Politica - 06 novembre 2017, 06:00

Onlus tra scandali e polemiche, cerchiamo di fare chiarezza con la Dott.ssa Elisabetta Belloni, General Manager della società AACHEN

Negli ultimi anni il problema sulla trasparenza delle ONLUS è diventato di dominio pubblico a causa di una campagna mediatica non favorevole, generata da diversi scandali emersi dal settore.

Onlus tra scandali e polemiche, cerchiamo di fare chiarezza con la Dott.ssa Elisabetta Belloni, General Manager della società AACHEN

Negli ultimi anni il problema sulla trasparenza delle ONLUS è diventato di dominio pubblico a causa di una campagna mediatica non favorevole, generata da diversi scandali emersi dal settore. Alcune Tv commerciali e giornali, hanno dato ampia visione al problema del settore, denunciando onlus irregolari e non censite, organizzazioni che di benefico hanno solo il nome o che prendono i finanziamenti pubblici per un progetto di aiuto e lo trasformano in attività commerciali e molto altro ancora. Tuttavia tutti sappiamo che esistono comunque ONLUS e No profit che sono seri e certificati e che si auspica, contribuiscano a ridare credibilità ad un settore che negli ultimi 10 anni ha subito pesanti danni da operatori malevoli e criminali.

Per non fare di tutta "un'erba un fascio", abbiamo incontrato la Dott.ssa Elisabetta Belloni, General Manager della società AACHEN, per aiutarci a fare chiarezza sul problema.

Di che cosa si occupa AACHEN nell'ambito delle ONLUS? "AACHEN sas è una società – facente parte del gruppo Converg (fondato a Milano nel 1992) – che si occupa da oltre 30 anni di compliance normativa e legislativa. A seguito di diversi rapporti di sostegno e consulenza in organizzazioni Onlus e No profit, sin dal 2006, abbiamo rilevato dalle stesse Onlus la necessità di individuare soluzioni che consentissero loro di differenziarsi dal crescente numero di organizzazioni sempre più presenti e dal contestuale calo di reputazione che, per diversi gravi scandali emersi, ha colpito indistintamente tutto il settore. Abbiamo quindi deciso, al nostro interno, di redigere uno Schema di Certificazione che si rivolgesse proprio a questo tipo di organizzazioni e che consentisse loro di accedere a percorsi di certificazione di parte terza per poter, in primis, poter dimostrare agli stakeholder i propri fattori distintivi di qualità e serietà gestionale per accrescere il loro sviluppo e quello dei loro progetti. AACHEN sas è quindi una società che ha progettato, registrato - e che quindi possiede - la proprietà intellettuale dello Schema di Certificazione OLC 2015 orientato ad Enti del Terzo settore la cui logica è quella di richiamare schemi in vigore a livello internazionale, come per le ISO sulla qualità e sull’ambiente, la SA 8000 sulla social accountability o la OHSAS che riguarda sicurezza, igiene e salute e le leggi in vigore a livello nazionale come il TU 81/08 o la 231/01 e applicarli al mondo del Terzo settore, che da anni è pressato da sempre maggiori richieste di trasparenza. Aachen non rilascia direttamente i certificati di conformità. Aachen qualifica, forma e controlla annualmente Società di Consulenza, Organismi di Certificazione ed Enti di Formazione, affinché vengano seguiti i rigorosi standard etici e di qualità che lo Schema impone. La Certificazione è emessa da Organismi qualificati, tra cui alcuni nazionali ed altri internazionali, che possiedono i requisiti adeguati per poter divenire partner Aachen. Aachen è quindi una sorta di Accredia, privata, come è per lo standard SA 8000 (SAI). Una parentesi: Stefano Vergani, socio di maggioranza del Gruppo Converg (che è composto da diverse società con attività in Italia ed all’estero) – all’epoca Membro del CdA di una Holding internazionale con base ad Amsterdam - ha voluto, aprendo Aachen, dedicarne il nome alla città di Aquisgrana che fu capitale del Sacro Romano Impero di Carlo Magno. Un momento storico dove venne data una solida stabilità politica e di riforme a vantaggio di tutta Europa". 

L'attività che si svolge all'interno delle ONLUS è volontariato o è diventata un vero e proprio mestiere? "L’attività che oggi viene svolta all’interno di Enti del Terzo settore è spesso di tipo volontaristico e in molti casi non opportunamente normato ma a tutti gli effetti rappresenta un vero e proprio lavoro e mestiere per tante persone che vi si impiegano quotidianamente anche perché, è risaputo, che soprattutto negli ultimi anni il modo del Terzo settore ha sopperito a tutte quelle necessità di carattere socio-solidale-assistenziale alle quali le Istituzioni non sono riuscite e non riescono a dare efficace supporto. Lo Schema di Certificazione OLC 2015 contempla proprio, nei suoi punti cardine, anche la gestione delle risorse che, in diversi modi, vengono impiegate per darne massima trasparenza ed evidenza. A proposito poi di risorse, mi sembra utile poter sottolineare che il sistema virtuoso che la Certificazione OLC 2015 vorrebbe produrre è anche legato a poter qualificare Enti di Formazione che promuovano corsi, relativi allo Schema OLC 2015, per inoccupati, giovani laureati, persone che già operano nelle Onlus o nelle No Profit, creando così anche nuove figure professionali - con una reale possibilità di quasi 150.000 nuovi posti di lavoro – e con il contestuale obiettivo di avere poi personale qualificato che può monitorare internamente le azioni e le attività delle Onlus/No profit. Tra l’altro, la recente Legge 117/17 prevede poi espressamente che gli EE.PP. verifichino, con molta attenzione, i rapporti con le Onlus nei casi di bandi pubblici sia per evitare affidamenti poco puliti ad organizzazioni non meritevoli, sia per motivi di assicurazione professionale e RC. Per questo motivo, i Comuni italiani più attenti e rispettosi, stanno inserendo nei requisiti dei loro bandi verso le Onlus proprio il possesso della certificazione come “polizza di garanzia di trasparenza e qualità”

La norma (D.Lgs. 460/1997), che regola le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale è ancora attendibile o ha bisogno di essere rielaborata? "La norma a cui si fa riferimento nella domanda è già stata negli ultimi anni ripresa e, nella sostanza, ampliata: nel giugno 2016 con l’emanazione del Decreto Bobba (106/16) e a seguire con la Legge 117/17 pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 agosto che ne ha contemplato i decreti attuativi divenendo per il Terzo settore nuovo punto di riferimento legislativo nazionale. A tutti gli effetti, fino a un anno fa, il mondo del Terzo settore non aveva adeguate normative di riferimento: adesso ci sono a livello nazionale e si può normare un settore tra i più importanti del nostro paese".

La certificazione delle ONLUS può essere di vero aiuto o sarà solo un bollino di facciata? "Negli ultimi anni sono stati presentati da inchieste e servizi di cronaca, casi di malaffare che purtroppo dal punto di vista reputazionale hanno colpito anche associazioni che nulla vi avevano a che fare. Lo Schema OLC 2015 è nato proprio per favorire chi vuole distinguersi operando in maniera corretta e non truffando chi, in buona fede, li sostiene, ma basato – e ben tempo prima della Riforma Bobba – su precisi requisiti di alta rigorosità…che anche la Legge 117/17 (Codice di riforma del Terzo settore) deve ancora contemplare. Noi, come Aachen, quando abbiamo elaborato lo Schema di Certificazione OLC 2015, abbiamo ritenuto necessario, possibile ed utile poter dare alle Onlus ed organizzazioni No profit uno strumento che le potesse distinguere. Oggi il nostro Schema ha già avuto una prima ed una seconda revisione proprio perché il sistema di gestione, nelle sue prime applicazioni, sospinge lo Schema a veloci implementazioni…e – in cascata – anche le Onlus ne sono coinvolte. Ad ogni modo non tutte le Onlus sono certificabili secondo lo Schema e questo non perché non siano ancora pronte (ricordiamo però che una Onlus che già abbia iniziato il percorso di compliance secondo la 117/17 è a metà dell’opera) ma perché la loro attività non è verificabile. Già molte decine di Onlus ci hanno chiesto un assessment iniziale…e da tale assessment è emerso però che non potrebbero mai essere certificabili perché non c’è una strategia precisa, non c’è una vera volontà di trasparenza e di impegno. Solo un’analisi preliminare può comunque verificare se una Onlus può essere certificata o meno o se evidenzia dei fattori di criticità o di non applicabilità dello Schema che potrebbero pregiudicare l’iter certificativo. Del resto, anche importanti figure UE che hanno richiesto di visionare lo Schema, ci hanno attestato il loro favore".

In che modo viene controllato  se le donazioni abbiano realmente determinato un impatto sociale positivo e gli obiettivi siano stati raggiunti? "Uno dei requisiti dello Schema OLC 2015 riguarda l’amministrazione della Onlus: il tema dei conti, le partite contabili, gli acquisti, le forniture, la mappa della filiera. Per esempio, una Onlus che impiega in costi di gestione e amministrazione non più del 30 percento dei fondi avrà un bollino color oro, quelle che impiegano tra il 31 e il 40 per cento avranno un bollino color argento, quelle tra il 41 e il 50 avranno il bollino color bronzo e saranno aiutate a far meglio. Chi spende più del 50 per cento per coprire spese gestionali per noi non è certificabile e dovrebbe iniziare un percorso di miglioramento. Non possiamo comunque fermarci solo all’aspetto economico, perché ci sono anche temi importanti come la sicurezza, la definizione dei ruoli, la programmazione delle attività, la definizione di una politica chiara, il tipo di inquadramento, le risorse umane, la comunicazione. Molti stakeholder che ci hanno interpellato ci hanno sostenuto nell’evidenziare come le Onlus devono essere rigorose e trasparenti, in primis, su come gestiscono le risorse e gli introiti che ricevono e riteniamo che in questo il nostro Schema di Certificazione sia un valido strumento a supporto di tale necessità".

Maurizio Losorgio

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