Attualità - 18 novembre 2017, 08:54

Alle origini della nostra civiltà: una lettera del 1848 sulla storia della ferrovia che da Pieve di Teco avrebbe dovuto portare al mare

Dopo una sua visita a Pieve di Teco (Valle Arroscia-Imperia), Il senatore Regis scrisse ai suoi elettori, aggiornandoli sul progetto di legge

Alle origini della nostra civiltà: una lettera del 1848 sulla storia della ferrovia che da Pieve di Teco avrebbe dovuto portare al mare

Per la nostra rivista culturale "Alle origini della nostra civiltà", pubblichiamo una inedita lettera del senatore Domenico Regis, datata Torino 3 aprile 1848. Dopo una sua visita a Pieve di Teco (Valle Arroscia-Imperia), Il senatore Regis scrisse ai suoi elettori, aggiornandoli sul progetto di legge della ferrovia che da Pieve di Teco doveva condurre al mare. Il contesto in cui fu scritta questa lettera era quello dell'Italia preunitaria che incominciava a legarsi alle prime tecnologie della rete viaria. La prima strada ferrata, la Portici-Napoli, fu costruita nel Regno delle Due Sicilie nel 1839. Collegare il mare con l'entroterra e l'area padana era una priorità del governo sabaudo e c'erano diversi progetti in tal senso. La ferrovia che passava da Pieve di Teco non fu mai costruita, perché si preferì la via con Savona e Ventimiglia. 

Ecco il testo del manoscritto: ". .La mia fermata a Pieve serve per procurarmi la simpatia e l'amicizia del caro Garibaldi, di Manzo e della moltitudine degli altri pievesi, a cui vorrei essere utile a Torino. Della nostra strada ferrata vi sono ora cattive notizie, il governo deve in questa sessione parlamentare proporre un progetto di legge per la concessione di una strada ferrata qualunque dal Piemonte al Mare, per questo era stata nominata una commissione per riferire sui diversi progetti che esistevano. La sola persona tecnica che avrebbe potuto giudicare di queste cose, fra tutti i componenti della commissione, era l'ispettore Bella e questi non ne volle sapere. Il fatto è che questa commissione parlamentare darà il suo voto favorevole alla linea di Savona. Un altro fatto ancora più positivo è che non vi sono denari per farne alcuna, per cui quantunque si facesse la legge, questa dormirà. Non dorme quella della linea del litorale".           

Christian Flammia

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