- 25 febbraio 2018, 12:35

Imperia: a piedi alla scoperta della Sardegna, l'avventura di Matteo Tamborino e il #Cammino100Torri

C’è anche un po’ di Riviera dei Fiori che cammina in Sardegna. Matteo Tamborino, 33enne di Imperia, sta infatti percorrendo il #Cammino100Torri che ha preso il via sabato mattina da Cagliari

I protagonisti e la partenza del Cammino 100 Torri

I protagonisti e la partenza del Cammino 100 Torri

C’è anche un po’ di Riviera dei Fiori che cammina in Sardegna. Matteo Tamborino, 33enne di Imperia, sta infatti percorrendo il #Cammino100Torri che ha preso il via sabato mattina da Cagliari. Un viaggio a passo lento lungo il perimetro dell’isola e le sue torri costiere, due mesi a piedi su strade sterrate, sabbia e asfalto per un totale di 1284 km alla scoperta del territorio.

L'imperiese fa parte di un gruppo di amici, appassionati, che, al ritorno dal Cammino di Santiago, hanno deciso di dare vita ad un sogno. Il periplo dell’isola lungo la costa e le torri, nasce infatti dall’idea di tre giovani sardi, in particolare da Nicola Melis (presidente dell'Associazione #Cammino100Torri) che, nel 2016, dopo anni di studio e mappatura, ha percorso da solo l’itinerario.

Legato alla Sardegna dall’età di 19 anni, anche Matteo Tamborino è entrato a far parte di questa avventura vivendola in prima linea come esperienza umana e culturale. “E' un cammino di nuova generazione. Un’esperienza di gruppo frutto della collaborazione e della volontà di molte persone – spiega Matteo - Lo facciamo per mostrare una Sardegna nuova, il suo territorio. Cercheremo di lasciare qualcosa perché la gente possa percorrere questo cammino. Siamo partiti in circa 40 e qualcuno si unirà nei weekend perché questo è un viaggio aperto a tutti. Camminiamo con persone arrivate da tutta Italia, noi siamo lo zoccolo duro, un gruppo di 15”.

Il #Cammino100Torri si è trasformato in evento collettivo che ha raccolto molti consensi anche sul web. Con tanto di passaporto (credenziale ndr.) e sigillo, i protagonisti del viaggio, "circumnavigheranno" l’isola in senso antiorario arrivando a Cagliari dopo 60 giorni, incontrando la gente del posto, gli amministratori locali per parlare di turismo lento e sostenibile.

"Sarà anche un'avventura. Oltre alle strutture per chi ha bisogno di più comfort, ci sarà la possibilità di dormire in una maxi tenda per 15 persone, avremo al seguito una macchina di assistenza con una sorta di piccola cucina”- spiega l'intervistato - saremo diverse generazioni a confronto, ci saranno difficoltà e grandi momenti di solidarietà. Un cammino nella vita, spirituale, negli incontri e nelle parole che ci scambieremo in queste settimane”.

Una nuova avventura per l’imperiese Matteo Tamborino, appassionato di viaggi “on the road”, questo non è infatti il suo primo cammino. “Lavoro come stagionale in un’azienda ad Imperia e quando finisco il mio lavoro mi butto in queste avventure - aggiunge - nel 2009 sono stato per oltre due mesi in America con un’amica, abbiamo viaggiato in Arizona, Utah, Colorado e New Mexico, un’esperienza mistica iniziata come ricerca interiore dove ho capito che la vita ti dà veramente quello che ti serve. Poi nel 2010 ho percorso il Cammino di Santiago. Non lo conoscevo, l’ho sognato e sono partito. Durante quel viaggio ho conosciuto Andrea Vitiello (promotore della Via Postumia che collega Aquiliea a Genova ndr) e tramite lui ho conosciuto poi Nicola Melis”.

Anche la Liguria ha i suoi sentieri, i suoi itinerari, dall’Alta Via alla Via della Costa a Sentiero Liguria. Molti pellegrini, appassionati, attraversano le nostre strade per arrivare a Roma o a Santiago di Compostela. Pensi che i "cammini" possano essere un’opportunità per la provincia di Imperia?

Le potenzialità sono enormi, abbiamo un’entroterra strepitoso - conferma Matteo - il cammino è anche una forma culturale e la Liguria offre una storia e tradizione antichissima. Un cammino consentirebbe di ripristinare sentieri, i muretti a secco, far rivivere i piccoli paesini. La nostra generazione può fare tanto, dobbiamo avere più coraggio. Quanto stiamo facendo in Sardegna può quindi essere un esempio, non servono per forza grandi sovvenzioni ma serve la voglia di collaborare. Magari possiamo anche cominciare a comunicare che possiamo fare anche qualcosa fuori”.

Silvia Iuliano

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