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Attualità | 18 gennaio 2018, 12:14

Sanremo: l’hashtag #Sanremononmivuole contro il regolamento per l’arte di strada. Intervista al Presidente nazionale Boron: “Perché non siamo stati chiamati per un confronto?”

La Federazione Nazionale arti in Strada sarà in città sotto il Festival e chiama a raccolta gli artisti di tutta Italia.

Giuseppe Boron, Presidente nazionale della Federazione Nazionale Arti in Strada

Giuseppe Boron, Presidente nazionale della Federazione Nazionale Arti in Strada

Si avvicina il Festival di Sanremo e gli artisti di strada sono pronti ad approfittare della visibilità nazionale della kermesse per una sorta di resa dei conti sul discusso regolamento varato dal Comune. Regolamento che, lo ricordiamo, prevede svariate restrizioni per l’arte di strada dopo le lamentele di negozianti e residenti e diversi interventi da parte della Polizia Municipale. Su tutti hanno fatto discutere i punti che limitano l’arte di strada ai soli iscritti alla Siae o che abbiano sostenuto almeno 3 esami al conservatorio.

Il regolamento non è mai andato giù agli artisti di strada che ora si stanno mobilitando anche con la Federazione Nazionale arti in Strada guidata dal Presidente Giuseppe Boron che abbiamo intervistato a poche ore dall’annuncio del loro arrivo a Sanremo per il Festival. Un confronto sul regolamento matuziano, sulle proposte di modifica, sulle soluzioni adottate in altre città e sulle iniziative che la Federazione ha messo in campo.

Cosa non funziona nel regolamento di Sanremo? "Non funziona l’impianto, non si può pensare di fare su tutto un territorio che ha dinamiche diverse, serve un regolamento che vada bene per tutto il territorio. Per suonare la chitarra ai giardini in periferia serve lo stesso permesso di via Matteotti. Noi diciamo l’arte di strada deve essere libera ma va regolamentata dove ci sono stati dei problemi.
Si devono rispettare delle regole orarie e di buon senso. Poi, chiaramente, è importante il fatto che l’artista non chieda soldi, mendicare non fa parte dell’arte di strada. Non si può più pensare che un problema di ordine pubblico diventi un problema di diritto".

Altre città che regole adottano? "Genova fino a qualche tempo fa aveva un regolamento fantastico. Adesso proprio a Genova, dove ci sono stati dei problemi, si sta intervenendo, ma il Comune ha convocato artisti e residenti per trovare una soluzione".

E voi avete avuto modo di incontrare gli amministratori sanremesi? "Il Comune ha fatto il regolamento, ho scritto al Sindaco che non mi ha chiamato. Ho poi ricevuto una lettera e sono stato contattato dall’Assessore Barbara Biale e dal Consigliere Giuseppe Faraldi. Ci siamo parlati prima che il regolamento andasse in Consiglio Comunale. Eravamo rimasti in accordo per vederci prima che lo si votasse, ma poi l’hanno votato".

Avete avuto problemi anche in altre città? "Problemi ne abbiamo tanti da Padova a Palermo. A Palermo ci sono stati problemi l’anno scorso, ma poi ci hanno chiamati e ora c’è un regolamento e il Comune ha accettato il codice etico della Federazione con le eventuali conseguenze per chi non rispetta le regole. Vogliamo sviluppare una comunità nazionale con un network e una ‘app’ che sta per entrare in funzione anche a Torino e a Genova".

Come funziona la ‘app’? "La ‘app’ è il passo successivo all’entrata del Comune nella comunità. La ‘app’ dà due possibilità. L’artista è censito, quando arriva in un luogo segnala la sua posizione prima di iniziare la perfomance, in questo modo è censito sia dal Comune che dal pubblico. Per gli artisti c’è poi la possibilità di avere la prenotazione degli spazi come, ad esempio, succede a Milano sia in centro che in periferia".

Durante il Festival, il 6 febbraio, sarete a Sanremo con un banchetto. Cosa farete? "Al momento non abbiamo avuto ancora notizie dal Comune, abbiamo chiesto l’autorizzazione entro i tempi utili ma ancora non ci hanno risposto. Cercheremo di sensibilizzare le persone di Sanremo e per noi sarà anche una cassa di risonanza nazionale. Diciamo basta ai regolamenti fatti così, vogliamo cambiare quello di Sanremo perché contiene delle aberrazioni. È il metodo che non va bene. Abbiamo anche invitato gli artisti di strada a girare video con l’hashtag #Sanremononmivuole. È un paradosso che ci siano questi problemi nella Città della Musica".

E come si può cambiare il regolamento del Comune di Sanremo? Cerchiamo di convincerli con il buon esempio e riaprendo il dialogo. Rivediamo le cose che non funzionano e facciamo pressione. Noi saremo a Sanremo e siamo disposti a parlare con tutti.

Pietro Zampedroni

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