti basato sull’ospitalità da parte di famiglie, di ogni genere, che aprono le proprie porte agli stranieri che non riescono a entrare nei sistemi istituzionali

Sbarca a Imperia "Refugees Welcome", il progetto per un'altra accoglienza migranti presentato ieri all'Auser Filo d'Argento (Foto e video intervista)

Un’altra accoglienza è possibile e lo dimostrano gli attivisti della onlus “Refugees Welcome”, che ieri all’Auser “Filo d’Argento” di Imperia hanno presentato in città il progetto di accoglienza migranti basato sull’ospitalità da parte di famiglie, di ogni genere, che aprono le proprie porte agli stranieri che non riescono a entrare nei sistemi istituzionali.



Refugees Welcome – spiega la referente genovese Francesca Martini – è un network internazionale attivo dal 2014 in Germania. Siamo attivi anche su Imperia da ottobre, quando una famiglia si è iscritta a Refugees Welcome. Attraverso questa iscrizione l’abbiamo incontrata e ha ospitato una mamma con due bambini che erano stati allontanati dalla chiesa delle Gianchette a Ventimiglia in quanto è stata chiusa.

Questa donna si è così trovata a entrare nel campo della Croce Rossa, in una situazione che, per le donne, così come per i minori, non può essere considerata un luogo adatto. Incontrando questa famiglia abbiamo deciso di dar vita a questa ospitalità
”.

L’esperienza è stata presentata nel corso dell’incontro. Protagonisti una giovane migrante, madre di due figli, che dopo una serie di vicissitudini, grazie a Refugees Welcome si è trovata ospite di Giuseppe, un single imperiese che ha voluto aprire le porte della propria abitazione alla donna e ai bambini. Come ha sottolineato la referente, l’idea di famiglia è molto esteso e va oltre alla concezione tradizionale del termine.

Il progetto parte da una partecipazione dal basso, come sottolinea ancora Francesca Martini: “E’ praticamente una parte della società che decide di essere responsabile e di dare un altro messaggio e quindi sostenere che il sistema di accoglienza che adesso sta andando e tutto quello che riguarda la gestione dell’immigrazione non funziona, non sta andando per niente bene. La percezione che molto spesso i media danno non è quella reale, quindi questa parte di società si attiva e dice no. Così, aprono in modo molto coraggioso, ma altrettanto spontaneo, le porte di casa loro e ospitano queste persone in senso di estrema solidarietà con l’obiettivo di creare delle relazioni sociali significative”.

In città, nonostante la prima esperienza di accoglienza sia partita da diversi mesi, non esiste una vera struttura, prossimo obiettivo di Francesca e degli altri attivisti.

Questo progetto funziona solo se c’è un gruppo sul territorio. Su Imperia è partita questa ospitalità con due attivisti, perché ogni famiglia ha due attivisti, però c’è bisogno delle persone che decidono, anche loro in modo responsabile di agevolare queste famiglie, e quindi queste ospitalità. Abbiamo bisogno sicuramente di attivisti, che vuol dire semplicemente dedicare una parte del proprio tempo a seguire una famiglia, oppure aiutare a seconda delle competenze, per quanto riguarda la comunicazione, l’organizzazione di eventi o, chi ha più competenze su una rete di sostegno può metterle a disposizione del progetto, così come una sede. Ognuno può metterci quello che pensa essere più in linea con le proprie corde o più gestibile nella propria quotidianità”.

Francesco Li Noce

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