- 22 gennaio 2018, 22:25

Unitre Sanremo: alla lezione di letteratura, il professor Barricalla racconta il latino ‘vivo’ di Virgilio

Unitre Sanremo: alla lezione di letteratura, il professor Barricalla racconta il latino ‘vivo’ di Virgilio

Lunedì 22 gennaio si è tenuta, presso la sala degli specchi di palazzo Bellevue, la lezione di letteratura intitolata "'Lentus in umbra’… Virgilio e le Bucoliche”, a cura del professore Fabio Barricalla.

L'idea della lezione, ha spiegato l'esperto, nasce dal volume “le Bucoliche", raccolta redatta e commentata da Andrea Cucchiarelli e contenente le traduzioni di Alfonso Traina, massimo esperto di Virgilio e del Pascoli latino, unico autore che, secondo gli studiosi, merita di essere posto alla pari di Virgilio e considerato suo “figlio naturale”. Il poeta latino, come ha affermato il professore, continua a vivere nella cultura moderna grazie alle numerose citazioni. Proprio le Bucoliche sono la sua opera più personale e introspettiva poiché narrano la vera vita nei campi, nei quali il poeta nasce, vive e studia fino alla confisca dei poderi; per riappropriarsi dei suoi possedimenti si reca a Roma dove si inserisce nel circolo di Mecenate, un èlite dei maggiori esponenti della letteratura latina di età Augustea.

In seguito alla restituzione dei possedimenti grazie ad Augusto, Virgilio diventa un autore di regime al servizio di Ottaviano che, pur non costringendolo, lo invita a comporre un’opera che spinga i cittadini a ritornare alla vita agreste. Per questa sua particolare funzione l'opera è detta didascalica. Virgilio quindi si sente debitore nei confronti di Augusto e per questo lo celebra indirettamente all'interno della sua opera, definendolo persino come un deus : “deus haec nobis otio fecit”: sarebbe stato infatti Ottaviano ad aver garantito l'ozio, e quindi un periodo di serenità, al popolo. Dopo tale introduzione e approfondimento sulla persona di Virgilio, Barricalla è entrato nel cuore della lezione, leggendo e commentando la prima Ecloga. La serenità per Virgilio, ha chiarito il professore, è anche quella data dall'ombra degli alberi che qui non rappresenta la mancanza di luce, ma un luogo protetto dove il pastore può rifugiarsi senza alcuna preoccupazione: Titiro infatti viene definito “lentus in umbra” (dove l'aggettivo “lentus” è da interpretare come “rilassato”, o più propriamente “sereno”).

Dall'altra parte si trova Melibeo, il secondo pastore protagonista delle Bucoliche, che al contrario di Titiro rappresenta l'esule, ovvero colui che è costretto ad abbandonare la patria dilaniata dalle guerre civili e a spostarsi verso l'ignoto in Britannia, ai confini del mondo. Le terre di Melibeo andranno forse ad un pastore barbaro, velando così di profonda malinconia l'atmosfera di un giorno ormai volto al tramonto. Il tema pastorale sovrano nelle Bucoliche di Virgilio sarà poi ampiamente presente nella lirica posteriore; ne sono l'esempio Leopardi, nell’attribuzione del nome “Silvia’ a Teresa Fattorini o nella luna di “Canto notturno” e Pascoli, nelle sue poesie latine.

Al termine della lezione, la dottoressa Forneris ha ricordato che da febbraio inizierà il secondo quadrimestre delle lezioni di UNITRE, che si aprirà con l’incontro di venerdì 2 febbraio al Liceo G. D. Cassini, nel suo museo di Fisica, dove gli alunni dell’indirizzo Scientifico si cimenteranno in diversi esperimenti.

 

Maria Chiara Donzella, Carola Rolfo

Ufficio Stampa Liceo G.D. Cassini - Sanremo

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