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| 22 dicembre 2017, 17:00

L'azzardo continua

L'azzardo continua

La prima reazione è difficile da decifrare: come non sorridere, e intristirsi, e provare stupore, leggendo le statistiche sul gioco d’azzardo legale nella nostra provincia, oltre 40 milioni di euro “bruciati” solo a Imperia in un anno, il 2016, tra videolottery e slot, 1.467 euro giocati in media a persona a Olivetta San Michele, mentre a Mendatica c’è la concentrazione più alta di macchinette mangiasoldi in proporzione ai residenti (tre slot per 185 abitanti).

Poi si capisce perfettamente che cosa intendono le associazioni che combattono la ludopatia, quando affermano che il gioco d’azzardo è un cancro che invade ogni recesso del territorio, ogni paese fino al più minuscolo, una malattia che colpisce soprattutto le fasce più deboli della società - disoccupati, pensionati, chi è in difficoltà e spera in una botta di fortuna che cambierà la propria vita e poi si rovina, indebitandosi - quelle fasce che lo Stato dovrebbe aiutare, invece di lucrare miliardi di euro ogni anno sui portafogli dissipati nella dipendenza da gioco.

La Regione Liguria avrebbe avuto un’ottima occasione per iniziare a scardinare la truffa legalizzata delle slot: applicare la legge regionale del 2012 che impone una serie di restrizioni, tra cui la distanza minima delle macchinette dai luoghi “sensibili” come scuole, chiese e ospedali. In pratica, una larghissima fetta di apparecchi sarebbe stata da eliminare.

Con la scusa dei soliti tavoli di confronto con le associazioni di categoria per tutelare i posti di lavoro, e con il pretesto di aspettare il decreto taglia-slot del governo nazionale (molto meno restrittivo della legge ligure), la giunta guidata da Giovanni Toti ha preferito lasciare sempre quel provvedimento in un cassetto (Rileggi Insider: Slot e tabacchi). Un vero peccato, perché il banco vince sempre, soprattutto quando manca il coraggio di voltare pagina.

Luca Re

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