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Politica | 12 dicembre 2017, 18:04

A un anno dalla frana di Monesi i proprietari delle abitazioni scrivono al presidente della Regione Giovanni Toti

A un anno dalla frana che ha colpito Monesi, arriva la lettera indirizzata al presidente della Regione Giovanni Toti, da parte di Rinaldo Sartore, promotore del comitato che tutela i proprietari delle abitazioni ancora oggi inagibili, in attesa degli stanziamenti per la messa in sicurezza del borgo

A un anno dalla frana di Monesi i proprietari delle abitazioni scrivono al presidente della Regione Giovanni Toti

 

A un anno dalla frana che ha colpito Monesi, arriva la lettera indirizzata al presidente della Regione Giovanni Toti, da parte di Rinaldo Sartore, promotore del comitato che tutela i proprietari delle abitazioni ancora oggi inagibili, in attesa degli stanziamenti per la messa in sicurezza del borgo.

Sartore, nella sua lettera, chiede a Toti particolari sui 900mila euro annunciati dalla Regione in arrivo per Monesi, in particolare uno schema degli stanziamenti, data, importo, finalità e termine dei lavori. Inoltre, nella missiva si mette in luce l’ingiustizia che vede i proprietari pagare le imposte sugli immobili che non possono essere utilizzati.

Signor presidente Giovanni Toti,

E’ trascorso oltre un anno dalla tragica frana che ha gravemente danneggiato Monesi di Mendatica e cancellato circa un chilometro della s.p. 100 di Monesi, esattamente nel punto in cui cinque anni or sono ci fu una piccola frana premonitrice. Il sindaco di Mendatica, Piero Pelassa, il giorno dopo il disastro firmò una ordinanza di inagibilità in tutta l’area di Monesi di Mendatica; ordinanza che ancora oggi vieta l’accesso a tutte le abitazioni sia quelle indenni, sia quelle che hanno urgente bisogno di manutenzioni straordinarie. A nulla sono serviti gli inviti verbali prima, e la petizione poi, con la quale 19 proprietari hanno recentemente richiesto, inutilmente, al sindaco di Mendatica l’aggiornamento della “Ordinanza contingibile e urgente di divieto di accesso …” ordinanza n. 12 del 26/11/2016.    

Lei, presidente Toti accompagnato dagli assessori Marco Scajola e Giacomo Giampedrone effettuò un tempestivo e lodevole primo sopralluogo nelle zone disastrate della Valle Arroscia al quale seguì un incontro, dopo poche ore a Rezzo il 17/12/16, con i sindaci dei comuni danneggiati ai quali Lei promise adeguati stanziamenti; da subito per le “Somme Urgenze” e a seguire per l’inizio dei lavori non appena si fosse sciolta la neve a Monesi. Lei, presidente Toti, promise anche il conseguimento della dichiarazione dello  stato di calamità naturale da parte del governo nazionale.

Da allora abbiamo assistito ad un susseguirsi di annunci, riunioni, sopralluoghi e, dulcis in fundo, l’improvviso divieto di transito, anche pedonale, sul ponte Rio Bavera con derivante isolamento totale anche di Monesi di Triora e conseguente chiusura degli impianti di risalita e delle strutture turistiche per il secondo anno consecutivo. Oltre a ciò solo la fine dei carotaggi a fine estate; la variante alla s.p. 100 ancora da appaltare. Su alcuni organi di informazione abbiamo recentemente letto il gioioso annuncio dell’arrivo di una strenna per Monesi; un “regalo” di Natale da 900 mila euro. Un ennesimo annuncio. Allo scrivente piacerebbe moltissimo comporre le lettere a Gesù bambino e a Babbo Natale, ma avendo superato, ahimè, l’età massima consentita, scrive al presidente Toti e all’assessore Giampedrone chiedendo loro di voler pubblicare uno schema degli stanziamenti con data, importo, finalità e termine lavori. Questa sarebbe trasparenza (dovuta).

Le segnalo inoltre che i proprietari di case danneggiate dalla calamità naturale a Monesi di Mendatica ritengono ingiusto dover pagare i tributi, IMU e TASI, sulle case inagibili e prive dei servizi essenziali quali acquedotto, fognatura e ritiro rifiuti urbani. E posto che mugugnare tra un annuncio e l’altro, non cambia il risultato, in attesa che siano stanziati i risarcimenti per le ristrutturazioni dei loro fabbricati, quei proprietari possono chiedere una variazione catastale in categoria F/2 o Fabbricato Collabente. Come Lei ben sa, i fabbricati F/2 sono totalmente esonerati dal prelievo comunale e non possono essere considerati aree fabbricabili in quanto il terreno sottostante è già stato utilizzato ai fini edificatori. Così ha recentemente stabilito la Cassazione nella sentenza n. 17815 del 19 luglio 2017. Possono chiedere la suddetta variazione catastale “le costruzioni non abitabili o agibili e comunque di fatto non utilizzabili a causa di dissesti statici…”

A ristrutturazione terminata basterà richiedere, al Catasto, il ritorno alla categoria precedente.

La suddetta richiesta di variazione catastale sarà utile, oltre che ad evitare il pagamento di servizi inesistenti, ancor più per contrastare e compensare le note lungaggini delle amministrazioni pubbliche. In attesa che arrivino Gesù Bambino o Babbo Natale; i soli che potrebbero raggiungere Monesi.

Con i miei rispettosi e distinti saluti La prego di voler gradire sinceri auguri per un sereno Santo Natale e felice duemiladiciassette”.

Redazione

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