- 12 novembre 2017, 10:03

Sanremo: quando la Chimica incontra la letteratura, un’interessante lezione dell’UniTre

Nella nuova lezione dell’UniTre, il Professor Cristian Bonacini ci accompagna in un viaggio alla scoperta degli elementi chimici e del loro significato

Sanremo: quando la Chimica incontra la letteratura, un’interessante lezione dell’UniTre

Il giorno 10 Novembre, alle ore 16.00, presso la Sala Degli Specchi del palazzo Bellevue, si è tenuta un’interessante lezione dell’UniTre condotta dal Professor Cristian Bonacini, che ha accompagnato i presenti in un viaggio alla scoperta degli elementi chimici, del loro significato e di come hanno influenzato le vite di numerosi personaggi illustri, portandoli ad essere i pionieri scientifici che tutti conosciamo. Il Prof. Bonacini ha infuso le sue conoscenze e passioni (prime fra tutte la musica e la letteratura) nella tematica trattata, dando vita ad un percorso formativo che, proprio come la mousikè greca, ha unito tra loro diverse forme artistiche.

Questa cornice musicale e letteraria ha permesso agli spettatori di comprendere maggiormente il contesto storico in cui determinati elementi chimici sono stati protagonisti e, soprattutto, di cogliere significati e messaggi profondi che il Professore ha voluto trasmettere tramite la narrazione di quattro storie. Durante la lezione, alcuni musicisti della scuola “Sanremo Musica 2000” hanno intervallato gli interventi del Professore suonando brani di celebri compositori appartenenti alle epoche storiche affrontate. Proprio l’intermezzo op. 90 No. 3 di Schubert, suonato da Cristiano Campucci, ha preceduto l’inizio della lezione. Siamo nel 1869 e Dmitrij Ivanovič Mendeleev completa la sua tavola periodica degli elementi non ancora conosciuti. Il Professore ha illustrato come la scoperta di molti degli elementi presenti nella tavola derivi da fattori diversi tra loro: dai minerali scoperti in laboratorio, nelle miniere oppure legati alle scoperte astronomiche e geopolitiche, fino a quelli portatori di forte radioattività. Insomma, ogni elemento ha una storia che merita di essere raccontata e ricordata.

Dopo l’intervento musicale di Giuseppe Tavella, che ha concesso agli ospiti un momento di riflessione con l’Arabesque No. 2 di Debussy, il Prof. Bonacini ha raccontato la prima storia; non un racconto mitico o fittizio, ma tragicamente reale e dalla crudezza quasi disumana: luogo protagonista il Congo, con i suoi sanguinari dittatori (Re Leopoldo II e Mobutu Sese Seko), i suoi eroi politici (Patrice Lumumba) e lo sfruttamento minorile attuato all’interno delle miniere. Sfruttamento finalizzato all’estrazione del Coltan, un minerale nel quale è contenuta un’alta concentrazione di tantalio, elemento chimico che, grazie al suo nome, ha permesso al Professore di introdurre la seconda storia: il mito di Tantalo e Niobe, figure della mitologia greca, entrambi simboli della superbia umana e dell’eterna insoddisfazione insita nell’uomo, concetto ripreso dal filosofo Schopenhauer e che il Professore ha opportunamente citato.

Dopo l’esecuzione di The Little Negro di Debussy a cura di Chiara Porro, il Prof. Bonacini ha narrato la terza storia, che ha origine da uno degli elementi per eccellenza: il Ferro, proprio come il titolo del racconto da cui è tratta la vicenda. Siamo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. I protagonisti sono Primo Levi e Sandro Delmastro, due emarginati, due isolati dalla società a causa delle leggi razziali, vittime dell’incubo fascista che imperversava sull’Europa. Una storia di amicizia tra due persone diverse per origine e visione del mondo, ma che condividono una grande passione: quella della montagna. Questa è una realtà simbolica e liberatoria, dove i due trascorrono le loro giornate all’insegna della contemplazione e dell’osservazione della natura. Un rifugio che permette a Primo e Sandro di coltivare le loro passioni e la loro amicizia, lontani dall’oscurità in cui erano immersi. Una storia che parla di libertà, dell’essere padroni del proprio destino, dell’essere imperfetti ma di riuscire a scavalcare gli ostacoli impostici dalla società.

La quarta storia è quella di Oliver, un ragazzo timido e dedito alla chimica che, per fuggire agli orrori delle bombe sganciate su Londra nel 1940, si trasferisce in campagna dallo Zio Dave, chiamato affettuosamente “Zio Tungsteno”. Questo passaggio determinerà la formazione scientifica e umana del piccolo Oliver, grazie soprattutto alla sua innata curiosità e voglia di approfondire. Questo ragazzo è Oliver Sacks, noto chimico britannico, la cui esperienza ci insegna come la passione e la voglia di conoscere siano qualità che trascendono il semplice studio e che ogni essere umano dovrebbe possedere. La conferenza si è conclusa con la lettura della poesia “Quando Ascoltai l’Astronomo Erudito” di Walt Withman, sulle note del Valzer Op. 34 No. 2 di Chopin.

Riccardo Farina
Ufficio Stampa Liceo G.D. Cassini Sanremo

C.S.

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