Politica - 17 novembre 2017, 14:42

Questa mattina, lavoratori dell'Ispettorato del Lavoro in protesta davanti alla Prefettura di Imperia

Alla base della mobilitazione c'è l'insoddisfazione per la riforma del settore, fra Jobs Act e accorpamento di funzioni e lavoratori di Ministero del Lavoro, Inps e Inail, tutti confluiti nell'agenzia dell'Ispettorato del Lavoro

Questa mattina, lavoratori dell'Ispettorato del Lavoro in protesta davanti alla Prefettura di Imperia

Questa mattina i lavoratori dell’Ispettorato del Lavoro di Imperia hanno tenuto un’assemblea-presidio davanti alla Prefettura di Imperia.

Il picchetto di due ore circa è iniziato in Viale Matteotti alle ore 10. Alla base della mobilitazione c'è l'insoddisfazione per la riforma del settore, fra Jobs Act e accorpamento di funzioni e lavoratori di Ministero del Lavoro, Inps e Inail, tutti confluiti nell'agenzia dell'Ispettorato del Lavoro. L'operatività, in teoria, è partita dal 1° gennaio 2017. La pratica denunciata dai dipendenti è quella di un "involucro vuoto, con grande carenza di organico e dotazioni".

Una delegazione appartenente a CISL-FP, UNSA, FLP e UGL è stata accolta dal Prefetto, il quale ha potuto ascoltare con attenzione le criticità emerse con la nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e ha ricevuto un documento che riassume le difficoltà del comparto, firmato da tutte le principali sigle sindacali.

"La riforma - hanno spiegato i rappresentanti sindacali - che doveva razionalizzare e rendere più efficiente il servizio, in realtà non è mai stata realizzata. Non ci sono stati i trasferimenti previsti di risorse e così non ci troviamo in grado di svolgere il nostro lavoro, compiti di tutela che interessano cittadini ed imprese oneste". Tagli con il nuovo ente che riguardano anche gli emolumenti, perfino passati: "Non ci viene corrisposto a fine 2017 il salario accessorio maturato nel 2016, con il Ministero dell'Economia che dichiara di voler tagliare retroattivamente del 50% il fondo di produttività, decurtando l'Ispettorato di 7 milioni di euro. Cioè in sostanza vogliono indietro dai lavoratori parte del salario accessorio del 2015, soldi che le famiglie si sono spesi".

Le difficoltà contrattuali comportano disagi operativi: "Ad esempio facciamo le ispezioni con mezzi propri, senza avere una adeguata copertura assicurativa, ci trovano spesso soggetti a numerosi rischi della funzione, e vittima di eventi, sempre più frequenti, rispetto ai quali rispondiamo con il nostro patrimonio e la nostra persona. Serve un nuovo contratto integrativo che riconosca il ruolo di ufficiale di polizia giudiziaria e un'indennità di servizio, visto che ci troviamo ad operare in contesti spesso difficili, dove magari devi recuperare anche milioni di euro. C'è poca attenzione su queste problematiche, da tempo. Poi vediamo che con la crisi c'è chi ci guadagna, sfruttando al più basso costo possibile la manodopera. Senza strumenti e dignità del lavoro ne risentono anche le funzioni di lotta al lavoro nero, allo sfruttamento e agli infortuni sul lavoro".

C.S.

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