Al Direttore - 08 febbraio 2018, 19:36

Il 10 febbraio si celebra la 'Giornata del Ricordo', alcuni dati storici di Andrea Gandolfo

"Prima di festeggiare una ricorrenza così significativa per il nostro paese, sia anche necessario conoscere bene i fatti che hanno preceduto quei tragici e drammatici avvenimenti, in cui l'Italia ha avuto ben precise e determinate responsabilità"

Il 10 febbraio si celebra la 'Giornata del Ricordo', alcuni dati storici di Andrea Gandolfo

"Egregio Signor Direttore,

    visto che tra pochi giorni si celebrerà in tutta Italia la 'Giornata del Ricordo' per commemorare, giustamente, gli eccidi compiuti dall'esercito di Liberazione Nazionale Jugoslavo ai danni di alcune migliaia di nostri connazionali, e con buona pace della dottoressa Patrizia Hansen, vorrei tornare brevemente sull'argomento, per riportare alcuni dati storici, che sottopongo alla riflessione dei lettori:

Nella sola provincia di Lubiana, occupata dalle truppe del Regio Esercito italiano, i crimini di guerra compiuti dai soldati italiani contro la popolazione civile, con una serie di sanguinose rappresaglie, avrebbero acuito il risentimento della popolazione locale nei confronti degli italiani. Visto che la dottoressa Hansen ha detto che non citerei le fonti da cui attingo i miei dati, questa volta cito un documento riservato del 30 luglio 1942, costituito da una lettera inviata dal commissario civile del distretto di Longanatico Umberto Rosini all'alto commissario per la provincia di Lubiana, che ritengo abbastanza emblematica: «Si procede ad arresti, ad incendi... fucilazioni in massa fatte a casaccio e incendi di paesi fatti per il solo gusto di distruggere.... La frase 'gli italiani sono diventati peggiori dei tedeschi', che si sente mormorare dappertutto, compendia i sentimenti degli sloveni verso di noi». A scopo puramente repressivo, numerosi civili sloveni furono deportati dagli italiani nei campi di concentramento di Arbe e di Gonars. Nei territori annessi, accorpati alla provincia di Fiume e al governatorato della Dalmazia, fu avviata una politica di italianizzazione forzata della popolazione. In tutta la zona del Carnaro e in Dalmazia, sia italiana che croata, si innescò dalla fine del 1941 una crudele guerriglia, contrastata da una repressione che raggiunse livelli di massacro dopo l'estate del 1942.

A titolo di esempio del 'comportamento' delle truppe italiane, Vi riporto il testo del proclama emesso il 30 maggio 1942 dal prefetto della provincia di Fiume Temistocle Testa, riportato a p. 327 del libro di Boris Gombac, Atlante storico dell'Adriatico orientale: «Si informano le popolazioni dei territori annessi che, con provvedimento odierno, sono stati internati i componenti delle suddette famiglie, sono state rase al suolo le loro case, confiscati i beni e fucilati 20 componenti di dette famiglie estratti a sorte, per rappresaglia contro gli atti criminali da parte dei ribelli che turbano le laboriose popolazioni di questi territori».

Un altro caso: il 12 luglio 1942, nel villaggio di Podhum, per rappresaglia furono fucilati da reparti militari italiani per ordine del prefetto  della provincia di Fiume Temistocle Testa tutti gli uomini del villaggio di età compresa tra i 16 e 64 anni. Il resto della popolazione venne deportata nei campi di concentramento italiani e le abitazioni furono incendiate. E potrei continuare ancora citando moltissimi altri casi di eccidi e violenze perpetrate dagli italiani durante il periodo della nostra occupazione della Slovenia e di una parte della Croazia e della Dalmazia. Credo quindi che, prima di festeggiare una ricorrenza così significativa per il nostro paese, sia anche necessario conoscere bene i fatti che hanno preceduto quei tragici e drammatici avvenimenti, in cui l'Italia ha avuto ben precise e determinate responsabilità.

Dott. Andrea Gandolfo - Sanremo".

Redazione

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