Politica - 20 novembre 2017, 17:03

Valle Roya e divieto ai mezzi pesanti: "Chiediamo che non ci siano limitazioni per chi proviene dalle province di Cuneo e di Imperia"

Oltre che dai dipartimenti francesi delle Alpi Marittime o del Var. Vertice in Provincia, presenti Gribaudo, Dadone e Davico. L'appello: "Dovete essere convinti delle nostre istanze e farle arrivare alla prossima Commissione intergovernativa".

Valle Roya e divieto ai mezzi pesanti: "Chiediamo che non ci siano limitazioni per chi proviene dalle province di Cuneo e di Imperia"

Ennesimo vertice, questa volta in Provincia, sull'arreté decisa dai sindaci della Valle Roya che, chiamando in causa la sicurezza delle persone, delle infrastrutture e, più in generale, stradale, vieta il passaggio ai mezzi superiori alle 19 tonnellate sulla Route Départementale n. 6204.

Un'ordinanza che ha avuto una sua trafila giudiziaria, con il pronunciamento a favore da parte del Tribunale amministrativo francese. Contraria, invece, la Prefettura di Nizza, dove proprio in queste ore è in corso un ennesimo confronto con i sindaci. Erano presenti, al cospetto del padrone di casa presidente Federico Borgna, dei parlamentari Chiara Gribaudo e Fabiana Dadone, oltreché del senatore Michelino Davico, rappresentanti del FAI, di Confindustria, di Astra e Confartigianato. 

Un clima di sconforto e rassegnazione, da parte dei rappresentanti, che hanno subìto una decisione unilaterale e sulla quale chiedono che si spendano proprio i massimi rappresentanti delle istituzioni, in particolare alla prossima Commissione InterGovernativa, che si svolgerà il 28 novembre. "Fateci sapere chi sono i membri di questa commissione, in modo da poter comunicare con loro e far presenti le nostre istanze", chiedono.

"Dovete crederci voi per primi", è stato l'appello rivolto ai politici presenti. Sia la Gribaudo che la Dadone hanno fatto evidenziato come non sarà possibile opporsi a quanto stabilito da un tribunale. La strada potrebbe essere quella di stabilire delle fasce orarie in cui il divieto non sia in vigore, oppure di fare un distinguo tra chi proviene dal Dipartimento delle Alpi Marittime, dal cuneese e dall'imperiese e tutti gli altri autotrasportatori.

"Le comunità locali hanno le loro ragioni ma la soluzione non è il blocco. Possiamo discutere di fasce orarie e provenienza dei mezzi. Rischiamo un danno enorme per tutta l'economia cuneese. Il blocco riguarda 100 mezzi al giorno, non era necessario. I costi delle strade alternative sono insostenibili per le nostre aziende", sostengono.

E ancora: "Se passa questa linea, qualunque comune di 100 abitanti può bloccare da solo il passaggio delle merci. Stiamo parlando di un possibile danno di 5miloioni di euro per la nostra economia", sostengono ancora i rappresentanti delle categorie coinvolte. Poco il margine di manovra su questa decisione: "È ora di finirla di essere trattati così; sarà anche una cosa da niente, uno zuccherino, ma è amaro per le nostre aziende", ha detto alzando i toni Valerio D'Alessandro di Confindustria.

E l'appello finale: "La Prefettura, su questa vicenda, non è certamente stata sulle barricate. Dovete essere convinti della legittimità delle nostre rivendicazioni e far sì che se ne discuta nella prossima CIG. Dobbiamo portare il nostro punto di vista e farlo conoscere ai francesi. E dobbiamo coinvolgere la vicina Liguria, perché il problema è di tutti".  

Consegnato un Dossier ai parlamentari presenti, con le richieste:
- nessuna limitazione per i veicoli o per i complessi di veicoli adibiti al trasporto merci, che assicurano il rifornimento locale nel Dipartimento delle Alpi Marittime, nel Dipartimento del Var, in provincia di Cuneo e in provincia di Imperia;
- nessuna limitazione per i mezzi di imprese che hanno sede in queste stesse aree.

Redazione Targato Cn

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